Il viso di Laura era distorto e trasformato dal piacere, ruotava la testa in continuazione da destra a sinistra, e viceversa, come se non sapesse su quale guancia appoggiarla. A tratti apriva gli occhi, sbarrandoli e puntandoli verso un punto non ben identificato, poi li richiudeva premendo forte sulla nuca per inarcare il corpo e spingere in fuori il seno che ondeggiava a causa dei colpi ricevuti nella zona pubica. Sdraiata sul tavolo della sala, il ventre accoglieva conformandosi alla perfezione la fonte del suo piacere. Il bacino si contraeva ad ogni ingresso per rilassarsi all’uscita e lei sottolineava questi movimenti con dei leggeri e quasi inudibili sospiri. Ad ogni spinta più forte della media sobbalzava e gemeva di piacere.
A me piaceva guardala, osservare i dettagli del suo splendido corpo che godeva, studiavo il seno e i suoi leggeri ondeggiamenti; il ventre e le labbra della vagina che si aprivano attorno al membro seguendone fedelmente il contorno, aderendo a lui come le labbra della sua bocca aderivano al mio.
Ogni volta che il suo viso ruotava dalla mia parte appoggiavo il pene alle labbra e lei prontamente le apriva, mi succhiava per un istante poi, presa dal piacere, ruotava velocemente la testa dall’altro lato.
Il membro dell’altro entrava e usciva con matematica regolarità dal suo ventre; si spingeva sino in fondo, sino a sparire del tutto in lei e poi ne usciva lucido e bagnato dagli abbondanti umori della mia donna.
Tempo fa, stufo dei suoi mal celati tradimenti, alcuni addirittura sbandierati come simbolo d’indipendenza l’avevo invitata, sfidata, e al fine convinta, a consumare davanti a me la sua infedeltà. Era questo un tentativo, forse poco ortodosso, di riportarla a considerare l’esclusività del nostro rapporto. Invece, lei dopo avermi studiato per un istante, mi disse: “Secondo me, tu non sarai in grado di reggere la vista della tua donna che gode con un altro!”. Era una sfida in risposta alla mia.
Ora non potevo, se volevo mantenere viva la nostra relazione, tirarmi in dietro. Un mio rifiuto avrebbe potuto significare una forma d’insicurezza che lei, certamente, non avrebbe accettato dal suo uomo.
Fu così che mi ritrovai ad aspettarla in una stanza buia del suo ufficio, in una postazione che mi avrebbe consentito di sentirla e vederla mentre si faceva scopare dal suo amico di turno. Il patto era chiaro: non sarei dovuto intervenire per nessun motivo, lei sapeva che io ero lì e mi avrebbe dimostrato che era in grado di tradirmi alla mia presenza, senza dubbi, senza remore, senza alcun senso di colpa anzi traendo maggior piacere dalla consapevolezza d’essere osservata da me. In fondo, diceva lei, quello era solo sesso. Il sentimento d’amore lo dava solo a me, ma non riusciva a darmi l’esclusiva del suo corpo. Il piacere che otteneva da queste veloci relazioni senza futuro era troppo grande per potervi rinunciare.
Quella volta la vidi all’opera con uno sconosciuto e notai che agiva in modo diverso dal solito, non si muoveva come con me, ma in un modo assolutamente animale. Era chiaro che cercava solo ed esclusivamente il piacere senza essere coinvolta mentalmente dall’uomo. Il suo corpo prima eccitò l’amante poi trasse da lui il piacere che cercava. Fece godere anche lui ma solo con il riflesso del suo piacere, non c’era quella ricerca, quello studio delle sue reazioni, che lei adottava con me.
Capii molte cose di lei osservandola all’opera e al contempo le capii di me.
Dopo quell’esibizione il nostro rapporto un po’ ne patì, lei se lo aspettava e per qualche tempo si dedico a riparare quello che si era guastato. Mi riservò tutte le attenzioni utili a dimostrare il suo amore: non ebbe più incontri esterni alla nostra coppia e nemmeno citò quello a cui avevo assistito. Non mi domandò mai cosa avevo visto quella sera e cosa avevo provato, le basto osservare il mio sguardo una volta soli.
Quando, però, si sentì nuovamente sicura di me tornò ad essere quella di prima. Oramai sapevo riconoscere gli indizi dei suoi programmi infedeli dalla biancheria che indossava, dai capi d’abbigliamento che sceglieva e da come si truccava per uscire al mattino. Immancabilmente ritornava con un profumo diverso addosso e la sua pelle sapeva di sesso. Quell’indefinibile odore che il suo sudore misto a quello dell’amante e al profumo che usava, rimaneva su di lei dopo ogni tradimento.
Orami avevo capito che non sarebbe cambiata mai, quella era la sua natura e non poteva andare contro l’istinto che la spingeva ad essere infedele. Lottando contro questo desiderio non sarebbe più stata la donna di cui mi ero innamorato, n’avevo avuto conferma in quel periodo in cui non aveva avuti altri che me.
Ma io, ero disposto ad accettare una donna così?
A questa domanda non trovai risposta sino al giorno in cui concepii l’idea di dimostrarle che io ero più perverso di lei.
Trovai l’uomo che mi serviva grazie ad un annuncio in rete, opportunamente supportato da alcune foto di Laura in pose molto erotiche che le avevo fatto per gioco tempo prima. Le risposte, ovviamente, non mancarono! In breve trovai il candidato: un uomo giovane di un’altra città che aveva già qualche esperienza. Determinate fu l’intesa che nacque tra di noi durante i nostri incontri preliminari, mi ritrovai di fronte una persona molto sensibile con la quale instaurai subito una forte amicizia grazie al fatto che ci capivamo senza bisogno di grandi discorsi.
Lo invitai da noi un sabato pomeriggio. Arrivò, come stabilito, nel momento in cui Laura era nella vasca da bagno. Suonò al citofono.
– Chi è? Non aspettiamo nessuno! – chiese lei.
– Si, me n’ero scordato di dirtelo – mentii spudoratamente – è un amico!
Non dissi altro, lo feci entrare e lo accompagnai subito da Laura. Lei ci guardò stupita e un po’ seccata per l’intrusione nella sua intimità ma per nulla imbarazzata dalla nudità. In fondo era abituata a farsi vedere nuda dagli uomini. Dopo il primo impatto mi chiese spiegazioni e io le snocciolai il mio programma. Lentamente vidi la sua espressione mutare dallo stupore alla maraviglia. Uscii dal bagno lasciandoli soli, lui sapeva già che doveva spogliarsi davanti a lei e iniziare a far la sua conoscenza mentre era nella vasca. Avevo studiato tutto nei minimi dettatagli.
Mi fermai al di la della porta socchiusa dopo aver recuperato la telecamera che avevo già preparata per l’occasione. Da quella posizione potei osservare senza essere notato le loro azioni.
Lui, che chiamerò Marco, si avvicinò al bordo della vasca e si presentò, poi le chiese se poteva spogliarsi. Laura rispose che doveva spogliarsi, in modo da non bagnare i vestiti mentre l’aiutava a terminare di lavarsi. Prontamente Marco iniziò a denudarsi seguito dallo sguardo più che interessato di Laura che misurò mentalmente il suo membro ancora rilassato.
