Era un venerdì sera tranquillo in casa Boschetti. I ragazzi erano andati dai genitori di Giorgio per la cena e per vedere le luci del Natale. Giorgio e Clara sarebbero rimasti soli fino a tardi quella notte, a meno che, i ragazzi non avessero convinto i nonni lasciarli restare per la notte. E c’erano delle buone possibilità. Clara aveva preparato una cena semplice a base di salsicce alla griglia con senape, puree di patate ed insalata.
Erano seduti ai lati opposti del grande tavolo della sala da pranzo, Clara volgeva la schiena alla cucina. Questo permetteva a Giorgio di usare il telecomando dello stereo che stava in soggiorno. Aveva messo dei CD adatti per la cena e regolava il volume delle canzoni. Le luci erano spente ed avevano acceso un paio di candele in mezzo alla tavola. In casa c’era scuro a parte il cerchio di luce gettato dalle candele e la luce tenue sopra la tavola.
Clara aveva finito la cena e si era allungata sulla sedia, rilassandosi ed ascoltando la canzone che si diffondeva per la stanza. “ERA eccezionale, bimba!” Aveva detto Giorgio alzandosi da tavola, “Ne vuoi ancora?” “No, grazie” Aveva risposto e gli aveva sorriso. Le piaceva che elogiasse la sua cucina. Giorgio aveva preso un’altra salsiccia ed insalata in cucina ed era tornato a tavola. Lei gli aveva sorriso di nuovo quando si era seduto e si era informata su come era andata la giornata. “Come era andata al lavoro oggi?” “Bene”, “Questa mattina ho dovuto fare un training meeting per tutto lo staff, ma ho avuto poco da fare per il resto della giornata.” “Che genere di training?” A questo punto Giorgio aveva cominciato a spiegarle l’argomento della riunione, il servizio clienti, la frequenza dei contatti coi maggiori clienti, il client satisfaction ed altro. Clara gli sorrideva mentre parlava e faceva ogni tanto dei cenni o diceva “Mmm Hmmm” o “certo.”
Se Giorgio l’avesse guardata più da vicino, avrebbe osservato qualche cosa di particolare e forse non l’avrebbe così sorpreso quello che lei avrebbe fatto di li a poco. Dunque quando Giorgio aveva lasciato la stanza per riempirsi di nuovo il piatto, Clara aveva cominciato un’avventura che avevano vissuto insieme molto ma molto tempo prima e che da allora non avevano più rivissuto. Perlomeno fino a quella sera. Clara si stava masturbando quietamente sotto la tavola mentre Giorgio parlava. Aveva avvicinato al suo piatto quello di burro morbido ed aveva fatto scivolare lentamente le mutandine giù per le cosce mentre Giorgio era fuori. Le aveva lasciate cadere sul tappeto ad ammucchiarsi ai suoi piedi. Le aveva calciate via in modo che nessuno potesse vederle passando vicino alla tavola. La gonna aveva coperto pudicamente le sue ginocchia mentre Giorgio tornava al suo posto davanti a lei.
Clara aveva cominciato la conversazione e aveva portato Giorgio a parlare della riunione, sperando che si aprisse e parlasse per parecchio tempo. Sapeva che se avesse finto interesse, la loro conversazione sarebbe durata a lungo. Dopo che Giorgio aveva cominciato a descrivere i punti salienti della riunione, Clara aveva aspettato finché lui aveva abbassato lo sguardo al piatto per raccogliere un po’ d’insalata. Allora, di nascosto, aveva immerso le dita nel burro morbido e caldo, ne aveva raccolto un po’ in mano e poi aveva portato la mano sotto la tavola. Con l’altra si era portata la gonna alla vita, esponendo completamente la sua morbida ed umida micia alla vista di chiunque si fosse preso la briga di guardare sotto il tavolo. Aveva sorriso a suo marito ed aveva cominciato a carezzare la bella piega tra le sue cosce con l’aiuto sdrucciolevole del burro.
All’inizio era stato difficile trattenersi dal ridere mentre suo marito continuava il monologo sulla sua riunione. Lo guardava direttamente negli occhi e si accarezzava delicatamente. L’immagine ben presto aveva cominciato a sfuocarsi mentre si accarezzava il cappuccio del clitoride. La stanza si sfuocava e lei cominciava a scaldarsi. Il racconto si fondeva dentro di lei come il suo calore fondeva il burro. Sia le candele e l’oscurità che la cena ed il vino cominciavano ad agire su di lei. Ma gli piaceva custodire questo segreto, almeno per ora.
L’aroma meraviglioso del burro fuso si mescolava con l’aroma impetuoso degli umori di donna. Sembrava riempissero la stanza. Clara pensava che Giorgio l’avrebbe certamente osservato e ne avrebbe domandata l’origine, ma non doveva preoccuparsi. Il burro ed il suo calore che provocavano il profumo, lo facevano andare direttamente dalle cosce alle sue narici, facendolo sembrare molto più penetrante di quanto fosse veramente. Inoltre era doppiamente aumentato dal suo sensuale stato mentale. Sopra pensiero, aveva tolto le dita calde, bagnate e scivolose da sotto la tavola e le aveva leccate per pulirle, proprio come quando mangiava una pannocchia calda, imburrata, di mais. Era un gesto naturale e casuale, ma Clara era gelata quando aveva compreso, dopo averlo finito, quello che stava facendo.
