L’aveva incontrato al mare

L’aveva conosciuto durante una vacanza di un paio di settimane in Spagna. Era l’agosto del 2002, Marta e Alessandro, come spesso accadeva, si erano ridotti all’ultimo momento per trovare una soluzione per le proprie vacanze ed avevano scelto un villaggio su di un isola delle Baleari.

Un villaggio di piccole dimensioni, tale da non giustificare la presenza di una massa di animatori decisi a coinvolgerti in una marea di attività più o meno rilassanti. Tutto ciò aveva favorito l’incontro e la conoscenza con diversi compagni di vacanza.

Per carattere, sia Marta che Ale, erano poco propensi a familiarizzare con troppa facilità. Per loro la vacanza era un vero momento di relax da sfruttarsi appieno. Una dose massiccia di sole da godere, dei buoni libri da leggere e del buon cibo da assaporare.

Erano sposati da diversi anni e, nonostante una certa differenza di età, riuscivano a condividere pienamente gli interessi che li avevano portati ad unirsi. Marta, all’inizio dei suoi 40 anni, sfoggiava un fisico più che invidiabile. Mora, gli occhi verdi, una bella bocca carnosa ed un fisico asciutto caratterizzato da due gambe affusolate ed un seno piccolo e sodo, non passava di certo inosservata soprattutto quando sfoggiava costumi da bagno succinti o minigonne vertiginose.

Ale, di una decina di anni più vecchio di Marta, non si poteva certo confondere con un giovane palestrato ma conservava un aspetto curato e giovanile ed una particolare carica di simpatia.

I primi due giorni al villaggio erano trascorsi in tutta tranquillità come normalmente capita durante il periodo di ambientamento ad una nuova realtà.

Fu il terzo giorno che, per pura casualità, si trovarono a condividere il tavolo della cena con una famiglia di milanesi composta da madre, padre ed un figlio sedicenne. Il fatto di provenire dalla stessa città agevolò in qualche modo la conversazione e la serata trascorse piacevolmente anche dopo cena di fronte a qualche bevanda consumata al bar del villaggio.

Da quel momento la frequentazione divenne abituale, non solo in occasione della cena, ma anche durante le ore passate in spiaggia. In particolare Francesco, il figlio della coppia, apparentemente poco interessato a stabilire rapporti di conoscenza con giovani coetanei, aveva trovato in Marta una persona con cui dialogare di tutta una serie di argomenti. Di una intelligenza brillante il giovane si dimostrava interessato e preparato su molti argomenti ed era naturalmente attratto dalla possibilità di confrontarsi con una donna molto più grande di lui. Ad evitare fraintendimenti è opportuno dire che gli argomenti oggetto di conversazione nulla avevano a che fare con il sesso o con le relazioni uomo o donna in quanto Francesco, da questo punto di vista, si dimostrava piuttosto timido e riservato. Timidezza che ovviamente non gli impediva di fare cadere con una certa frequenza lo sguardo sul seno nudo di Marta o sul suo pube coperto da un ridottissimo perizoma. Tutto ciò accadeva in presenza sia di Ale che dei genitori di Francesco, a volte loro stessi coinvolti nella conversazione o, più spesso, impegnati nelle loro letture.

In un paio di occasioni Marta e Francesco si erano anche allontanati per fare un bagno insieme e ad Ale era parso di cogliere uno sguardo di preoccupazione negli occhi della mamma del ragazzo. Preoccupazione che non aveva ragione di esistere. Le due settimane erano infatti trascorse velocemente e, al momento del rientro a Milano, era rimasta una piacevole amicizia che si era concretizzata nello scambio di indirizzi e numeri di telefono.

Marta ed Ale avevano scherzato tra loro su di un presunto innamoramento di Francesco ma la cosa non era andata oltre.

Come spesso avviene le conoscenze nate sotto il sole non hanno poi un seguito una volta che si è rientrate nella realtà della vita quotidiana.

Fu quindi con una certa sorpresa che Marta si vide arrivare dopo circa sei mesi un sms di Francesco sul suo cellulare. Voleva sapere come stavamo e ci informava dei suoi progressi nello studio. Un messaggio assolutamente coerente con il carattere di Francesco. Da quel momento in poi tra i due si stabilì un contatto continuativo. Nulla di invadente, nulla di soffocante. Un sms o una telefonata ogni quindici giorni. “Come state ?”, gli auguri nelle ricorrenze e quattro chiacchiere sullo studio, il lavoro, i momenti di svago.