La mia donna lo pregò di lavarle la schiena e contemporaneamente si mise in posizione sollevando il busto dall’acqua. Potevo vedere i rigagnoli d’acqua che colavano sul seno liberandolo poco alla volta dalla schiuma che lo nascondeva, mettendo in mostra i capezzoli già eretti. Marco, allora, si portò alle sue spalle e iniziò a strofinarla con la spugna intrisa nella vasca. Restrinsi l’immagine nel mirino della telecamera sul viso di Laura che lentamente andava trasformando la sua espressione dal malizioso al goduto. Sembrava una gattona che si godeva le coccole; me la figurai mentre alzava la coda soddisfatta.
Le spugnate dell’uomo si trasformarono in carezze sempre più mirate, ad un certo punto abbandonò la spugna per usare solo le mani. Frugava ogni anfratto del corpo di lei spingendola poco alla volta a sdraiarsi nell’acqua per potersi offrire meglio. In quella posizione riuscivo a vedere solo il viso della mia compagna, ma all’improvviso notai un ginocchio uscire dal bordo della vasca, poi l’altro: aveva rannicchiato le gambe aprendole e dalla posizione del braccio di Marco capivo dov’era la sua mano. Le mie supposizioni furono prontamente confermate dai gemiti di Laura e da come lei si mordicchiava il labbro inferiore capivo quanto la cosa le piacesse. Continuarono in quel modo sino al punto che la vidi sobbalzare e sollevarsi dall’acqua. Evidentemente era giunta tanto vicino all’orgasmo da farla fuggire, a lei piaceva sentire qualcosa nel ventre mentre godeva!
Laura uscì dalla vasca prontamente accolta dall’asciugamano che Marco reggeva, si lasciò strofinate a lungo da lui poi lo spinse dolcemente verso il bordo della vasca mentre univa le labbra alle sue. Indietreggiando, lui, non vide il bordo e quasi inciampò rischiando di cadere dentro l’acqua. Laura lo trattenne facendolo sedere sul bordo, poi aprì le gambe e si posizionò sopra di lui sbattendogli il seno sulla faccia. Scese lentamente con i fianchi sino ad appoggiarsi su di lui, movendo il pube percepì la presenza del membro eretto, allora si sollevò un poco, lo prese in mano e lo posizionò sotto di se guidandoselo dentro. La vidi scendere lentamente su di lui facendosi penetrare. Per adattarsi meglio spalancava sempre di più le gambe, aveva lo sguardo puntato sul suo, la schiena arcuata e i glutei tesi dallo sforzo, era bellissima. Si fermò solo quando lo ebbe preso tutto, allora inarcò ancora di più la schiena per poi iniziare a muovere lenta le anche. Si stava godendo la penetrazione incurante del fatto di essere in casa con me, d’altronde lo aveva già fatto in mia presenza. Dalla facilità con cui Marco era entrato capivo quanto fosse già eccitata e mi aspettavo di sentirla urlare e vederla godere da un momento all’altro. Invece lei si manteneva aderente a lui, senza mai sollevare il sedere per scorrere il membro, si limitava a ondeggiare con le anche mentre le sue mani stringevano forte la schiena di Marco, forse per incitarlo a spingere in alto il bacino in modo da offrirle anche gli ultimi centimetri del suo pene, ma dalla mia posizione potevo vedere i suoi testicoli che già appoggiavano contro il pube di Laura.
Lei si calmò, poco alla volta. La presenza che sentiva nel ventre ebbe il potere di rassicurarla dopo il forte desiderio d’essere penetrata generatole dalle carezze particolari subite dentro la vasca. Consentì quindi a noi di procedere nel piano. Marco la sollevò dolcemente dopo averle cinto la vita e quindi la guidò fuori dal bagno. Io mi preparai raggiungendo in fretta la sala come eravamo d’accordo, posizionai la telecamera in un punto della libreria che già avevo sperimentato ottimale per la ripresa poi li attesi.
Al suo ingresso Laura mi lanciò uno sguardo che mai le avevo visto. Non saprei definirlo, forse era gratitudine mista a libidine e stupore, nei suoi occhi si leggeva comunque l’attesa. L’ansia di ricevere un piacere che bramava e iniziava già a provare con la fantasia.
La posizionammo sul tavolo, seduta sul bordo. Io le aprii le gambe e invitai Marco a prenderla. Lei s’appoggiò sui gomiti e fissò lo sguardo alternativamente sul mio e sul suo pube. Mi fissò mentre lui entrava nuovamente dentro di lei. Mantenne gli occhi aperti sui miei per tutto il tempo che Marco impiegò a penetrarla a fondo. Vidi una piccola lacrima, di emozionante piacere, scendere poi gli chiuse godendosi quello che avveniva nella sua parte bassa. Mi spogliai osservandoli, analizzando freddamente il corpo della mia donna preso da un altro. Come appoggia il mi membro eretto alle sue labbra, Laura iniziò a godere. Mentre cercava di darmi una parte del piacere che riceveva vedevo sul suo corpo i chiari sintomi dell’imminente orgasmo. Era così presa dalla situazione che aveva perso il controllo delle sue azioni, non era certo la prima volta che si faceva prendere su di un tavolo in mia presenza, anche nell’occasione in cui ero solo spettatore occulto aveva adottato quella posizione, ma ora io ero lì e le stavo dimostrando con la mia erezione quello che lei intendeva come un’approvazione.
Vidi il suo corpo sconvolto da una serie di convulsioni sempre più violente mentre Marco non mollava il ritmo avendo inteso il suo stato. Finalmente Laura urlò inarcando tutto il corpo, con gli occhi chiusi dimostrava nei tratti del viso un piacere non comune. Era completamente aperta verso il mio complice, il quale ne approfittava per darle dei colpi sempre più intensi. Lui seguiva fedelmente il suo respiro, utilizzandolo come spia delle ondate di piacere. Verso la fine Laura si rilassò tornando ad appoggiare la schiena al tavolo e ruotò il viso verso di me aprendo la bocca ancora distorta dal godimento. Appoggia il mio membro a quelle labbra avide e mi godetti il loro calore post orgasmico mentre Marco si muoveva lento in lei.
