Lei era molto giovane, sembrava appena uscita dall’adolescenza. Il suo corpo prosperoso però non lasciava dubbi riguardo alla sua sensualità. Viviana era alta, aveva seno e fianchi procaci e labbra carnose. I capelli le scendevano giù dalla schiena come una cascata scura e profumavano di lavanda. La sua voce aveva una tonalità bassa e rassicurante che l’accento straniero rendeva ancora più sensuale.
La prima cosa che colpì Paolo quando la andò a prendere all’aeroporto, fu la sua estrema sicurezza nei modi di fare. Viviana era una giovane ragazza alla pari, straniera, figlia di amici, venuta per occuparsi dei suoi due figli durante l’estate. Lui e sua moglie le avrebbero offerto vitto e alloggio in cambio di un po’ di baby-sitting.
Viviana quel giorno indossava un vestito a fiori che le arrivava fino al ginocchio. Era scollato e per il caldo il tessuto leggero le aderiva al petto imperlato di sudore, facendo intravedere gli ampi capezzoli. A Paolo piacque immediatamente.
Appena lo vide Viviana gli sorrise. Lo salutò calorosamente con un abbraccio durante il quale Paolo percepì chiaramente il calore di quel corpo giovane e la pressione dei capezzoli. Si diedero direttamente del tu e in macchina chiacchierarono in perfetta intesa fino alla casa estiva dove li aspettavano i bambini e la moglie di Paolo.
Le giornate passarono serenamente con Viviana che portava alla spiaggia davanti casa i bambini e le tranquille serate estive in famiglia. Paolo si invaghiva sempre di più di Viviana, del suo profumo, del suo corpo fresco e giovane, dei suoi modi di fare così spontanei e rassicuranti. Il desiderio cresceva di giorno in giorno, acuito dalla calura e dall’afa. Durante il riposo pomeridiano il solo pensiero di lei faceva crescere la voglia fino a farla divenire dolorosa. Il tocco del lenzuolo impregnato di sudore diveniva insostenibile immaginando la mandida pelle di lei.
Viviana non tardò ad accorgersi delle attenzioni di Paolo e più di una volta dimostrò di non disprezzarle sorridendogli generosa o guardandolo più a lungo di quanto fosse opportuno. Ma la ragazza era prudente e la presenza costante dei bambini e della moglie di Paolo non permettevano di approfondire l’interessamento di lei.
Il giorno della sua sera libera Viviana chiese a Paolo di accompagnarla in macchina nel vicino paese di T. dove si sarebbe incontrata con alcune amiche per trascorrere la serata. – Con piacere- disse Paolo.
Viviana indossava un abito nero semplice ed aderente che le fasciava le forme. Il vestito era piuttosto corto ma Viviana non sembrava per niente preoccupata della cosa. Assunse anzi una posizione disinvolta sul sedile di guida accanto al guidatore con le belle gambe leggermente divaricate.
Sei molto bella stasera – disse Paolo. – Grazie – rispose Viviana sorridendogli e guardandolo direttamente negli occhi. Il sorriso di Viviana diede a Paolo un po’ di coraggio. Era la prima occasione che avevano di stare soli dal giorno dell’arrivo di Viviana. – Di sicuro farai impazzire tutti i ragazzi stasera-. –Tu lo credi possibile?- disse lei maliziosa. – Ne sono sicuro, chiunque impazzirebbe per te.- -Sei molto carino a dire questo…- Viviana prese la mano che Paolo teneva appoggiata sul cambio e la mise tra le sue gambe rivolgendogli un sorriso provocante -…ma c’è solo uno che mi interessa fare impazzire stasera-.
Paolo rimase sorpreso dall’audacia del gesto ma lo fu ancora di più quando si accorse che Viviana era senza mutandine. La sua mano toccò la leggera e calda peluria del sesso della ragazza. L’erezione fu immediata. Viviana se ne accorse e gli disse – Sono un po’ in anticipo sul mio appuntamento, perché non accosti in un posto appartato?-.