Francesco era molto impegnato con gli studi e non gli veniva concessa molta libertà di movimento da parte dei suoi genitori. Marta aveva provato in più occasioni ad invitarlo per bere un aperitivo ma lui regolarmente rifiutava adducendo la scusa degli impegni scolastici. Di fronte a piccole provocazioni che Marta provava a buttare lì, Francesco preferiva cambiare discorso senza riuscire a nascondere un certo imbarazzo.

Fu quindi solo dopo un anno da quando si erano conosciuti che i due si erano incontrati casualmente in una via del centro. Questa volta Marta era finalmente riuscita ad offrire un caffè a Francesco ed a passare un’ora piacevole con lui in un bar a raccontarsi di tutto. Ma, soprattutto, Marta era riuscita a strappare a Francesco la promessa di venire a farci visita un giorno, anche in considerazione del fatto che non abitavamo così lontani da lui.

Passarono comunque altri sei mesi, punteggiati da altre telefonate ed sms, prima che la promessa venisse rispettata. E, finalmente, un sabato pomeriggio di una calda giornata di fine giugno, a esami conclusi con successo, Francesco si fece sentire chiedendoci se poteva venire a trovarci.

Marta che Ale avevano accolto la proposta con piacere invitandolo a raggiungerli.

Ale quel pomeriggio aveva diverse cose da finire al suo computer ma era anche felice di rivedere quello strano giovane perso di vista da quasi due anni.

Marta era al tempo stesso contenta e leggermente emozionata. Sapeva perfettamente di avere colpito le fantasie di Francesco e ne era in qualche modo lusingata. Inoltre, da sempre, amava stuzzicare gli uomini, prendersi in un certo senso gioco di loro, fingere di non cogliere il loro interesse e, al tempo stesso, provocarlo con i propri comportamenti.

Si diceva che la giornata era calda, particolarmente calda, come è ormai consuetudine a Milano nel mese di giugno. Marta indossava una camicetta bianca annodata in vita, due bottoni allacciati nella parte superiore lasciavano abbondantemente scoperta l’attaccatura del seno. Una minigonna blu, piuttosto ampia, svolazzante ma, soprattutto, molto corta, completava l’abbigliamento di Marta quando si presentò ad aprire la porta a Francesco.

Baci e abbracci e poi tutti seduti sul divano a bere una bibita gelata. Francesco era felice, gli esami erano andati alla grande e lo aspettava una lunga estate di divertimento. Aveva compiuto da qualche mese i 18 anni e quello sarebbe stato il primo anno di vacanze senza i genitori, pronto ad assaporare la libertà.

I discorsi correvano in libertà. Non era difficile scorgere, di tanto in tanto, le sfuggenti occhiate che Francesco indirizzava alle gambe o al seno di Marta. Non era cambiato rispetto a quando lo avevamo conosciuto. Era sufficiente che Marta lo guardasse quasi a volerlo rimproverare per le sue occhiate, per vederlo arrossire. Trascorsa una buona ora, Ale aveva deciso di tornare al suo lavoro in studio e aveva lasciato i due allo loro conversazione in salotto.

“Ale, accompagno Francesco a vedere il terrazzo” – la voce di Marta era arrivata fino in studio.

“Va bene” – aveva risposto Ale girando il capo verso il salotto verso i due che si avviavano alla scala a chiocciola. Dentro di sé non poteva evitare di pensare all’effetto che la salita lungo la scala a chiocciola avrebbe provocato agli ormoni di Francesco.

Poteva vederli distintamente. Marta saliva la scala seguita da vicino da Francesco. Le gambe erano completamente esposte davanti agli occhi del ragazzo e l’ondeggiare delle gonna non poteva non mettere in mostra anche qualche cosa di più. Sorridendo dentro di sé Ale aveva ripreso il suo lavoro.

Ultimata la salita. al piano superiore, Marta aveva preso per la mano Francesco e lo aveva condotto sull’ampio terrazzo circondato da una muraglia verde che lo rendevano invisibile a qualsiasi vicino.

“Vieni, lo senti il profumo dei gelsomini” – Marta si era rivolta a Francesco.

“Certo, è fortissimo, quasi ubriacante”

“Ti va se ci sediamo qui un po’ al sole ?” – aveva chiesto Marta.

“Si, si, per me va benissimo”

Francesco si era quindi accomodato su di un lettino da sole, sedendosi ad una estremità dello stesso.

Marta aveva preso posto sullo stesso lettino ma all’altra estremità, raccogliendo le gambe su di un fianco.

“Mi ha fatto molto piacere rivederti e sono contenta che tu abbia rispettato la promessa” – aveva esordito Marta.