Giorgio, comunque, non se n’era accorto e continuava a parlare. Clara aveva cercato di coprire le sue azioni aggiungendo un “Wow, com’era interessante!” al discorso. Aveva sorriso per il suo segreto ed aveva portato un altro dito coperto di burro sotto la tavola.
Era scivolata in avanti sulla sedia, guardando Giorgio come se fosse molto rilassata e comoda dopo il pasto. La posizione aveva lasciato metà delle natiche fuori dal bordo della sedia e sospese in aria, con le gambe aperte. Il nuovo burro era fuso quasi immediatamente nella micia ed aveva facilitato lo scivolare del medio dentro di lei. Ora accennava col capo al marito che aveva cambiato soggetto, dalla riunione all’apertura di un nuovo ufficio la settimana seguente. Di nuovo avrebbe voluto sghignazzare se non fosse stata così calda ed appassionata e non stesse comportandosi clandestinamente.
Invece aveva fatto altre domande per incoraggiare un altro discorso. Aveva il medio completamente seppellito e strofinava il clitoride sui due lati con il pollice. Per tutto il tempo aveva continuato a sorridere a Giorgio ed ad assecondarlo nella conversazione. “Cosa pensi che accadrà?” gli aveva domandato. Lui si era lanciato in una spiegazione che lei sperava durasse a lungo. A questo punto il burro fuso stava fluendo verso il basso ed attraversava il suo ano morbido, stretto, poi aveva cominciato a rivestire la parte inferiore del culo.
Aveva capito che presto avrebbe cominciato a gocciolare dalle natiche sopra il tappeto. Aveva anche capito che non si sarebbe fermata e la mattina dopo avrebbe dovuto pulire le macchie sul tappeto. Aveva mantenuto la destra sepolta nella passera, l’indice aveva raggiunto il medio mentre continuava a picchiere sul clitoride con il pollice. La sensazione era fantastica e se Giorgio avesse avuto a disposizione una luce migliore, od avesse fatto una pausa e l’avesse guardata veramente, avrebbe osservato che qualche cosa gli stava accadendo.
Sospirava con la bocca leggermente aperta e di quando in quando chiudeva gli occhi per qualche attimo. Sembrava che tentasse di sedurre suo marito sbattendo le ciglia sensualmente. Giorgio non lo notava, comunque, e continuava nella sua beata ignoranza. Questo avrebbe aumentato la sua sorpresa quando le sue azioni nascoste sarebbero divenute manifeste. Ma non stava ancora accadendo.
Clara aveva fatto scivolare la sinistra di fianco al contenitore del burro e aveva aspettato che Giorgio guardasse altrove. Erano stati necessari alcuni minuti, ma alla fine era andato a prendere il telecomando per alzare il volume mentre Eric Clapton suonava “Layla” dallo stereo. La musica era aumentata nella stanza mentre le familiari corde della chitarra avevano cominciato a suonare. Aveva guardato Clara ed aveva sorriso. “Amo questa canzone,”. Clara aveva accennato col capo, “Anch’io.” La sua mano sinistra non era in vista.
Aveva continuato parlare con lei degli avvenimenti della giornata mentre lei mostrava di ascoltare con attenzione. Avrebbe dovuto notare che Clara non era del tutto attenta, Giorgio gli parlava e lei rimaneva zitta, contrariamente a quanto aveva fatto per tutto il pasto, quando lo incoraggiava. Era quasi impossibile capire, almeno dalle parole che diceva, cosa accadeva sotto la tavola. Sotto la tavola ora aveva una mano occupata a fottere e strofinare la sua passera ed usava le dita dell’altra mano per pigiare in piccoli cerchi intorno al bocciolo corrugato del culo. Non gli erano mai piaciuti particolarmente gli armeggiamenti di Giorgio per stimolare il suo ano e non era mai stata particolarmente interessata ad insegnargli come migliorare. Aveva chiarito che non era interessata a quel genere.
L’avevano sperimentato all’inizio della loro relazione e Clara aveva deciso che non era per lei. Naturalmente l’inesperienza di Giorgio non aveva potuto far proseguire l’esperimento. Il suo culo era vergine allora, ma anche Giorgio era vergine nell’amore greco. Non aveva idea sul come dare piacere ad una donna e non aveva avuto successo.
Aveva rispettato soprattutto i suoi desideri su quell’argomento e quindi era assente dal loro modo di fare l’amore. Comunque lei aveva letto recentemente un articolo in una rivista, trovata nella sala d’attesa di un dottore, che parlava di una famosa principessa che si diceva credesse nella salute rettale. Si diceva che regolarmente “trattasse” quell’area di solito con enteroclismi e massaggi. Questo aveva catturato l’interesse di Clara, che aveva dei dolori in quell’area, dolori cominciati dopo la nascita dell’ultimo bambino. Aveva fatto una ricerca su Internet su quel soggetto ed aveva trovato una pagina particolarmente interessante che descriveva il massaggio anale, la stimolazione e l’auto esplorazione. Aveva cominciato ad esplorarsi e sondarsi quando si rilassava nella vasca da bagno. Il trattamento aveva funzionato così bene che l’aveva visto quasi come un miracolo! Che i trattamenti fossero anche piuttosto piacevoli era stata una sorpresa e ciò l’aveva spinta a continuare!