Aveva appena terminato di godere del primo orgasmo di quel lungo pomeriggio e il suo respiro era ancora ansimante, eppure già s’alzava a sedere guardandoci per poi indicare il divano. La accontentammo aiutandola a scendere dal tavolo, come appoggiò i piedi in terra si appoggiò a me aderendo con tutto il corpo al mio e mi baciò. Un bacio carico di passione e tensione erotica, del tutto privo del calore che usualmente aveva appena dopo un orgasmo, chiaramente voleva ancora godere. La sua eccitazione, nata dalla sorpresa della situazione che avevo creato per lei, non era certo scemata e lei, era ancora affamata di piacere. La condussi verso Marco che già si era accomodato quindi la feci inginocchiare sul divano al suo fianco. Dolcemente spinsi il suo viso verso il membro dell’uomo che l’aveva fatta venire e lei capì cosa le stavo chiedendo. Ingoiò quel membro con la stessa voracità dimostrata dal suo ventre pochi istanti prima, sia in bagno che sul tavolo. Subito iniziò a muoversi su di lui succhiandolo e scorrendolo in tutta la lunghezza. Mentre era concentrata nel suo compito mi mostrava le terga invitanti, le gambe leggermente divaricate mostravano la vulva arrossata e umida. Un sottile strato lucido ricopriva, invitante, le sue grandi labbra e io vi appoggiai il pene. Laura, forse troppo presa da quello che stava facendo, non intese le mie intenzioni quindi fu con suo grande stupore che si sentì penetrare all’improvviso. Dimostrò di gradire la mia presenza sollevando la testa per puntare al soffitto mentre un lungo gemito usciva dalla bocca. La trovai calda e enormemente dilatata, si percepiva chiaramente il suo recente orgasmo e il passaggio di un altro uomo. Lei accettò passivamente il ritmo che le imposi e, mentre stingeva tra le mani il membro di Marco, tornò ad ansimare. Alternava lunghi ingoi del pene davanti a lei con sguardi lanciati nella mia direzione. Appena ebbi scaricato la mia tensione erotica rallentai impostando un movimento più lungo e profondo. Laura, allora dedicò maggiore attenzione al pene che aveva tra le mani: lo leccava scorrendolo sopra e sotto per la sua lunghezza, giocava a stuzzicargli il glande con la lingua, poi lo ingoiava succhiando forte. Mi piaceva vederla così, ma più ancora mi piaceva vederla penetrata. L’immagine del suo viso a contatto con il membro di un altro uomo era profondamente erotica e stimolante, ma volevo di più. Desideravo, ora, poter nuovamente osservare il suo bellissimo corpo violato, vedere i delicati peli biondi della vagina aprirsi per accogliere un pene sconosciuto e guardare il suo viso distorto nel piacere che ne ricavava.
Uscii da lei e, approfittando delle sue proteste, le feci sollevare la schiena traendola verso di me. Da dietro le accarezzai il seno scendendo sino al ventre, la strinsi forte sin quando s’abbandonò tra le mie braccia. Sentivo il suo respiro crescere d’intensità, la pelle inumidirsi e diventare morbida al contrario dei muscoli che si tendevano spasmodici. La guidai, allora, a cavallo di Marco ma in modo che volgesse la schiena a lui. Con una mano sul collo, dolcemente, guidai la sua discesa sul membro che già conosceva e le successive sue evoluzioni. La sollevavo e la spingevo giù, ero io a guidare il suo accoppiamento ora; e a lei piaceva. Dalla mia posizione potevo osservare nei dettagli più intimi come il suo corpo diveniva più bello quando provava piacere. La costrinsi a guardarmi per poter leggere nei suoi occhi cosa stesse provando, mi ricambiò con uno sguardo appannato accentuato dalla bocca semiaperta in un lungo rantolo. Cercò il mio membro ma il desiderio con cui voleva cavalcare l’uomo che aveva dentro era più forte, allora reclinò la testa all’indietro e si lasciò invadere dalle sensazioni che salivano dal suo ventre. Conscia della mia vicinanza e del mio punto d’osservazione incavò il ventre in modo da consentire al mio sguardo di cadere proprio nel loro punto d’unione. Si appoggiò con le mani sul divano facendomi capire che ormai voleva essere libera di muoversi come preferiva. Il suo era uno spettacolo, una dimostrazione, per me. Non desiderava, ancora, un incontro a tre; in realtà non voleva distrazioni mentre cercava nuovamente il piacere. Un altro membro fra le labbra l’avrebbe distratta. Mi allontanai da loro portandomi sulla poltrona e li osservai. Laura si muoveva in modo da alternare lunghe e profonde penetrazioni con delle larghe escursioni delle anche. Saliva e scendeva su quel membro senza apparente fatica, non credevo potesse raggiungere un nuovo orgasmo così presto e fu con stupore che la vidi buttare il busto in avanti appoggiando le mani sulle ginocchia dell’uomo e quindi ansimare di piacere. Si contorceva con quel membro profondamente piantato nel ventre e godeva. Mi alzai dalla poltrona appena in tempo per trattenerla in quella posizione. Al termine del suo orgasmo voleva, chiaramente, restituire il favore con la bocca, ingoiando quel membro sino a sentirlo esplodere nella gola. Mentre stava per farlo uscire dolcemente da se la fermai. Lei mi guardò incuriosita e rimase seduta su di lui. Allora presentai il mi membro alla sua bocca aspettai.
Laura mi prese e aspirò con forza. Trasferì su di me tutta la passione che voleva scaricare sull’uomo che le aveva dato due orgasmi. Era fantastica e rischiavo di non durare a lungo, mi ritrassi e dopo averla presa per le spalle la sollevai leggermente per poi spingerla giù. Guidavo ancora una volta il suo accoppiamento. Lei intuì che desideravo ancora osservarla mentre saliva e scendeva a riempirsi di Marco e continuò da sola. Ogni volta che saliva mi dispensava una fugace leccata sul pene che si trovava a pochi centimetri dal suo viso. Puntai lo sguardo sulla vulva e osservai lo strato lucido e sempre più abbondante che lasciava sull’altro. Vedevo anche che si limitava a scorrere il membro senza più muovere il bacino avanti e indietro, allora abbassai le mie mani sulla sua vita e la guidai in quel movimento. Lo sguardo che mi lanciò era carico di passione, aprì la bocca e ingoiò nuovamente il mio pene senza lasciarlo più uscire.
Il suo movimento era troppo stimolante per Marco, notai che le sue mani stavano per spingere Laura sulla schiena in modo da farla sollevare poco prima di esplodere, le allontanai. Lei era troppo eccitata e dilatata per percepire l’improvviso ingrossamento del glande di lui, sintomo dell’imminente orgasmo, e continuò a muoversi incurante. Quando notai il viso di Marco contrarsi spinsi giù Laura verso di lui, impalandola sino in fondo, ancora lei non capi e immaginando che io volessi farglielo sentire sino in fondo mi ringraziò con una magnifica serie di leccate e forti aspirazioni che mi portarono all’orgasmo nell’attimo che anche Marco veniva.
Laura si sentì riempire da due parti, sentii la sua lingua bloccarsi nell’attimo che capì quello che stava avvenendo nel suo ventre, poi la consapevolezza che io l’avevo spinta giù per quello quasi le procurò un nuovo intenso piacere. Lei prendeva le opportune precauzioni, quindi non correva alcun rischio, ma pensava che io non potessi sopportare l’idea di un altro uomo che le veniva dentro. Non ho mai capito da cosa nascesse la sua convinzione, ma nella sua perversione aveva di queste remore. Ci lasciò godere di lei in lei, poi si sollevò per portarsi a qualche passo da noi e ci guardò.
