Sirene

Oggi fa veramente caldo, anche qui , in campagna; le cicale non tacciono un attimo, mentre dalle persiane socchiuse entra a fiotti l’aria surriscaldata del primo pomeriggio.
Sto rivedendo un vecchio film :“Sirene” di Duigan, una intrigante favola erotica, con Hugh Grant protagonista davvero in parte .

Ecco la scena in cui la moglie del prete protestante, appunto Grant , spia le tre modelle del famoso pittore “blasfemo” mentre si bagnano al fiume: come sono belle queste tre giovani donne dalle forme abbondanti e perfette; davvero un magnifico quadro licenzioso…
Così mi viene in mente di imitarle andandomi a bagnare nel torrente che scorre dietro la mia casa; lì, anche in piena estate, resta sempre un piccolo lago, dove posso immergermi fino al collo: è davvero un’ottima idea, l’alternativa di arrivare fino al mare mi costerebbe venti minuti di guida con fuoristrada.

Indosso un costume, prendo un asciugamano ed entro nel bosco ; come al solito, mi lascio avvolgere dalla sensazioni magiche che da sempre gli antichi castagni e le alte felci mi trasmettono.

Scendo al torrente, che scorre tra alte rocce, in parte ricoperte di muschio.
Arrivo al mio laghetto, spiego l’asciugamano su una lastra granitica bianca ,grande, quasi un antico altare sacrificale, dove sono solita stendermi, dopo essermi bagnata.
Mi guardo intorno: il silenzio è assoluto ; si ode solo la voce del bosco: il frinire delle cicale, il grido di una poiana, il martellare del picchio, il ronzio di coloratissime libellule, elicotteri in miniatura.

Nessun umano si spinge fin qui, di questa stagione e con questo caldo.
In un attimo mi sfilo il costume , per provare l’ebbrezza di sentirmi nuda, in perfetta armonia con gli alberi e gli animali…
Entro in acqua , mi specchio e ammiro i miei seni pieni: li accarezzo, tocco i capezzoli eretti, il fresco dell’acqua li ha eccitati; man mano che l’elemento liquido mi avvolge, una sensazione di beatitudine mi sommerge, questa è davvero pura sensuale felicità.

Mi la scio andare sul dorso e guardo il cielo, di un azzurro terso , tra le chiome degli alberi.
Richiudo gli occhi e mi accorgo che l’acqua, entrandomi dentro la passera, mi eccita, come una lingua fresca che…
Improvvisamente ho voglia di far l’amore, voglia di mani ,di lingue , di sessi che si strusciano contro le cosce, voglia di …
Lentamente mi dirigo a riva e mi sdraio sulla pietra: anche l’asciugamano ora è bollente.
La lastra di granito non è tutta in ombra , alcuni raggi solari filtrano tra il fogliame e bruciano la pelle.

Ecco, ora porgo l’offerta al dio Sole, il mio rito pagano inizia.
Mi sposto in modo da esporre ai raggi la fichetta umida e apro le gambe.
Una mano inizia a titillare il clitoride, con delicatezza, poi le dita scendono dentro la vagina umida, per riuscire di nuovo ad accarezzare l’inguine che pulsa, mentre con l’altra stringo i capezzoli, eretti sui seni come frecce.
Ora porto le dita dalla fica alla bocca, le lecco, le bagno di saliva che si mescola al mio sapore di femmina e le riporto al sesso , premendo sul clitoride gonfio.
I miei fianchi si agitano, come se avessi sopra di me un amante invisibile, gemo, per finire con un urlo, la schiena inarcata, gli occhi rivolti al cielo.