Clara aveva cominciato a esplorare il suo didietro in maniera regolare, stuzzicava e tendeva il suo ano e stimolava il tessuto di nervi che lo circondava. Non era passato molto tempo che era in grado di raggiungere l’orgasmo semplicemente giocando col suo culo. Era effettivamente più stimolante del massaggio vaginale. Raggiungeva l’orgasmo se stimolava direttamente il clitoride, ma arrivava molto più rapidamente accarezzando sia il culo che il clitoride contemporaneamente. I tentativi che Giorgio aveva fatto tanto tempo prima erano completamente dimenticati. Ora, qui al tavolo, stava per arrivare. Aveva pigiato dolcemente l’indice della sinistra contro l’anello di carne sdrucciolevole e imburrato. Sapeva per esperienza che con una piccola spinta decisa e grazie al lubrificante, sarebbe scivolata dentro.
Aveva sospirato sottovoce e poi era entrata. Suo marito non si era accorto di niente. Clara lentamente aveva tolto la destra dalla micia, sapendo che se avesse continuato ad usare ambedue le mani, sarebbe venuta a precipizio, proprio mentre era a tavola. L’aveva tolta lentamente per evitare il rumore di risucchio che tutto quel burro ed i suoi umori avrebbero certamente causato. Di nuovo, lentamente aveva cominciato a leccarsi le dita, sapendo che non era il momento di farlo ma incapace di fermarsi a causa del suo stato appassionato ed eccitato. Non gliene importava se Giorgio avrebbe notato le sue azioni, tuttavia il suo segreto era rimasto tale. Aveva cominciato a stuzzicare l’interno dell’anello di carne, gli piaceva la sensazione del soffice interno mentre si contraeva sotto le spinte dello sfintere muscoloso e stretto.
I nervi cominciavano a danzare sotto le morbide carezze delle sue dita. Dentro e fuori, dentro e fuori. Gli piaceva, specialmente sapendo che il suo amato marito non aveva sospetti. Aveva fatto scivolare un secondo dito vicino al primo. “Ooohhh!” Un altro piccolo sospiro era sfuggito. Gli piaceva quella sensazione mentre il suo ano cominciava a tendersi un po’. Era come se il suo culo sapesse che stava per venire ed aspettasse impazientemente per continuare la danza.
Aveva cominciato ad allontanare le dita l’una dall’altra, aprendole e provocando una risposta elastica dalla sua carne. Aveva imparato a resistere allo stimolo di stringere intorno a qualsiasi cosa la penetrasse da dietro. Era benvenuta qualsiasi cosa la scandagliasse, era piacevole. Piaceva al suo culo e piaceva a Clara. Chi avrebbe pensato che avrebbe sentito quelle sensazioni? Il suo culo, soprattutto! “Clara, stai ascoltando??” Clara aveva sentito una voce attraverso la sua nebbia. “Clara!!?!” Clara era tornata alla realtà. “Sì caro?” aveva risposto, cercando un’espressione dolce ed interessata. “Dov’era la tua mente? Ho chiamato ‘Clara’ tre volte!” Clara l’aveva guardato e poi aveva guardato il piatto. Lentamente aveva sorriso, ed in quello momento aveva preso una decisione. A dire il vero era stata presa molti minuti prima quando aveva passato il confine dopo il quale non aveva più potuto recitare come se sotto il tavolo non stesse accadendo nulla.
Voleva finire quello che aveva cominciato, ma non poteva farlo senza coinvolgere Giorgio. Aveva resistito alla tentazione di parlargli delle sue nuove scoperte per evitare qualsiasi pressione da parte sua per partecipare. Ma ora, era venuto il momento. L’aveva guardato in viso. “Dolcezza” aveva cominciato mentre liberava le dita. “ho bisogno che tu capisca.” Si era alzata lentamente, facendo ritornare la gonna alla sua posizione originale. Parlava mentre lentamente girando intorno al bordo della tavola. “Voglio che tu faccia esattamente quello che ti dico di fare. Questo era molto importante per me. Puoi farlo per me?”
Le sue parole erano risuonate dentro Giorgio. Capiva che quello che gli aveva detto non era una domanda, ma un vero e profondo bisogno per lei. “Naturalmente” aveva detto con calma.
Lei aveva cominciato. “Ho imparato alcune cose del mio corpo e di come era fatto.” Ora era di fianco a lui. “ho imparato modi di darmi il piacere meravigliosi, incredibili per me. E certamente sorprendenti per te. Ed era ora che te li insegni.” L’aveva guardato amorevolmente. “Vuoi aiutarmi?” aveva domandato di nuovo. Giorgio l’aveva guardata con attenzione mentre lei lo fissava negli occhi. Non dava a vedere quello che pensava, stava cercando di indovinare i suoi pensieri. La sua faccia era curiosa ma inespressiva. Il viso di lei lo era altrettanto, salvo un piccolo sorriso che gli attraversava la faccia. Giorgio sapeva cosa voleva dire. Non poteva rifiutare. L’amava. “Sì,” aveva detto Giorgio con forza, “Ti aiuterò.” Clara continuava a guardarlo, ora leggeva i suoi pensieri. Dopo una pausa lunga, lentamente aveva risposto. “Bene” Si era appoggiata alla tavola e aveva cominciato a parlare.
“Ho trovato una nuova maniera di darmi piacere.” “Vuoi dire…” aveva interrotto Giorgio.