Nei suoi occhi leggevo un piacere pieno di gratitudine e scendendo lungo il suo corpo riconoscevo i segni di quello che era appena successo. Un rigolo del mio seme le colava sul seno, quel poco che le era sfuggito dalla bocca, mentre tra le sue cosce gli umori della vagina misti allo sperma di Marco stavano lentamente scendendo. Disse che voleva fare subito una doccia e ci abbandonò nudi e sconsolati. In fondo, visto che lei aveva tanto goduto di noi, speravamo ancora in un suo interessamento. Marco mi domandò con lo sguardo cosa prevedeva il futuro e io gli risposi con lo stesso mezzo che non ne avevo la minima idea.
Raggiunsi la mia donna in bagno, alla doccia aveva preferito la vasca ancora piena d’acqua, che vista la stagione estiva, non si era ancora raffreddata. Immersa sino al collo si limito ad un “grazie!” quando mi vide entrare. Mi sedetti sul bordo e l’accarezzai su una guancia.
– Allora? E’ finita così? – le domandai
– Così … cosa? – fece di rimando lei
– Il gioco … non mi dire che ne hai avuto abbastanza?
– Sono venuta due volte .. anzi quasi tre! – disse lei con la voce ancora rotta dall’emozione
– E non vuoi godere ancora?
Laura mi guardò come se si trovasse di fronte ad un alieno, un uomo che pensava di conoscere, ma che in realtà non conosceva affatto.
– E ..cosa ti aspetti da me …ora? – mi chiese
– Sei sempre alla ricerca della trasgressione … cerchi degli amanti per poter provare il piacere che nasce da un rapporto proibito, infedele, illecito. Dalla trasgressione, appunto, … e ora che puoi veramente trasgredire … non vai sino in fondo?
– Penso di essere già andata sino in fondo … ho preso nel mio ventre il seme di un altro uomo davanti a te, mentre bevevo il tuo … non credi che sia trasgressivo questo?
– Si! Lo è.
Ma, pensavo … di farlo in tre!
– In tre? – mi domandò più stupita che mai – e come?
– Hai capito benissimo come … dai … siamo giunti a tanto …proviamo!
– Tu sei ….! – non terminò la frase, chiuse gli occhi per un lungo istante e poi disse – Lo sai che dietro mi fa male … se non fai più che attenzione!
– Lo so ..ci starò io .. e farò attenzione!
Laura mi fissò per lungo tempo. Un periodo in cui, immagino, realizzo con la mente il tipo di amplesso che le stavo chiedendo, valutandone tutti gli aspetti. Poi mi disse:
– Non me la sento … scusa!
– Non c’è problema … ma cosa faccio, congedo il nostro amico o gli dico di rimanere ancora un po’?
– Salutalo anche per me … poi torna qua!
Tornai in sala dove trovai Marco già vestito. Lo misi al corrente del mio discorso con Laura e lui capì cosa avevo in mente, mi disse che le era già capitato e di non preoccuparmi, di darle il tempo di adattarsi all’idea; che in fondo la trasgressione tanto cercata dalla mia donna, in realtà, la spaventava quando era proposta da me. Era un classico! Si dichiarò disponibile ad un futuro incontro e non avevo dubbi su questa sua affermazione. Sulla porta mi salutò con uno sguardo che intesi come d’invidia per il fatto che rimanevo lì con quella donna.
Tornato da Laura l’aiutai ad asciugarsi, la massaggiai con l’asciugamano come poco prima aveva fatto Marco e lei reagì allo stesso modo. Era nuovamente pronta a godere, quello che aveva appena vissuto e le mie parole di poco prima, avevano generato in lei uno stato d’eccitazione che sarebbe durato per giorni. Come aveva agito con Marco fece con me. Mi spinse verso il bordo della vasca e si mise a cavallo sulle mie ginocchia. Iniziò a strofinare il pube, umido dal bagno, sul mio pene rilassato portandolo presto in erezione, quindi si sollevò guidandoselo dentro. Aderì completamente a me mentre si muoveva cercando il piacere. Tentai di favorirla raggiungendo con difficoltà il clitoride passando da dietro le natiche, ma lei disse di lasciar stare. Godeva già a sufficienza e non voleva che la mia stimolazione rovinasse l’orgasmo profondo che cercava. Non si staccò da me un istante, mi stringeva forte a se e io ricambiavo. All’improvviso mi cercò con le labbra e mi baciò con una passione che non sentivo da anni; dai nostri primi incontri. Muoveva veloce la lingua sulla mia in netto contrasto con la calma e l’intensità con cui agitava le anche.
Sentii il suo respiro fermarsi insieme alla lingua quando venne, allora rilasciai il mio controllo e venni in lei, pochi istanti dopo l’inizio del suo orgasmo. Laura sentì il mio seme spandersi nel ventre ed aprì ancora di più le gambe in modo da scendere il più possibile su di me. Smise di baciarmi solo quando il mio membro, esausto, si afflosciò dentro di lei.
Forse era uno sfogo, uno scarico per l’eccitazione, o il suo modo unico di ringraziarmi per quello che le avevo concesso di fare. Però non sapeva ancora che io volevo dimostrasse la sua gratitudine in altro modo.
Preparammo la cena insieme come al solito e io ne approfittai per annunciarle il resto della serata.
– Non mi hai detto niente su questo pomeriggio! – la stuzzicai.
– Pensavo d’avertelo dimostrato?!
– Si. Sei stata magnifica, prima e dopo … ma non mi hai detto cosa hai provato, come quanto hai goduto ….!!!
– Ti prego … non ora … se ci penso mi viene voglia di saltarti addosso … dobbiamo nutrirci prima! – scherzò lei
– Dai ! …Sii seria, ti è piaciuto vero? – domanda retorica!
– Lo sai!
– Dimmi a cosa pensavi mentre eri distesa sul tavolo o mentre eri su di lui sul divano, cosa provavi, quello che sentivi incrociando il mio sguardo.
– Godevo! Traevo piacere dal fatto che tu eri li, che lo facevo davanti a te, il mio uomo!
Pensavo: “Guardami, guardami … lo vedi come mi entra dentro … lo vedi come mi piace?”
E impazzivo al pensiero che i tuoi occhi erano su di me … poi, quando, mi hai spinta giù su di lui in modo che mi riempisse …. Sono quasi venuta solo al pensiero che eri tu a volerlo!
Sei unico! Ma non so come spiegartelo …non è facile, credo che siano cose che sentiamo e proviamo solo noi donne … non so … penso che ad un uomo non farebbe lo stesso effetto scopare di fronte alla sua donna, a farsi guidare, spiare da lei … non credo, ci vuole quella sottile forma d’esibizionismo tipicamente femminile.
– Credi? – fu la mia affermazione
– Cosa? – mi domandò confusa
– A quello che hai appena detto, che a me non piacerebbe .. farlo davanti a te e con te …con una terza donna, questa volta.
– Si .. ne sono sicura, tu sei così … restio a metterti in mostra, così …- non la lasciai terminare
– Ma saresti disposta a provare, in fondo me lo devi!
Laura pensava scherzassi, convinta di conoscermi a fondo, e mi disse che era disposta a dividermi con un’altra donna. Sempre che io la trovassi.
