Profumo di albicocche

Non mi piacciono le donne, sessualmente, intendo; adoro i maschietti, a volte anche troppo; ma ogni regola ha le sue eccezioni, la mia si chiama Fabiana ed è , attualmente, la migliore amica che abbia mai avuto. Io e Fabiana ci siamo conosciute nel Luglio di tre anni fa, in Sicilia, sulla spiaggia di Mondello; mio padre era ripartito la sera prima per il nord, lasciandomi sola per qualche giorno, con una casa splendida a disposizione, il mare a due passi , il rovente sole siciliano (per me mai abbastanza caldo) e tanti ragazzi nuovi da conoscere (punto quest’ultimo di enorme interesse, visto che la sorveglianza di mio padre era sempre piuttosto marcata);quel giorno me ne stavo a pancia in giù, sdraiata sotto il sole spietato di mezzogiorno, fingendo di leggere un libro, mentre la gente sfollava,vista la calura che andava aumentando; ad un certo punto mi addormentai, come sempre mi succede sotto il sole,anche se può sembrare incredibile; mi svegliai con una sensazione di freddo sulla pelle, e, aperti gli occhi, mi resi conto di essere rimasta sola (deserti ombrelloni e lettini), mentre sul mio sedere continuava a gocciolare acqua fresca; alzai lo sguardo e al seguito di due lunghe gambe vicine al lettino, vidi dei seni incredibili, contenuti a stento in un minuscolo bikini, e al di sopra,tra un arruffo di capelli neri come i miei, un sorriso meraviglioso, accompagnato dagli occhi più verdi del mondo;”scusami”disse la fanciulla” sono appena arrivata, mi andava di fare un bagno, tu dormivi,non ti ho potuto salutare, sono la nipote della signora…,mi chiamo Fabiana e tu?””Enrica” risposi, “mi chiamo Enrica, ben arrivata in Sicilia”; mentre parlavo la osservavo:era molto bella, ed io sono affascinata dalla bellezza, vivente o inanimata che sia ; Fabiana per essere una bruna naturale aveva la pelle bianca, morbida e cremosa, i seni, due globi perfetti, parevano di panna; idem per l’interno delle cosce , dove la pelle è più tenera; facevamo un bel contrasto, io asciutta ,scattante, olivastra e bruciata dal sole di Sicilia (nivuranivura,mi chiamava mio cugino), lei bianca, burrosa, pur nel nero dei capelli ; mi spiego’ che non riusciva proprio ad abbronzarsi, si scottava, “beata te, come sei nera, e che bel corpo asciutto hai, io ,se sto a lungo qui, con tutti questi dolci, divento un balenottero”mi diceva, e intanto rideva e le belle ,rosse labbra carnose si lucidavano di saliva; fu li’ che cominciai a desiderarla? comunque ci sentimmo subito amiche, felici di esserci trovate e ci accordammo per passare insieme la giornata (l’avrei convinta ad abbronzarsi un po’) e poi la serata; progettammo incursioni diaboliche nelle discoteche locali e beveraggi a sfare, e uomini, naturalmente; cosi ci ’ ritrovammo alla sera a casa mia pronte per uscire: eravamo una bella coppia, io in rosso ultracorto, la pelle lucida e nera come l’ebano, lei in bianco, top e gonna con spacco depilzero; ridendo e abbracciandoci osservammo che eravamo decisamente due spilungone, quindi niente uomini sotto il metro e ottanta; ma non andammo mai in discoteca: passeggiammo invece sul lungomare, tenendoci per mano, parlando di tante e tante cose, inseguite dagli sguardi allupati dei maschi ; poi ci prendemmo un gigantesco gelato e lo andammo a mangiare in spiaggia; verso mezzanotte ci sentimmo stanche, io invitai Fabiana a dormire da me, che tanto ero sola, ma non avevo nessun secondo fine,solo non volevo lasciarla; lei ,fatta una telefonata, accetto’.

Ci ritrovammo nella mia camera, con il balcone spalancato sul giardino incolto da cui saliva il dolce profumo delle zagare(…le notti siciliane, calde di aromi snervanti…); Fabiana si tolse i sandali e si getto’ sul letto, mormorando” Dio che sonno,sdraiati anche tu qui, è un lettone, mica vorrai dormire sul divano..” ma io proprio sul divano mi accingevo a prepararmi il letto,quando lo sguardo mi cadde su di lei, che pareva dormire: come era bella,morbida, bianca, sembrava fatta di panna: mi venne la voglia di assaggiare quella dolce prelibatezza:davvero, non sapevo neppure che cosa avrei fatto, dopo; mi sdraiai vicino a lei e mi arrivo’ alle narici uno sciauro di albicocche, l’odore incantevole della sua pelle, cosi’ forte da farmi girare la testa “ci sono …certe albicocche…si spaccano a meta’,si premono con due dita,per lungo… come due labbra succose…” dice una canzoncina siciliana ; Fabiana allungo’ una mano, prese la mia e la strinse forte, poi se la porto’ alle labbra e la baciò; allora io mi avvicinai di più a lei, le abbassai il top e feci quello che, ora lo sapevo, avevo desiderato fare per tutta la sera’: passai la lingua su quel seno di panna, giocherellai con il capezzolo eretto e mi persi del tutto nel suo profumo di albicocche; lei gemeva, mormorando parole incomprensibili sottovoce; dai seni passai con la lingua sul ventre morbido, mi fermai sull’ombelico, poi le scostai la gonna e con dita febbrili sfilai gli slip neri;lei allargo’ un poco le cosce e io vidi la sua meravigliosa conchiglia, rosee le labbra tra il nero dei riccioletti del pube; le abbracciai i fianchi e premetti la guancia sul suo sesso: fu cosi’ che mi arrivo’ alle narici quell’altro suo odore, come di riccio marino dischiuso; con un sospiro affondai il viso nella morbida fica e comincia a leccarla, mordicchiandole il clitoride, penetrandola con la lingua,mentre le mie mani risalivano fino ai suoi seni e al suo ventre; aveva un sapore buonissimo di albicocche con panna ; i gemiti di Fabiana aumentavano, finché non ebbe un orgasmo tumultuoso, chiamandomi per nome ; allora il gusto di panna divenne anche di mandorla, mentre leccavo avidamente il suo piacere; quello che successe dopo fu una notte di sesso matto, entrammo in una specie di giardino incantato e proibito,in cui, lo sapevamo tutte e due, non ci sarebbe più stato concesso ritornare.

Quando ci addormentammo abbracciate era l’alba; al nostro risveglio decidemmo che non avremmo mai più parlato di quella notte, i maschietti erano la nostra unica passione, e tali sarebbero rimasti; ma ogni tanto, quando Fabiana mi viene più vicina e il profumo di albicocche si fa più forte, la testa prende a girami , leggermente, e risento quella canzoncina

“ci sono certe albicocche…”.

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