Clara aveva fatto una pausa e gli aveva sorriso di nuovo. “Per favore, dolcezza, lasciami parlare. Questa per me non era la cosa più semplice di cui parlare.” Aveva cercato di rilassarsi contro la tavola, ma Giorgio era troppo vicino per permettergli di stendere le gambe. “Muovi indietro la sedia, baby, e fammi un po’ di spazio, huh?” aveva detto. Lui a spostato indietro la sedia e lei si era messa di fronte a lui e si era appoggiata all’orlo della tavola.
“Ora, era strano sentirmi parlare di questo con te, o con qualsiasi altro. Fino a alcune settimane fa, ero ignorante e non interessata a questo soggetto. Recentemente ho letto un articolo in cui si parlava di una principessa che regolarmente andava da uno specialista per dei trattamenti di questo genere.” Clara si era fermata e aveva ragionato per un momento. “Le erano rimasti dolori a causa del parto.” Giorgio ora aveva un’espressione interrogativa ed aveva pensato di chiedere a Clara di spiegarsi. L’aveva guardata direttamente negli occhi e aveva pensato che era meglio lasciare che lei spiegasse come credeva. “Gli faceva male laggiù.” “al culo. Ed anch’io ero nella stessa situazione, almeno lo credevo.” Clara si sentiva improvvisamente un po’ agitata. Aveva smesso di parlare, aveva raddrizzato la spina dorsale ed aveva respirato profondamente. “Lei credeva nella salute rettale!” aveva affermato convinta. “E ho pensato che anch’io avrei potuto imparare qualcosa su questo soggetto, in un senso clinico.” Giorgio ascoltava attentamente. Stava pensando a cosa fosse la salute rettale, ma aspettava che uscisse il resto della storia.
“Ho deciso che se una principessa può preoccuparsi del suo sedere, allora forse anch’io dovevo.” Aveva respirato ancora profondamente ed aveva continuato. “Così ho fatto un paio di ricerche su Internet per informarmi sul soggetto.” Gli aveva sorriso, “Per mia fortuna c’era molta gente interessata alla “salute rettale in Internet!” Aveva ridacchiato e guardato a terra.
Clara conosceva l’interesse di Giorgio per le forme femminili ed il suo posteriore era raramente indisturbato quando c’era lui in giro. Gli piaceva la sensazione delle sue natiche morbide, calde e sode nelle sue mani. Gli piaceva farle strisciare su di lei quando era in cucina e farle scivolare sotto la gonna. Immergeva le due mani dentro i collant e la biancheria intima e la stringeva e la strizzava finché lei non fuggiva via. Ma rispettava la sua regola “giù le mani dal buco del culo”. “In ogni modo, ho imparato molto di me stessa ed ora voglio che tu impari quello che so. Così siediti e guarda ed ascolta.” Si era allontanata da lui e aveva spostato i piatti all’altro capo della tavola. Poi era tornata a sedersi sul bordo ed aveva tirato su la gonna fino all’attacco delle cosce.
Giorgio ora poteva vedere il luccicare della parte intima delle sue cosce. Ruscelli di olio e burro gli correvano fino alle caviglie. Evidentemente si era molto eccitata recentemente.
Era molto curioso, ma lei aveva ricominciato. “In un sito ho trovato che l’ano è il secondo posto, dopo il clitoride o nel tuo caso la testa del pene, dove è concentrata la maggior parte dei nervi del corpo” Improvvisamente aveva cominciato a ridere. Giorgio era un po’ sorpreso del suo nervosismo, tanto da farla ridere, alla parola “pene”. Ma Clara aveva fatto una pausa ed aveva sorriso prima di spiegare. “Mi è venuto in mente che l’ano è “sempre” dietro al clitoride!” Aveva riso di nuovo, allentando un po’ della tensione che sentiva. Ora si sentiva più fiduciosa, aveva continuato. ” L’articolo sul sito suggeriva che massaggiare leggermente l’ano può cominciare ad alleviare il disagio che il parto può causare. Diceva che aveva funzionato con molte donne,””…così ho provato.”
Aveva guardato rapidamente il suo viso, cercandovi un sorriso furbo. Non aveva visto nulla di tutto ciò, invece aveva visto uno sguardo gentile di interesse per quello che stava dicendo. Aveva paura che si arrabbiasse al pensiero di quanto lei aveva resistito ai suoi tentativi di accarezzargli quell’area. “Diceva di cominciare nella vasca da bagno, che l’acqua calda ed il sapone avrebbero aiutato. Allora l’ho fatto…ed il massaggio mi aveva aiutato” …una pausa.”…ma c’era anche una sensazione bella, fantastica.” Ora guardava il tappeto, non voleva vedere l’espressione del suo uomo. “Ero “proprio” sorpresa,” poi quietamente, “molto molto sorpresa. E mi piaceva molto.” Aveva alzato lo sguardo su di lui ed improvvisamente aveva cominciato parlare velocemente. “Lo so, lo so, me l’avevi detto molte volte.