“Sai, sarei venuto anche prima ma ero veramente molto preso con lo studio e volevo togliermi di dosso il peso degli esami” – aveva replicato Francesco.

“Hai fatto bene, lo studio è importante … e adesso, che programmi hai ?”

“Beh per ora ho solo in mente di andare in vacanza anche perché al ritorno dovrò cominciare l’università”

“Con chi vai in vacanza ?” – aveva chiesto Marta.

“Con un paio di amici”

“Scusa ma non hai una ragazza ?”

Un attimo di silenzio imbarazzato poi: “No, no … non ho una ragazza … al momento …”

“Questa è una cosa strana … sei un bel ragazzo, intelligente e spiritoso … non capisco”

“Beh, non è così facile … io non sono così facile … sai, da un lato sono timido e poi …”

“Poi …”

“Insomma, ho provato a frequentare delle mie coetanee ma io ho bisogno di parlare, di trovare delle persone che mi stimolano, che hanno delle cose interessanti da dire … insomma, non mi ci trovo …”

“… non ti sembra di essere un po’ troppo severo nei confronti delle ragazze della tua età …” nel dire questo Marta si era messa a ridere ed aveva cambiato posizione sul lettino. Ora era seduta con le gambe incrociate e Francesco poteva godere il panorama quasi completo delle mutandine bianche semitrasparenti sotto la gonna di Marta. L’improvvisa visione non poteva che accrescere l’imbarazzo del giovane che già aveva le sue belle difficoltà a spiegare perché non fosse attratto dalle ragazze della sua età.

“Non credo di esagerare … non posso farci nulla se mi annoio con loro … non è per snobismo è che proprio non mi sento a mio agio con loro …”

“Scusa, se sono indiscreta ti prego di dirmelo ma, hai già avuto una ragazza …” – la domanda di Marta era di quelle che non potevano che mettere in crisi definitiva Francesco.

“Beh, si … no … bisogna vedere che cosa intendi tu …” – la risposta era venuta fuori con un filo di voce.

Marta a questo punto aveva raccolto le ginocchia al petto e si era appoggiata con il viso sulle braccia che stringevano le gambe. Il risultato visivo per Francesco si era tradotto nella completa visione delle mutandine di Marta e proprio della zona in cui il tessuto bianco semitrasparente copriva a malapena il sesso della ragazza.

“Intendo dire se hai avuto delle esperienze sessuali con una ragazza” – la domanda non poteva essere più diretta.

“… senti, se non ti dispiace preferisco cambiare discorso …” – era stata la replica di Francesco.

“Va bene, va bene … lasciamo stare … dai, dimmi di cosa vuoi parlare allora ?”

Silenzio.

Marta: “Scusa non volevo metterti in imbarazzo, dai non essere arrabbiato …”

Francesco: “Non sono arrabbiato, davvero … è che …”

M.: “… che, cosa ?”

F.: “… è che c’è una cosa che desidero tanto e non ho il coraggio di dirti …”

M.: “beh, il coraggio non posso dartelo io, se vuoi dirmi qualche cosa fallo … al massimo rischi di farmi arrabbiare … così siamo pari con la mia domanda di prima …”

F.: “… senti, o devo dirti che da un sacco di tempo sogno di poterti dare un bacio …” nel pronunciare questa frase Francesco aveva abbassato gli occhi ed era diventato rosso come un pomodoro.

M.: “… ah, quindi non ti piacciono le ragazzine ma questo non significa che non ti piacciono le donne … è una buona notizia …”

F.: “Non scherzare, ti sei offesa ?”

M.: “Offesa ? … no, non preoccuparti … mi sa che non posso fare a meno di cercare di esaudire il tuo sogno se è vero che è tanto tempo che lo desideri …”

F.: “Dici davvero ?”

M.: “Vieni” – Marta si era alzata e aveva preso la mano di Francesco guidandolo verso il salottino dal quale si accede al terrazzo. Ora erano in piedi uno di fronte all’altro.

M.: “Come vuoi baciarmi ?” – Marta aveva messo le braccia attorno al collo di Francesco mentre gli poneva la domanda.

Non era necessaria una risposta mentre le labbra del ragazzo si posavano su quelle di Marta. Il bacio dapprima lieve ed imbarazzato si era presto trasformato in un prolungato scambio di lingue che esploravano la bocca dei due. Un bacio lungo minuti che provocava in Marta un piacevole turbamento e in Francesco un più che percepibile erezione. I due corpi aderivano uno all’altro, il capo di Marta posava sulla spalla di Francesco. Le mani del ragazzo posavano sui fianchi di Marta indecise sul da farsi. Ed era Marta a dover rompere il ghiaccio: “Mi puoi toccare se vuoi ?”.