Poi una grande stanchezza mi assale, scivolo nel sonno, cullata dal rumore del torrente, dal frinire delle cicale, dal ronzio degli insetti.
All’improvviso mi sveglio: sento risate e un parlottare di donne .
In fondo al sentiero avanzano tre ragazze, solo un pareo copre loro i fianchi, il volto alzato verso di me, che da sopra il sasso, le sovrasto: la bionda, la nera , la rossa, come le modelle del film; ma non si assomigliano affatto , queste, se possibile, sono ancora più belle, soprattutto la rossa.
Molly, so che si chiama così, è splendida: alta, capelli fulvi, lunghi e folti, seni pieni, candidi, sui quali spiccano le vene azzurrine, come scolpiti nel bianco marmo; gli occhi verdi hanno pagliuzze dorate nell’iride, i denti , leggermente irregolari, brillano tra le labbra rosse.
Cammina un passo avanti alle altre due, come una regina .
Anche le sue compagne sono belle, ma di fronte a lei sbiadiscono, ed appare subito chiaro chi
sia, delle tre , a condurre il gioco; salgono accanto a me:
“Ti abbiamo visto farti l’amore” esordisce Molly, e le altre due ridacchiano.
Mi accorgo che le mie gambe sono ancora allargate, come dopo l’orgasmo, e l’occhio di Molly si ferma sul mio sesso offerto.

Io invece sono affascinata dai suoi seni, da quei capezzoli, li voglio, voglio sentire il loro gusto, già mi immagino la fragola e la cannella, ma resto muta, immobile, so che succederà quel che deve succedere.
Come se ubbidissero ad un comando che io non sento le tre ragazze lasciano cadere i pareo e restano nude, in piedi, di fronte a me.
Ora è il sesso di Molly che mi attira: due sottili strisce di pelliccia fulva , a definire le grandi labbra.

La Rossa, guardandomi negli occhi, si siede accanto a me, mi passa un braccio sotto le spalle, attirandomi al suo petto: la mia lingua inizia a leccare avidamente quei capezzoli straordinari, che sembrano fragole mature, poi la bocca golosa comincia a succhiarli, mentre con una mano l’ accarezzo, dal viso ai morbidi fianchi ; sono bagnata e pronta ; stringo le cosce, ma due mani leggere le separano.
E’ la bionda Mary, che apre le labbra del mio sesso e vi tuffa il viso, iniziando a leccarmi, mentre Miriam la bruna sfarfalla di baci il mio seno , le cosce e il ventre, che si contrae, come percorso da corrente elettrica.

Impazzisco di piacere e sto per venire: stringo tra i denti il profumato capezzolo di Molly ed è Mary a bere i miei sapori di donna.
Precipito in un abisso , per poi risalire, galleggiando in un mare di beatitudine.
Il capezzolo di Molly mi è sfuggito dalla bocca e lei mi riappoggia dolcemente sulla roccia; anche le altre due ragazze si allontanano da me, in silenzio.
Apro gli occhi e guardo la Rossa, mentre un nuovo desiderio mi prende , la voglia di assaggiare il suo pelo fulvo, di sentire il gusto della sua fica .
Lei si mette a cavalcioni sopra di me, il sesso di fronte alla mia bocca: lo apre con le lunghe dita e mi offre la sua ostrica rosea.

Le afferro i fianchi con le mani e inizio a leccarla: prima intorno al clitoride, per eccitarla ancor più, poi le piccole labbra, poi dentro la vagina, che sa di mandorle amare, per tornare al clitoride, a sferzarlo, sempre più forte.
Guardo i suoi seni: ondeggiano insieme ai fianchi.
Accanto a noi le altre due ragazze , allacciate, si danno piacere con maestria : corpi esercitati alle gioie di Saffo.

Molly arriva all’orgasmo con un grido: in alto le risponde una poiana, che traccia nel cielo cerchi concentrici.
Io gusto, dentro la sua vagina, straordinari sapori, dolci e salati, rose ,mandorle e cannella.
Improvvisamente sento freddo: apro gli occhi, non ci sono donne intorno a me, e il sole ha lasciato il mio corpo.
Allora ho sognato, ma da come è bagnata la mia fichetta (l’acqua del torrente si è asciugata da un pezzo) direi che è stato proprio un gran bel sogno.

“Scendono al verde
spumeggiante fiume
Molly la rossa,
Mary la bionda,
Miriam la bruna,
i corpi sontuosi….”
Così inizia una poesia che ho appena scritto….

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