Ma non mi attirava prima di aver provato quella volta. Mi dispiace. Lo sapevo che se te l’avessi detto ti saresti arrabbiato o avresti riso.” Ora lo guardava direttamente. “Non ridere…OK?” aveva detto con calma. Giorgio gli aveva sorriso. “Dimmi cos’altro avevai imparato,”. Clara l’aveva guardato profondamente negli occhi ed alla fine aveva ripreso a parlare. “Va bene, ma prima di tutto queste sono le regole.” Aveva respirato profondamente. “Non devi parlare e devi fare esattamente quello che ti dico…e quando ti dico di farlo. Capisci?” Giorgio aveva accennato col capo solennemente. “OK, alzati” aveva detto scivolando giù dal bordo del tavolo. Giorgio di era alzato e aveva aspettato quietamente.
“OK, vediamo!” Clara aveva pensato fra di se, “Non girarti ora!” Aveva allungato le mani e aveva cominciato a slacciare la cintura del marito. Dopo avergli slacciato i pantaloni, li aveva fatti scivolare al pavimento, poi aveva agganciato pollici nei boxer e li aveva tirati giù anche loro. Il cazzo ben formato di Giorgio era apparso. Clara aveva avuto un moto di delusione perché non era eretto. Non aveva realizzato immediatamente che quasi mezzora di carezze erotiche al clitoride ed al culo erano avvenute senza la partecipazione del marito. “Spero che si alzi” aveva pensato, “o questa sarà una notte molto imbarazzante.”
“Siediti e rilassati,” gli aveva detto. Lui aveva sorriso ed aveva eseguito il suo ordine. Ora zitto, “Giorgio, lo voglio!” aveva detto minacciosamente mentre metteva le mani dietro di se. Si era aperta la gonna, l’aveva abbassata al pavimento, e quindi l’aveva calciata di lato insieme alle mutandine. Aveva spinto a parte con un calcio anche l’abbigliamento di Giorgio.
Lentamente aveva alzato le natiche e si era seduta sull’orlo della tavola, poi aveva alzato i piedi e li aveva messi sull’orlo della sedia di Giorgio, tra le sue cosce. Aveva aperto le cosce e si era appoggiata allo schienale. Lui aveva tenuto i piedi uniti ed aveva aperto le ginocchia finché la sua micia non era stata completamente in mostra. Clara gli aveva sorriso e si era girata con grazia a guardare sopra la sua spalla. Aveva preso la vaschetta del burro e l’aveva messa vicino alla sua coscia. Giorgio era in trance e guardava ogni sua mossa. Clara aveva immerso la mano sinistra nel burro e ne aveva presa una piccola porzione sul dito. Lentamente si era mossa verso il suo centro e molto lentamente aveva cominciato a strofinare il burro su e giù per la fessura. Giorgio aveva visto che si era fuso quasi immediatamente rivestendola di una lucentezza salata e scivolosa. Clara improvvisamente era sembrata ricordarsi di qualche cosa e aveva fermato la mano. Aveva sorriso con ardore al marito e aveva alzato il dito alla bocca.
L’aveva aperta e aveva posato il dito sulla lingua leggermente stesa. Aveva contratto le labbra, aveva succhiato dentro provocatoriamente il dito, poi l’aveva fatto scivolare lentamente dentro e fuori, estraendolo e poi risucchiandolo dentro di nuovo. Aveva continuato per molte volte finché l’aveva estratto dalle labbra completamente pulito, aprendo la bocca ed indirizzando la lingua verso di lui, orgogliosa di aver ingoiato ogni goccia di burro. Il cazzo di Giorgio cominciava a contorcersi. Con le dita ora pulite, Clara aveva spostato il braccio davanti a lei e aveva afferrato l’orlo della maglia.
Rapidamente l’aveva tirato sopra la testa, rimanendo completamente nuda di fronte a lui e seduta a pochi centimetri di distanza. Non indossava reggiseno, come raramente faceva, sotto la maglia. Il suo corpo era bello. Gli anni e la nascita dei due figli non si notavano nelle curve deliberatamente esibite. L’anno precedente aveva domandato e lui gli aveva regalato un intervento di chirurgia cosmetica per annullare le memorie che il suo corpo aveva del passato. Ora orgogliosamente gli mostrava qualcosa che sembrava il corpo di una ventiduenne, ma con l’esperienza sessuale che gli anni avevano portato. Giorgio lo vedeva come il lato migliore delle due situazioni e lo fissava, ammirandolo sfacciatamente.
Clara aveva preso ancora un po’ di burro dalla vasca e aveva cominciato a massaggiarlo con più forza nella sua micia. Giorgio sentiva l’odore del burro caldo che comincia a riempire la stanza e cominciava a sentire i morbidi rumori fra le sue labbra bagnate e gonfie mentre lei aumentava gli sforzi. Le carezze al suo monte erano la cosa più erotica che avesse mai visto, ma manteneva il suo impegno stando seduto e guardando la presentazione che gli stava facendo. La sua passera era quasi al livello dei suoi occhi mentre lui si era spostato sulla sedia fino a che le sue palle non si erano fermate contro i suoi piedi. Il suo cazzo, comunque, non si era fermato, ma stava dritto, quasi appoggiato al mento e quasi parallelo al suo torace.
Clara gli aveva alzato dolcemente le palle con la punta dei piedi, poi li aveva fatti scivolare da sotto permettendo alle palle di cadere delicatamente sulla sedia. Aveva fatto indietreggiare i piedi appoggiandoli contro la sua micia ed aveva aperto le ginocchia, si era sdraiata indietro sopra la tavola appoggiandosi ad un braccio. Si era spinta più indietro sul tavolo finché i talloni non erano arrivati all’orlo. Allora aveva aperto i piedi e si era sdraiata languidamente e lascivamente.