A Paolo non sembrava vero, ma non se lo fece ripetere due volte e deviò per una solitaria stradina di campagna dove non era in vista nessuno. Viviana lo baciò accarezzandogli il membro attraverso i pantaloni facendolo gemere di piacere. Poi si staccò e gli disse – Voglio farti un regalo: mettiti comodo e reclina il sedile – e prese a sbottonargli i pantaloni bottone per bottone, prendendo tempo, senza fretta. Districò con destrezza il membro di lui dalle mutande e lo prese con decisione in mano. Paolo gemette di piacere. Viviana incominciò ad accarezzarlo ed a masturbarlo – Che bel cazzo che hai, lungo e dritto…e come è duro…e che bella cappella, proprio da succhiare…mmm- Si mise a spompinarlo con abilità, prima leccandolo per bene su e giù lungo tutta l’asta, poi succhiandogli le palle ed infine prendendolo tutto in bocca.
Paolo godeva nel vederla fare. Il rossetto rosso acceso di Viviana metteva in risalto la sua bocca sensuale che si muoveva lungo il suo pene vogliosa e disinibita. Sembrava insaziabile e sapeva esattamente cosa fare. Paolo ansimava sempre di più, ma ogni volta che era vicino al piacere massimo Viviana rallentava il ritmo per prolungare il piacere. Fece così per tre volte, alla quarta estrasse il pene di bocca e si abbassò il vestito scoprendo il seno formoso e concluse facendogli una sega spagnola. Paolo fu sommerso dal piacere e le venne sul seno. Viviana gli sorrise e si ripulì tranquillamente con un fazzoletto di carta poi lo baciò appassionatamente e gli disse – Adesso portami all’appuntamento, le mie amiche mi staranno aspettando-. Dopo averla lasciata, Paolo ritornò a casa.
Paolo da quella sera continuò a pensare a Viviana, a quella giovane ragazza che si era rivelata tutt’altro che disinibita. Non vedeva l’ora di scoprire in cos’altro era così esperta come nel fare i pompini. Purtroppo però c’erano sempre sua moglie o i bambini in giro e per qualche giorno dovette desistere da qualsiasi iniziativa per non destare sospetti.
L’occasione si presentò quattro giorni dopo quando sua moglie portò i bambini al parco acquatico e Viviana restò a casa dicendo di essere intollerante al cloro delle piscine. Sapendo di essere solo in casa con la ragazza, Paolo andò alla sua ricerca. La trovò in salotto che rincasava appena dal mare con indosso solo il suo bikini azzurro.
Lei gli sorrise e gli disse: – Io mi faccio un caffè tu ne vuoi?-. – Perché no- rispose lui. Paolo la guardò fare mentre lei con indosso solo il succinto costume si dava da fare con la caffettiera dandogli le spalle. Aveva i capelli bagnati e qualche goccia d’acqua le imperlava la schiena. Paolo le si avvicinò da dietro e le baciò il collo mettendole le mani sui seni. Lei sussultò al suo tocco ma continuò a fare il caffè. Paolo la strinse più forte fino a fare aderire il suo ventre contro il culo di lei. Viviana questa volta avvertì la violenta erezione di lui e smise di preoccuparsi della caffettiera.
Paolo fece scivolare le mani sotto il pezzo di sopra del costume leggero e incominciò a stuzzicare i capezzoli umidi facendola gemere. Poi, mentre con una mano continuava il lavoro, con l’altra scivolò fino al sesso di lei che trovò caldo e bagnato. Con un dito si fece
spazio nella figa di lei e cominciò a masturbarla. Viviana ora ansimava pesantemente e poggiava entrambe le mani sul ripiano della cucina strusciando il proprio sedere contro il membro teso di Paolo, agevolando il suo ditalino.
Paolo si eccitava sempre di più nel sentirla mugolare e gemere e con la mano non occupata nella masturbazione prese il suo cazzo e lo avvicinò al culo di lei superando l’elastico del costume. Aspettò la sua reazione. Viviana era eccitatissima e non oppose resistenza e anzi si mise in modo da agevolare la penetrazione da dietro.