Laura è così: sicura e spregiudicata a volte, semplice e innocente altre. Non aveva tenuto conto del fatto che ero stato proprio io a trovare l’uomo con cui dividerla in quanto nessuno dei suoi saltuari amanti sarebbe stato disposto ad accettare la mia presenza. Allo stesso modo e proprio grazie a Marco avevo trovato la donna da inserire tra di noi. Questa fu la prima cosa che gli chiesi durante i nostri incontri preliminari. Marco si dimostrò subito disponibile, giocava con le coppie da molto tempo e conosceva la donna adatta che, per magnifico caso, risiedeva proprio nella nostra città. Me la presentò poi ci lasciò soli in modo da consentirci di fare reciproca conoscenza.
Mi trovai di fronte una donna, sicuramente molto bella, con una capacità di dialogo unica. Non ebbi alcuna difficoltà a raccontarle tutto del mio rapporto con Laura e della prova a cui volevo sottoporla. Forse fingeva comprensione, ma se lo faceva era veramente abile e sicuramente molto intelligente. Finimmo a letto insieme la sera stessa.
Quando annunciai a Laura che la donna l’avevo già trovata restò immobile a fissarmi come se mi vedesse per la prima volta, era il giorno delle sorprese per lei. Si avvicinò portando il suo viso sotto il mio e mi chiese:
– Te la sei già ….insomma, siete stati a letto insieme?!
– Si! – risposi con assoluta naturalezza, imitandola quando mi confessava i suoi tradimenti.
Laura spalancò gli occhi dalla sorpresa e notai che faticava a mantenere il controllo delle sue emozioni. Mentre una piccolissima lacrima iniziava a scendere lenta lungo il suo nasino mi disse:
– Si, è giusto! Anche tu hai il diritto di sfogare gli istinti come me!
Vedevo il suo bacino contrarsi nel tentativo di colmare quel senso di vuoto che sentiva nascere dentro di se, una sensazione che io conoscevo benissimo dalle tante volte che, lei, me l’aveva fatta provare. Quel turbamento che nasce ogni volta che scopri di non conoscere affatto la persona con cui vivi. Non è propriamente gelosia, ma stupore misto ad un leggero dolore dovuto alla morte delle illusioni.
Scollegai la mia coscienza e agii come era solita agire lei. Mi avvicinai riconquistando lo spazio che aveva interposto tra di noi dopo il mio annuncio.
– Ma lo sai che io amo solo te! – le dissi – Quella donna è stato solo uno sfogo, solo sesso che ha coinvolto esclusivamente i nostri corpi … non il nostro cuore!
Laura ascoltava senza proferire parola, si abbandonò al mio abbraccio e, lentamente, si calmò. Sapeva di doverlo accettare come io avevo accettato lei, non aveva scelta.
Durante la cena mi domando altre notizie su di lei, voleva sapere com’era, quanti anni aveva e quando l’avrebbe dovuta incontrare per dividermi con lei. Fui chiaro nella mia esposizione, anche se evitai di guardarla negli occhi mentre descrivevo il corpo di quella donna, temevo di leggervi un dolore che solo un animo femminile colpito nella sua sicurezza sa esprimere. Le dissi anche che lei era disponibile ad incontrarci quella sera stessa. In breve, Laura accettò inconsapevolmente di seguire il mio piano sino in fondo.
Dopo cena, mentre la mia donna si preparava all’incontro, telefonai a Claudia, questo è il suo nome. Le raccontai velocemente il pomeriggio e l’aggiornai sui miei discorsi fatti a Laura. Combinammo di vederci da lì ad un ora a casa nostra. Fatto questo cercai Laura per comunicarle quanto avevamo stabilito. In bagno, dove pensavo di trovarla intenta nei suoi preparativi non c’era; allora tentai in camera e qui la trovai. Dalla porta socchiusa la vidi intenta a rimirarsi sul grosso specchio dell’armadio, la scena era carica d’erotismo e rimasi in silenzio celandole la mia presenza. Sul letto erano sparsi vari capi di biancheria intima, tutti molto belli e sensuali, e lei li prendeva uno per uno presentandoli sul suo corpo. Pareva che dovesse incontrare un altro uomo, non una donna. Evidentemente voleva figurare al massimo della sua femminilità temendo, forse, il confronto con l’altra. Questa ipotesi era avvalorata dall’espressione del suo viso, solitamente quando si vestiva provocante per un incontro il volto dimostrava sicurezza e malizia; ora, invece, era concentrata nel dubbio. Si mordicchiava il labbro inferiore mentre spalancava gli occhi studiandosi nel riflesso. In fondo mi faceva tenerezza quella sua insicurezza, anche io stavo vedendo davanti a me una donna sconosciuta. Da sempre lei si era dimostrata spavaldamente conscia della sua bellezza e usava la naturale sensualità di cui era dotata per smuovere il mondo intorno a lei. Ora era lì del tutto priva di quelle qualità che inizialmente mi avevano attratto e dimostrava, forse, il suo vero animo. Un aspetto di lei che sicuramente stava attirando la mia attenzione e smuoveva dei sentimenti che pensavo di non provare più per lei dal giorno in cui mi confessò la sua passione per il tradimento.
Era troppo tardi per tornare indietro e, comunque, dovevo andare sino in fondo ora che il mio piano si stava realizzando nel migliore dei modi.
Quando Claudia suonò al citofono, Laura era pronta a riceverla. Si era truccata e pettinata con cura, indossava l’abito leggero e aderente che spesso utilizzava per sedurre i suoi amanti; un vestito che evidenziava le curve del corpo in special modo quelle del suo magnifico seno. Andò lei ad aprire la porta, non volle che fossi io ad accogliere quella donna; aveva deciso di affrontarla subito. Mi trovavo alle sue spalle quando aprì e da quella posizione potei assistere al loro confronto. Non avevo mai visto due donne sfidarsi silenziosamente e, devo ammettere, la cosa mi stava eccitando.
La loro altezza corrispondeva, lo sapevo già, quindi si scambiarono una lunga occhiata senza che nessuna delle due dovesse abbassare o alzare lo sguardo, questo le mise già subito sullo stesso piano. Claudia si presentò per prima vincendo il gelo iniziale subito contraccambiata da Laura che si scostò per farla entrare. Prima ancora di salutare me, la mia recente amica, si complimentò con la mia donna per lo stupendo abito che indossava e lo fece con un tono di voce tanto sincero da far scattare subito una scintilla di simpatia tra di loro. Poi, mi si avvicinò baciandomi sulle labbra e questo smorzò un po’ quella scintilla. Le guidai quindi in sala, nello stesso locale dove Laura aveva goduto più volte quel pomeriggio. Le feci accomodare sul divano e le lasciai sole per un istante, recandomi in cucina per prendere qualcosa da bere e i bicchieri. Al mio ritorno le trovai in silenzio, si respirava in quella camera una tensione che non si era nemmeno prospettata nel pomeriggio tra me e Marco, non sapevo come agire per sciogliere le due donne e lancia una richiesta di soccorso a Claudia. Fu lei, infatti, a rompere l’imbarazzo di Laura coinvolgendola in una conversazione dai toni sempre più intimi, lentamente si ritrovarono a parlare delle proprie esperienze sia sentimentali che erotiche. Scoprii in questo modo molte cose sia sul conto di Claudia che su quello della mia compagna, le due donne parlavano liberamente tra di loro, interpellandomi per avere il punto di vista maschile su di un dato argomento piuttosto che su di un altro. Le guardavo stupito, in poco tempo stava nascendo tra di loro l’intesa che aveva richiesto più di un incontro a me e Marco, ne ero felice ma temevo che diventassero amiche, non era questo il mio scopo per quella sera. Capii più tardi che quella era un abile mossa di Claudia per sciogliere Laura. Partecipavo alla conversazione seduto sulla poltrona che mi aveva accolto spettatore delle evoluzioni di Laura sul membro di Marco quel pomeriggio, quando Claudia mi invitò a raggiungerle sul divano, evidentemente sentiva che la mia compagna era pronta.