Clara aveva rimesso la mano nel burro, ne aveva preso un grande pezzo dorato e l’aveva portato alla sua micia, dopo di che, con la mano piatta l’aveva spinto dentro la sua delicata fessura. Aveva fermato la mano ed aveva spinto indietro la testa perdendo quasi conoscenza. Giorgio vedeva il burro che cominciava a fluire tra le sue dita e giù per la piega del culo. Avrebbe voluto leccarlo ed assaporane il gusto mescolato agli umori, ma evidentemente lei provava piacere anche senza di lui. Per ora. Clara lentamente, molto lentamente, aveva fatto scivolare la mano verso il basso e aveva cominciato a pigiare dolcemente la punta delle dita contro l’anello delicato e muscoloso del suo culo. Una pressione delicata. La sensazione aveva iniziato ad irradiarsi dalla sua gemma corrugata. Era ancora sdraiata con la testa indietro, sentiva la sensazione svilupparsi e crescere.
Aveva spinto dolcemente ed aveva cominciato a girare le dita, massaggiando leggermente. Cominciava a sentirsi galleggiare, le sensazioni già provate stavano tornando. Le labbra si erano aperte quando aveva cominciato ancora una volta ad ansimare.
“Ah, ah…” Soffiava verso il soffitto. “Ah…ah!…ah!…ah…ah” Clara ansimava quietamente al ritmo del movimento delle dita. “Ah…ah.” Poi un rapido “Ohhhh” seguito da un rapido inspirare. “Ssssssp” mentre risucchiava l’aria. Era un comportamento involontario. Aveva smesso di girare le dita, aveva pigiato con un po’ più di forza e aveva spinto l’indice a passare la barriera. Ora era immobile, i talloni erano agganciati all’orlo della tavola, sdraiata sulla schiena, completamente nuda.
Il profilo del suo corpo era accentuato dalle luci basse della stanza, i capezzoli irti puntavano verso l’alto, le cosce brillavano per il burro. La testa gettata indietro, il viso verso l’alto, i lunghi capelli biondi sparsi sulla tavola. Le braccia tese lungo il corpo e sotto la piega dove le natiche si congiungevano alle cosce, curvate sotto di lei e con un dito fine e bello dentro il suo culo stretto. Nulla si muoveva mentre tratteneva il fiato, gli occhi chiusi. Anche Giorgio aveva smesso di respirare, era affascinato dalla visione. Fissava la sua figura erotica, non respirava per paura che la scena scomparisse. Clara aveva stretto un po’ di più gli occhi e lentissimamente aveva cominciato a muovere il dito. Proprio appena appena. Tanto lentamente che quasi non era possibile vederlo. Ma Giorgio era distante pochi centimetri e vedeva tutto.
Lentamente un sospiro era passato tra le sue labbra in un lungo, tranquillo, soffio. Un “Whuuuuhhhh” aveva rotto l’incantesimo e Giorgio aveva ricominciato a respirare, sempre più velocemente. Clara si era chinata in avanti, aveva messo l’altra mano nel burro e aveva spinto le dita nella sua micia. Aveva ricominciato ad accarezzarsi il clitoride con una mano mentre pompava con facilità nel suo culo con l’altra. Sarebbe presto venuta se avesse continuato così, ma anche il pensiero della scena che stava creando avrebbe contribuito.
Era lì, sdraiata sul tavolo della sala da pranzo, nuda, oliata ed eccitata. Si toccava il culo e la micia, rapidamente viaggiava verso l’orgasmo, con suo marito che fissa tra le sue cosce. Pensando a dov’era ed a quello che faceva avrebbe potuto raffreddarsi, ma non era così. L’estremo erotismo di tutto quanto accadeva la stava rapidamente portando verso il limite. Giorgio l’aveva guardata da vicino, gli occhi si muovevano dalle sue mani ed i loro movimenti, alla bocca con e la sua laboriosa respirazione. Respirazione che si rifletteva nel salire e scendere delle mammelle. I suoi occhi danzavano da una visione lasciva all’altra. Il suo cazzo era diritto, alto e cominciava a contorcersi. Aveva cominciato a prendere le cose nelle sue mani, nel senso letterale della parola. Non aveva alcuna reazione cosciente nei confronti di Clara sdraiata davanti a lui, ma in qualche luogo, profondamente nella sua mente, sapeva che sarebbe venuto ben presto.
Aveva cominciato ad accarezzarsi, facendo scivolare le morbide pieghe di pelle dall’asta fin sopra la cresta che circondava la testa della sua virilità. La solida rigidità sotto la pelle rendeva facile il movimento e la sensazione era incredibile. Ma lui non stava pensando a quello che stava facendo. Era impossibile resistere, con quella visione a pochi centimetri dal suo naso. I movimenti delle dita di Clara ora erano diventati un ballo, muovendosi dentro e fuori e ruotando. Il sangue che tumultuava attraverso le sue orecchie diventava un pulsare che, come in alcuni rituale africani, saliva d’intensità con l’agitarsi dei ballerini intorno al fuoco. Il pulsare ed il martellio gli riempivano la testa. Il calore la bagnava sempre più di sudore man mano che il ballo saliva d’intensità. Le fiamme lambivano le sue cosce facendola contorcere e lamentarsi. Il ballo aveva raggiunto rapidamente un intenso, crescente martellio. “Ohhhh…ohhhhhhhh, sì!” si era lamentata, il suo corpo cominciava ad arrendersi.