Paolo trovò il buchino stretto di Viviana e incominciò a tastarlo inumidendolo con gli stessi umori che provenivano copiosi dalla sua figa. Poi senza smettere di masturbarla disse- Posso…?- -Si….si….mettimelo in culo…- disse lei eccitata. Paolo allora la penetrò da dietro facendola urlare ma non la mollò e continuò a masturbarla prendendo il ritmo. Ad ogni colpo da dietro spingeva il dito sempre più in fondo.
Viviana era totalmente sommersa dal piacere misto a dolore di essere presa di dietro e riempita davanti e apprezzava il ritmo preso da Paolo che le faceva godere appieno la posizione. La ragazza diceva frasi sconnesse incitandolo ad andare avanti ed a non fermarsi: – Ah…ah….così….non fermarti…com’è grosso….com’è grosso….sì….sfondami….sì…così!!!-.
Paolo era piacevolmente stupito dai gorgheggi porno di lei e ci dava dentro cercando di farla godere per prima. Ma non voleva farla venire così, voleva penetrarla dalla vagina e così si fermò e la fece girare. La fece sedere sul ripiano della cucina e le tolse il costume lasciandola completamente nuda. La penetrò davanti con un colpo secco facendola gemere di piacere. Il suo cazzo non trovò resistenza alcuna ma entrò con facilità data l’abbondante secrezione prodotta dal precedente ditalino.
La pompò per un poco ma quando si rese conto dal crescendo ravvicinato dei suoi gemiti che stava per venire uscì e rallentò le effusioni baciandola sul seno. Viviana era stremata e lo pregava di prenderla di nuovo. Ma Paolo godeva nel vederla così infoiata e alla sua mercè e le disse: -Aspetta voglio restituirti il regalo dell’altra volta-.
Così si chinò e incominciò a leccargli delicatamente la passera succhiandone i succhi copiosi e assaporandone il forte profumo. Ad ogni colpetto di lingua di Paolo Viviana sussultava ma Paolo faceva in modo che lei non potesse soddisfarsi. –Ti prego prendimi, prendimi, non ce la faccio più…-diceva Viviana.
Ma Paolo non intendeva cedere e dopo essere dissetato del succo di lei, la fece mettere a quattro zampe sul pavimento e continuò a prenderla da dietro senza però permetterle di toccarsi per raggiungere l’orgasmo. –Ti piace prenderla nel culo, eh? Dillo che ti piace!- disse Paolo –Sì, mi piace… mi piace…sei uno stallone e io sono la tua puttana, sono la tua puttana!!!-rispose ansimante Viviana.
Paolo cominciò a pompare sempre più forte e quando sentì la sua eccitazione crescere, solo allora, tolse il cazzo dal buco del culo di lei e lo piantò con un solo colpo nella sua vagina facendola urlare di piacere. Paolo incominciò ad affondare penetrando fino in fondo Viviana e facendo uscire quasi del tutto il cazzo lucente dei succhi di lei ad ogni colpo. Viviana, ormai spinta al massimo gridava dal piacere cose sconnesse:-Si…si…ah…ah…spingi…più forte….spingi-.
Il volto di Paolo era paonazzo e teso nello sforzo della penetrazione. L’orgasmo di Viviana fu violento e prolungato. Quello di Paolo giunse poco dopo e si confuse con le contrazioni uterine di lei. Dopo l’amplesso giacettero sfiniti e reciprocamente soddisfatti sul pavimento del soggiorno di casa ma dovettero ricomporsi poco dopo per non essere sorpresi dal rientro della famiglia di lui.
Dopo quella volta ebbero ben poche occasioni di stare ancora insieme e il piacere non fu mai così intenso come quella esperienza che serbarono come indimenticabile.
Quando fu il momento di partire la moglie di Paolo invitò Viviana a tornare l’estate prossima. Viviana rivolgendo un sorriso a Paolo, rispose–Sai Marta penso proprio che accetterò l’invito, me la sono proprio goduta quest’estate!-.