Le mani di Francesco risalivano lungo la schiena di Marta, si facevano strada tra i due corpi per andare ad accarezzare il seno, prima sulla stoffa della camicetta, poi con più decisione all’interno, sulla carne morbida e calda. Una carezza lunga e quasi sofferta, una esplorazione dolcissima.

Poi è la mano di Marta che afferra quella di Francesco e la guida lentamente lungo il suo bacino, la accompagna contro il ventre, la invita a risalire sotto la gonna, la ferma sul tessuto umido delle mutandine. Le dita nervose del ragazzo giocano con il tessuto, si infilano oltre il bordo delle mutandine, raggiungono le labbra aperte bagnate del sesso di Marta. Accarezzano, ora dolci, ora frenetiche, inciampano nel tessuto, avanzano incerte, si fermano, riprendono. “Se vuoi puoi togliermele” – sussurra Marta all’orecchio di Francesco. Ed ecco le mani del ragazzo che sollevano la corta gonna, afferrano i bordi in vita, scendono insieme al pugno di tessuto bianco lungo le gambe di Marta, fino ai piedi di Marta.

Ora la mano di Francesco si muove più liberamente, il sesso è aperto per lui, per le sue carezze ancora impacciate.

Ma è Marta che sa che cosa deve fare adesso. La sue mani fanno scorrere la cerniera dei jeans di Francesco, slacciano la cintura, i pantaloni sono a terra subito seguiti dagli slip. Marta è in ginocchio, la sua lingua accarezza dolcemente il cazzo del giovane eretto al punto di voler scoppiare.

La bocca della donna si muove con grazia lungo l’asta turgida provocando sensazioni stupende nel giovane. Non è pensabile che Francesco possa resistere a lungo a quella carezza. Marta lo sa, ha capito che forse da mesi lui si è masturbato sognando un momento come questo. La sua eccitazione è tale che non è pensabile che possa resistere oltre. Ma lei non è questo che vuole, non oggi, non in questo momento, non al loro primo incontro. Interrompe quindi la carezza e si solleva. Prende di nuovo la mano di Francesco e lo conduce verso l’ampio divano. Si sdraia quindi sulla schiena e attira a se il giovane. Il cazzo di Francesco trova subito, in modo naturale, la sua via e si fa strada nel profondo del sesso di Marta. I due corpi si muovono in perfetta sincronia. Marta lo sente nel profondo di se, è eccitata e al tempo stesso intenerita dalla foga del suo amante. Lo accoglie dentro di se, lo accompagna nei movimenti sempre più frenetici, si lascia andare alla sua irruenza. Sa che è questione di attimi, sa che per lui è il primo incontro con il sesso reale, cerca di rallentare la sua corsa poi, improvvisamente, decide che deve lasciarlo libero di assaporare fino in fondo questo momento così importante per la sua vita. Lo stringe a se accogliendo nel profondo del suo ventre il mare che proviene da un orgasmo liberatorio.

Restano abbracciati per lunghi minuti fino a quando il respiro si attenua e recupera la sua normale cadenza. Solo allora sembrano rendersi conto che a pochi metri da loro, al termine della breve scaletta che li ha condotti al piano superiore il marito di Marta sta lavorando e potrebbe avere sentito i loro gemiti per quanto sommessi. Si ritrovano a sorridere del pericolo corso.

Francesco raccoglie i suoi vestiti e si risistema alla meglio. Marta non deve fare altro che infilarsi le mutandine. Si scambiano un bacio e ridiscendono lentamente la scala. Mano nella mano, sorridenti, si presentano ad Ale, impegnato nel suo lavoro.

Ale: “Allora, come va ?”

Marta: “Bene, e tu ?”

Ale: “Il solito lavoro del cavolo. E tu Francesco, tutto bene ‘”

Francesco non riesce a fare a meno di arrossire, balbetta: “Il vostro terrazzo è bellissimo”

Marta: “Sai Ale, credo che adesso che ha imparato la strada, Francesco tornerà più spesso a trovarci”.

Mentre parla Marta sorride. Non può fare a meno di percepire il seme che scende tra le sue gambe e si raccoglie sul tessuto delle mutandine. Non può fare a meno di pensare che la mano di Ale vorrà presto verificare lo stato della sua eccitazione, accertarsi di quanto è successo a pochi metri da lui.

Ale: “Mi fa piacere, sai che tra noi sei sempre il benvenuto”.

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