“Oh, oh, oh, oh!” aveva sbuffato, le mani ora erano seppellite tra le sue cosce. Era completamente pigiata nella sua micia fradicia e nel suo culo imburrato, le sue dita accarezzavano l’una e l’altro attraversando le pieghe sensibili che li separavano.
“Aaaahhh!” aveva gridato, e l’urlo era morto in un basso lamento. Il suo corpo aveva spasimato e si era scosso nell’orgasmo. Aveva tirato le gambe contro le mammelle e aveva teso ogni muscolo, volendo prolungare la sensazione il più a lungo possibile. Era fradicia ed anche l’orlo del tavolo era bagnato. Giorgio aveva allungato la mano e l’aveva bagnata nella pozzanghera prima di farla ritornare al suo cazzo. Stava immobile in quella posizione, una posizione fetale, strettamente accoccolata sulla tavola. Ora Giorgio stava in piedi e si masturbava selvaggiamente. Era uscito con una frase ben intonata, “Sto venendo!”
Per un solo secondo Clara non aveva mosso un muscolo, poi, immediatamente, aveva disteso le gambe, toccando Giorgio sulla spalla con il tallone. Contemporaneamente aveva detto ad alta voce e fermamente. “No”!. La combinazione della sua voce e della sua espressione aveva fatto perdere il ritmo a Giorgio che l’aveva guardata in faccia. Lei l’aveva guardato e aveva detto di nuovo, ad alta voce. “No! Non farlo!”
Giorgio era confuso e l’eruzione in arrivo era divenuta rapidamente meno incalzante.
“Voglio che tu faccia ciò che dico!” Ora parlava normalmente. “Avevi promesso!” Giorgio aveva ricominciato a pensare, il sangue ritornava al suo cervello. “Le sue regole! Naturalmente è questo che vuol dire!” aveva pensato. Lentamente aveva sorriso mentre tornava a sedersi sulla sedia, ricordando l’accordo di alcuni minuti prima.
Il suo cazzo era ancora duro come una roccia. Clara era ancora nuda, bagnata fradicia di sudore ed umori sdrucciolevoli ed aperta davanti a lui come un banchetto. Ora era seduta sull’orlo della tavola ed aveva cominciato a accarezzarsi le mammelle ed i capezzoli.
“Stai lì e non muoverti,” aveva bisbigliato. Aveva fatto scendere le gambe fino a che i piedi non avevano toccato il pavimento, poi si era messa in piedi con agilità. Era un’alta e sottile figura che stava davanti a lui, in mostra, come per avere la sua approvazione. Non aveva fatto alcun movimento verso di lei. Questo era il suo spettacolo, la sua festa.
La sua mano era andata con grazia al burro morbido e l’aveva portato di nuovo al suo centro. Quando aveva cominciato a strofinarlo nella sua piega, aveva flesso le lunghe gambe sotto di lei e si era acquattata tra le gambe distese di Giorgio.
Giorgio aveva sorriso, aveva capito che stava per prenderlo in bocca e permettere così la sua liberazione. Questa era una notte di sorprese, tuttavia, e Clara aveva in mano tutte le carte. Dolcemente aveva chiuso le mani intorno ad una delle sue caviglie ed aveva curvato il ginocchio, poi aveva mosso la gamba sotto di se e l’aveva stesa diritta davanti a lui. Lui la guardava interrogativamente mentre muoveva l’altra gamba fino a toccare la prima. Ora lui sedeva con le gambe unite e stese fra le sue gambe divaricate.
La micia toccava il suo stinco mentre lei si acquattava. Giorgio era molto curioso. Clara lentamente si era alzata, si era allontanata da Giorgio, scavalcandogli le gambe e tornando verso la tavola. Giorgio l’aveva guardata ancora una volta con il burro che cominciava a scivolare dappertutto dove poteva arrivare tra le sue cosce. Aveva una vista meravigliosa mentre si allontanava da lui e si appoggiava al tavolo con una mano. Il suo bel culo luccicante, imburrato ora era proprio di fronte a lui. Adorava come le sue natiche morbide e strette finivano nel piatto e morbido pavimento della sua micia e sfuggivano verso la pancia. Le sue dita massaggiavano la passera e scivolano facilmente e profondamente all’interno.
Giorgio l’aveva guardata allontanarsi dalla tavola ed allargare le gambe mettendosi coi polpacci a spingere contro le gambe della sedia. Il morbido monte ora era proprio sopra la sua verga rigida e aveva cominciato a sorridere immaginando di scivolare profondamente dentro quella bella pelliccia bagnata. Clara sapeva che Giorgio ora era pronto, ed anche lei lo era per lui. Aveva continuato strofinare il clitoride col burro mentre cominciava a piegare le gambe e si abbassava verso il suo cazzo teso. Lo sentiva muovere il culo verso l’orlo della sedia per ottenere un’angolazione giusta. Gocciolava burro fuso dai peli ben curati del suo culo sopra il cazzo. Proprio quando aveva raggiunto la cappella, si era girata verso di lui e da sopra la spalla l’aveva avvertito. “Ora non muoverti.”