Mi fecero spazio. Una volta seduto Claudia chiese a Laura di raccontare nei dettagli il pomeriggio di trasgressione che aveva vissuto. La mia donna iniziò dalla vasca da bagno, convinta che io non li avessi osservati. Mentre raccontava riviveva le sensazioni che aveva provato, sentivo la sua voce divenire sempre più calda e sensuale; per rammentare meglio chiuse gli occhi perdendosi nei ricordi. Claudia si sistemò in modo da poterla vedere meglio, nel farlo la sua corta gonna salì lasciandomi intravedere il delicato traforo della biancheria scura che indossava, era un invito al quale non potevo sottrarmi e, prontamente, appoggiai una mano sulle sue gambe. Il racconto di Laura ci stava eccitando, spinsi la mia mano a incontrare il pube dell’altra donna che subito si aprì di più. Ascoltavo Laura e guardavo negli occhi Claudia, il suo sguardo mi chiedeva di spogliarla e l’accontentai. Sbottonai la sua camicetta mentre con l’alta mano m’infilavo sotto gli slip. La trovai eccitata, più di quello che potevo immaginare, il mio contatto con le sue grandi labbra risvegliò l’istinto sino allora contenuto. Si chinò su di me, mi leccò sulla bocca mentre armeggiava con la chiusura dei miei calzoni. A fatica mi liberò dell’ingombro della biancheria ed estrasse il mio pene quel tanto che era sufficiente per consentirle d’ingoiarlo. Pensai di venire subito, al primo contatto della sua lingua sul glande, rantolai distraendo Laura dal suo racconto. Come la mia donna aprì gli occhi vide la capigliatura nera di Claudia che si sollevava e abbassava sulla mia zona genitale. Spalancò gli occhi spostandoli a fatica da quell’immagine sui miei. Come ebbi il suo sguardo la chiamai e lei si precipitò a baciarmi mettendosi in ginocchio sul divano. La lingua di Laura invase la mia bocca togliendomi il respiro, tentai di raggiungere le sue cosce da sotto l’orlo del vestito. A fatica trovai la mia meta, salii seguendo l’interno delle sue gambe e raggiunsi presto il pube della mia donna. Con mia grande sorpresa incontrai subito i delicati peli invece degli slip, non so quando ma si era già tolta la biancheria. Anche lei era eccitata, forse più dal suo racconto che dalla situazione, la penetrai con un dito facendola gemere.
Claudia mi stava facendo godere troppo, con la mano libera spinsi giù la sua testa mantenendola in quella posizione, lei allora si limitò a succhiare il mio membro senza più scorrerlo, pericolosamente, in lunghezza. Chiusi la bocca a Laura e l’allontanai da me. Una volta eretta sulle ginocchia con la mano tentai di sollevarle il vestito. Lei intuì e mi aiutò, tirò l’abito sino in vita scoprendo completamente il ventre, allora guidai il suo viso verso quello di Claudia. Ben presto sentii le loro lingue leccarmi all’unisono. Il sedere di Laura, completamente scoperto era voluttuosamente spinto in alto, un immagine troppo invitante. Pregai le due donne di sollevarsi da me, anche perché ero ormai al limite della sopportazione, ancora pochi colpi di lingua ed avrei imbrattato i loro bellissimi visi.
Lasciai Laura nella posizione in cui si trovava e invitai Claudia ad alzarsi con me, quindi ci spogliammo a vicenda sotto gli occhi della mia compagna che seguiva le nostre mosse con acuto interesse, forse più concentrato sul corpo della mia amica che sul mio. Slacciai la gonna di Claudia mentre lei mi sbottonava la camicia e sorrisi compiaciuto quando notai che aveva indossato il reggicalze, sapeva quanto mi piaceva. Sciolsi il suo reggiseno mentre ancora indossava la camicetta e mi precipitai a leccare quei capezzoli invitanti, il suo seno era meno prosperoso di quello di Laura ma non sfigurava affatto accanto al suo, come ebbi modo di scoprire.
Naturalmente non si tolse le calze e nemmeno le scarpe. Una volta nudi si portò alle mie spalle, prese il mi membro da dietro e mi guidò verso Laura, che era sempre inginocchiata sul divano, spinse allora il pene in direzione delle sue labbra. La mia donna lo ingoiò per la prima volta quella sera sino scontrarsi con la mano di Claudia che me lo guidava nella sua bocca. Nel mentre con l’altra mano mi massaggiava i testicoli, era stupenda la sensazione del suo seno premuto sulla schiena unita al calore del ventre che mi solleticava le natiche. Laura succhiava sempre più veloce eccitata dall’offerta che aveva ricevuto. Avevo lo sguardo fisso sul suo sedere che si muoveva invitante, non resistetti! La presi per le spalle e la feci girare per poterla penetrare. Anche questa volta Claudia mi guidò nella mia compagna, appoggiò il mio membro tra le sue grandi labbra e come vide che si aprivano spinse il suo corpo sul mio che di riflesso penetrò Laura. Era Claudia, in fondo, a guidare il nostro ritmo, dopo avermi cinto la vita mi tirava a se per poi spingermi in avanti. Il calore che emanava era stupendo e mi disponevo in modo da mettere la maggior porzione di pelle a contatto con lei. Laura, dal canto suo, stava gustandosi il mio membro senza curarsi di quello che avveniva dietro. Solo quando voltò lo sguardo e vide Claudia aderente a me sentii la sua vulva contrarsi. Per la prima volta vidi la mia donna recitare il piacere, iniziò ad ansimare in un modo del tutto spropositato, nemmeno nel pomeriggio durante gli intensi orgasmi che aveva avuto rantolava in quel modo. Sapevo che non corrispondeva a ciò che realmente sentiva da come si muoveva, l’interno della sua vagina, invece di dilatarsi come sempre faceva in prossimità dell’orgasmo, si stava contraendo e la lubrificazione diminuiva. In quelle condizioni io sentivo troppo bene la sua forma traendone uno stimolo troppo intenso. Prima di raggiungere il punto di non ritorno per me spinsi forte Claudia indietro uscendo, al contempo da Laura. Guardai la donna in piedi al mio fianco e le dissi che ora volevo lei.
Mi accomodai sul divano vicino a Laura e feci cenno a Claudia di salire a cavallo delle mie gambe. Mentre lei saliva Laura si rannicchiò in un angolo con le gambe incrociate, vidi i suoi occhi fissi sul mio membro che lentamente entrava nel ventre di Claudia. La quale fece in modo di scendere con un angolazione tale da mostrare quanto fosse ben fatto il suo corpo. Entrai senza fatica in lei, era molto più eccitata di Laura e tanto bagnata che sentivo i suoi umori inumidirmi i peli pubici. Feci cenno a Laura di avvicinarsi, volevo i suoi baci mentre l’altra mi cavalcava, ma lei si rifiutò. Restò ferma a guardarci con uno sguardo indefinibile. Claudia si muoveva lenta, completamente appoggiata a me muoveva le anche e il bacino in modo da sentirmi al meglio. Visto che Laura non interveniva portai le mie mani sul corpo della donna che avevo sopra, le strinsi forte le natiche sollevandola un po’, poi scorsi verso l’alto la sua schiena e raggiunta la nuca la tirai verso di me per baciarla. Ci scambiammo un lunghissimo bacio che estendeva le sensazioni provenienti dal basso verso l’alto e, al contempo, spingeva quelle delle nostra lingue a contatto verso il basso. Unendo in questo modo i genitali al cervello. Poiché ciò ch’è in alto è come ciò ch’è in basso. Mi persi nel nostro amplesso così come fece Claudia. Il piacere stava nascendo lento ma inesorabile.
Mi ricordai della mia donna e guardai nella sua direzione, era sempre lì immobile con gli occhi su di noi. Non riuscivo a decifrare il suo sguardo, mi pareva sconvolta o indifferente, per la prima volta non riuscivo a capire cosa stesse provando. Anche Claudia la osservò, allora mi sussurrò nell’orecchio che stavo per raggiungere il mio scopo: quello di dimostrare a Laura quanto potesse essere doloroso assistere all’unione della persona che si amava con un partner occasionale, se questo avveniva contro la propria volontà. Mi disse anche che stavamo per darle il colpo di grazia, infatti, iniziò a muoversi più intensamente. Intuii cosa intendeva e portai una mano, da dietro le natiche, sul clitoride spingendola inesorabilmente verso l’orgasmo.
Claudia miscelò abilmente delle lunghe corse con i movimenti circolari del pube, un insieme micidiale e irresistibile. Poco prima di venire mi urlò di riempirla e quindi si abbandonò al piacere. Sentii l’orgasmo invaderla dai suoi muscoli prima ancora di sentirla urlare. Mentre godeva si muoveva come una forsennata su e giù sopra di me, era talmente eccitata che non la sentivo quasi più, la sua vagina era un lago. Non ebbi quindi alcuna difficoltà a mantenere il mio membro perfettamente eretto a sua disposizione. Solo verso la fine si calmò scendendo tutta su di me, allora mi chiese ancora di riempirla e contraendo forte il ventre si mosse in modo da farmi esplodere. Era abilissima, voltai lo sguardo verso Laura e mi soffermai sui suoi occhi. La fissai sino all’attimo che l’intenso piacere me li fece chiudere e mi lasciai andare dentro Claudia. Lei seguì il mio orgasmo con dei movimenti che parevano intesi a risucchiare nel suo ventre il mio seme. Ebbi un orgasmo lunghissimo, inaspettato dopo quelli del pomeriggio. Claudia mi trattenne dentro sino alla fine e pareva restia a sollevarsi da me. Solo quando senti che mi stavo rilassando si sollevo per cadere esausta al mio fianco. Si sporse allora verso di me e prima di baciarmi mi guardò a lungo. Il suo bacio era un eccitante migliore della situazione in cuoi ci trovavamo. Forse era un illusione ma sentivo nuovamente il pene muoversi con intenzioni bellicose. Stupito da questo lo guardai appena lei si staccò da me. Claudia intendendo il mio sguardo come un invito si chinò per prenderlo in bocca, poi ci ripensò e chiamò con un cenno Laura. La mia donna obbedì a quel richiamo con lo sguardo spento, pareva priva d’ogni volontà. Tutta la sua decisione e sicurezza dimostrata nel soddisfare due uomini quel pomeriggio era sparita.
Claudia prese il mio membro ormai privo di turgore e lo offrì a Laura, la quale lo cinse tra le labbra. Lentamente iniziò a succhiarlo e leccarlo, ma con meno passione del solito. Claudia mi guardò con un sorriso mentre accarezzava la nuca di Laura. Il mio sguardo cadde sulla zona pubica di lei e il ricordo di quello che avevo appena fatto con quella donna mi fece collegare i suoi umori al mio pene, compresi che in quel momento Laura stava recependo il sapore di un’altra donna e ripensai a tutte le volte che l’avevo trovata calda e bagnata per il rapporto avuto da poco con un altro uomo e intrisa del suo profumo. L’idea mi eccitò come non mai, la mia parte razionale mi diceva che quello che provavo non era un sentimento di cui esserne fieri, ma la parte animale di me godeva di quella rivincita. Il cuore, spinto dall’irrazionalità, iniziò a pompare sangue al mio membro, riportandolo al turgore iniziale. Immagino che Laura stessa si stupì nel sentirlo erigersi tra le sue labbra, mai ci era capitato di avere dei rapporti così ravvicinati. La consapevolezza d’essere nuovamente pronto ad un rapporto mi carico esaltando il mio ego di maschio, sollevai il viso della mia donna e la guardai negli occhi mentre le assicuravo che ora toccava a lei. Laura non disse nulla, non protesto e nemmeno si dichiarò felice di ricevermi.
La presi per le spalle spingendola a sdraiarsi sul divano, con le gambe giù in terra, io mi inginocchiai davanti a lei e dopo averla presa per le natiche portai il pube sul confine del cuscino. Lei aprì istintivamente le gambe offrendosi. Guardai ancora una volta Claudia e spinto dal suo sguardo puntai il membro tra la femminilità di Laura. Lo speravo ma non me lo aspettavo di trovarla così eccitata, la luce che aveva negli occhi non faceva minimamente supporre il suo stato. La penetrai con dolcezza e decisione, come sapevo piacere a lei, come tante volte mi aveva descritto essere stata presa. La sua espressione non mutò, emise solo un leggero sospiro di soddisfazione. Mentre mi muovevo in lei la masturbai con i pollici delle mie mani appoggiate sul suo bacino. Le piaceva, era chiaro, e poco alla volta si sciolse.
L’intenso piacere che mi aveva dato Claudia mi aveva reso insensibile, il mio glande ancora arrossato dal precedente rapporto non coglieva alla perfezione l’interno della mia donna, e questo mi permise di stuzzicare e stimolare Laura sino a sentirla pronta al piacere. Mano a mano che percepivo dilatarsi la sua vagina capivo che lei stava vincendo gli stati d’animo avversi di quell’esperienza, si stava lasciando andare e guidare verso il suo orgasmo. Mi muovevo studiando in ogni istante le sue reazioni e a tempo con le contrazioni del ventre; instancabilmente muovevo le dita sul suo clitoride sino a sentirla finalmente gemere. In genere, una volta giunta a quel punto non le mancava molto all’orgasmo, infatti, mi aspettavo di vederla inarcare la schiena e urlare. Invece continuava a muovere il bacino, stringendo forte l’interno della vagina contro il mio membro, senza tregua. Non l’avevo mai vista impiegare tanto tempo per raggiungere l’orgasmo.
Quando pensai che stesse per esplodere si lasciò andare completamente sul divano e mi disse, con un tono di voce rassegnato:
– Non ci riesco, lasciati andare … vieni tu!
– Dai che ci sei quasi! – la incitai.
– Ci sono con il corpo ma la mente non lo segue … dai vieni tu, come vuoi!
Uscii da lei e mi sedetti in mezzo alle due donne, guardai Claudia ma non ottenni nessun aiuto o suggerimento da lei.
– Cosa ti succede? Non è date questo? – domandai a Laura
– Non lo so … non riesco a togliermi dalla testa alcuni pensieri!
– Quali? – chiesi preoccupato.
– Lascia stare! Dai ne parliamo poi … con calma!
Stavo per ribattere ma fui bloccato dalla mano di Claudia, mi voltai verso di lei in tempo per vederla scendere sul mio membro. Me lo ingoiò ancora una volta sotto gli occhi di Laura.
Non voleva solamente eccitarmi, il suo scopo era quello di farmi nuovamente venire. Unì la mano alla bocca e in pochi e decisi movimenti mi portò all’orgasmo. Si lasciò riempire la bocca dal poco seme che ormai rimaneva a mia disposizione, poi si alzò e raggiunse Laura. Avvicinò il suo viso a quello della mia donna e appoggiò le labbra alle sue. Laura le aprì ricevendo il seme che Claudia non aveva ingoiato. Vedevo il mio sperma colare dalla lingua di Claudia in bocca a Laura, l’immagine mi s’impresse nella memoria in maniera indelebile. Poi sentii Claudia sussurrare:
– Ti restituisco il tuo uomo, tieni!
Laura la guardo intensamente, quindi chiuse le labbra e ingoiò.
Claudia era giunta in taxi e io la riportai a casa vista l’ora oramai tarda. Nel tragitto le chiesi spiegazioni sul comportamento di Laura, speravo che una donna potesse capirla meglio di me. Lei sostenne che, molto probabilmente, Laura non era riuscita ad accettare il confronto con lei, oppure non accettava il fatto che anche io potessi avere una relazione esterna alla coppia. Secondo Claudia era stata proprio quest’ultima notizia a distruggere la sua autostima e a metterla, per la prima volta, di fronte al fatto che lei non era l’unica donna sul pianeta.
Claudia aveva ragione in parte. Una vota tornato a casa trovai Laura ancora sul divano che mi aspettava.
Quella notte parlammo a lungo e sinceramente per la prima volta da che era iniziata la nostra relazione. Lei tentò di spiegarmi cosa la portava all’infedeltà, mi disse che era più forte di lei e non poteva resistere alla tentazione di provare l’incredibile eccitazione che una relazione clandestina sapeva donarle. Mi parlò, finalmente senza tabù, di quello che aveva provato quel pomeriggio confrontandolo con le sue sensazioni della serata.
In pratica non riusciva ad accettare il fatto che io non fossi sufficientemente appagato da lei tanto da cercarmi un’altra donna e da portarla in mezzo a noi. Non capiva come fosse possibile che lei tanto desiderata da tutti non mi appagasse.
Seguivo i suoi discorsi stentando a credere a ciò che udivo. Nei suoi monologhi cito sempre se stessa e riferì solo dei suoi sentimenti. Mai si preoccupò di chiedermi cosa avevo provato io nel pomeriggio quando era lei tra le braccia di un altro o nelle tante volte in cui mi aveva confessato i suoi tradimenti. Parlava solo di me con un’altra. Disse che stava per impazzire quando mi vide pulsare nel ventre di Claudia e di aver provato un sentimento di profonda gelosia e odio verso quella donna.
Tentai, allora, di calmarla ancora una volta promettendole di non costringerla a ripetere quell’esperienza se le procurava tanto dolore. Ottenuta la sua attenzione le dissi, però, che una coppia si stabilizzava nell’equilibrio e quindi non poteva impedirmi di avere una amica molto particolare se lei continuava ad incontrare altri uomini. In fondo la mia non era una ricerca di sensazioni che le non sapeva più darmi, ma solo il desiderio di qualcosa di più. Esattamente come nel suo caso.
Dopo un lungo silenzio, Laura mi confessò che non era tanto la consapevolezza di sapermi con un’altra donna ad infastidirla ma il confronto che inevitabilmente ne sarebbe nato. Temeva di essere giudicata, valutata, grazie ai nuovi termini che Claudia mi avrebbe fornito. Lei non amava mettersi in discussione! Evidentemente, questo era il suo modo d’agire nei miei confronti, chissà quante volte mi aveva valutato dopo aver conosciuto un altro uomo, ed ora temeva di trovarsi nella mia condizione. Ora capivo cosa l’avesse sconvolta di più in quel pomeriggio: non il fatto di dividerla con un altro ma che io ne accettassi il confronto! Purtroppo, per lei, io non mi ero affatto confrontato con Marco.
Il tema del primo incontro tra me e il mio complice fu proprio questo. Marco, forte della sua esperienza nel gioco con le coppie, si permise di darmi alcuni consigli; ed io glie né fui molto grato. Mi disse: “ Vedi, noi non dobbiamo sfidarci quando saremo con lei, non siamo obbligati a confrontarci tra di noi … dobbiamo collaborare. Il nostro obbiettivo sarà il suo piacere prima di tutto. Se iniziamo a verificare chi dei due c’è l’ha più lungo, chi la fa godere di più, chi è più in forma dell’altro .. è la fine! La nostra attenzione deve essere solo per lei, al limite di non cercare il nostro piacere ma solo il suo. Ho visto fallire più di un incontro ben preparato solo per questo banale motivo”. Marco aveva ragione, seguendo il suo consiglio avevamo regalato a Laura un pomeriggio fantastico senza rinunciare al nostro piacere. Occorreva, quindi, in questo gioco una buona dose di generosità e di sicurezza in se stessi. Doti che la mia donna aveva dimostrato di non possedere la sera stessa.
Mi ritrovai ad inseguire i miei pensieri senza più ascoltare le parole di Laura, poco alla volta mi accorgevo di disinteressarmi a ciò che aveva da dirmi. Purtroppo avevo visto un aspetto di lei molto più deleterio della sua infedeltà: il suo egoismo o ciò che, in quell’occasione, definii in questo modo.
Me ne andai pochi giorni dopo, senza traumi per nessuno, oramai anche Laura aveva capito che non potevo accettare di dividere la mia vita con una donna che adottava due sistemi di misura: uno per lei e uno per tutti gli altri.
Telefonai a Claudia, la quale mi disse che si aspettava tutto questo e che aspettava anche me.
Scoprii in lei una donna completamente diversa da quello che m’immaginavo, ammetto di essermi lasciato conquistare dal suo corpo prima che dal resto. Non la conoscevo affatto e mi dedicai alla scoperta del suo più intimo essere, innamorandomi perdutamente man mano che la conoscevo meglio.