Clara si era abbassata e aveva trovato l’uccello di Giorgio, rigido, umido dei suoi umori e coperto di burro. L’aveva trattenuto fermamente e si era abbassata finché lui non era stato pressato contro di lei. Giorgio guardava la sua verga mentre lei lentamente si abbassava, finché la punta non era scomparsa nel suo culo. “Ahhhh” si era lamentata, proprio come aveva fatto precedentemente. L’immagine era bella e molto erotica.
Giorgio aveva un punto di osservazione ideale e gli piaceva ciò che vedeva. Il suo cazzo lungo, rigido si alzava diritto da lui ed improvvisamente scompariva nella sua bella moglie. Clara era immobile. Si era acquattata su di lui, collegata ad un punto formicolante della sua asta. Cominciava a tremare ma senza alcuno altro movimento. Poi aveva cominciato a rimbalzare lentamente, solo di una frazione di centimetro. “Ah, ah, ah, ah, ah, ah” aveva cominciato ad ansimare. Era una cadenza costante, a tempo. “Um, um, um, um, ah, ah, ah, ah, ah” Clara si muoveva appena, giusto un piccolo rimbalzo. Ma sentiva ogni millimetro del rimbalzo attraverso di se, carezzargli ogni nervo dovunque presso la loro congiunzione. Era incredibile che un piccolo bocciolo potesse cominciare a causare tali sensazioni. Aumentava lentamente, ma cominciava ad essere incredibile. “Oh, oh, oh, oh!” si era lamentata, mentre cominciava a gridare forte con l’aumentare della passione.
Ora i suoi colpi diventavano più lunghi, accarezzava il cazzo del marito su e giù per cinque centimetri. Tuttavia lei non era consapevole dei colpi più lunghi. Non aveva la percezione di come si stava muovendo profondamente dentro di lei. Stava cercando di aumentare le sensazioni di estasi che il cazzo causava accarezzando le pareti della sua strettezza. La profondità non aveva importanza. Far durare la carezza, questo era ciò che voleva.
Era afferrata all’orlo della tavola, gli occhi erano ermeticamente chiusi. Le gambe la sostenevano sopra l’uccello di Giorgio. Ogni muscolo era teso per trattenerla nell’angolazione perfetta per questa nuova avventura. Ma non era del tutto nuovo tra di loro.
Giorgio aveva sentito di quanto ad alcune donne piacesse questo stile di fare l’amore, ma era sicuro che fosse una cosa rara. Aveva letto che molte donne avevano provato il sesso anale ma non avendolo preso abbastanza lentamente la prima volta, non avevano mai più voluto riprovare. Era quello che era accaduto nella loro relazione. Erano molto giovani e lui era inesperto. Non avevano lubrificato a sufficienza e Giorgio non aveva potuto resistere più di 10 secondi. Clara non aveva sentito niente di più che un riempimento sgradevole ed un po’ di dolore.
Che situazione differente era questa. Ora Clara lo stava cavalcando con lunghe carezze e si lamentava ad alta voce. Giorgio era rigido e forte e faceva del suo meglio per resistere affinché lei fosse soddisfatta prima che lui venisse. Sapeva tuttavia che sarebbe venuto presto, ed a Clara piaceva causare la sua perdita di controllo quando lui cercava di resistere. Gli piaceva farlo venire. Gli piaceva fargli perdere la sua enorme abilità nel differire il suo orgasmo. Era diventato un gioco silenzioso tra di loro. Lui tentava di durare indefinitamente mentre lei faceva ogni cosa per poterlo far esplodere. Era il miglior genere di gioco fra due amanti. A Clara piaceva anche vincerlo. Si sentiva vittoriosa ogni qualvolta la riempiva con la sua passione calda, bagnata. Questa volta, tuttavia, lei aveva un vantaggio maggiore. Giorgio guardava scivolare su e giù la sua asta, tirare e spingere la pelle della sua verga mentre lei l’accarezzava. Era un piacere intenso e lei massaggiava il cazzo di Giorgio in una tale maniera che era difficile per lui controllarsi.
Il cazzo di Giorgio aveva la forma perfetta per questo genere di gioco sessuale. Quando era completamente eretto la testa era grande. Molto grande. Ma l’asta non lo era altrettanto. Non piccola ma non altrettanto grande. Clara pensava che creasse le sensazioni più meravigliose quando veniva spinto dentro di lei, gonfio nella sua micia come se volesse riempirla e farla serrare su di se. Era diverso dagli altri uomini con cui era stata.
La misura della testa aveva fatto sì che il primo affondo fosse un po’ doloroso. Ma ora…ora, era, …fantastico. La testa si era gonfiata fino alla sua massima dimensione. Lei avrebbe potuto allontanarsi da lui per l’intera lunghezza della sua asta e sapeva che la sua testa meravigliosa l’avrebbe afferrata, come un tappo in una bottiglia, fino a che il cazzo non fosse uscito libero. Era una forma perfetta per il suo piccolo bocciolo. Misura giusta dell’asta, testa grande, grande. Meraviglioso! Ora si muoveva più lentamente. Il suo bel culo formicolava fiammeggiante e onde di calore gli attraversavano il corpo. La sua micia cominciava a contorcersi come faceva quando si avvicinava l’orgasmo. Istintivamente aveva cominciato a far scivolare la mano sulla sua piega fradicia, strofinava il burro e gli umori profondamente sul suo clitoride.
Mentre accarezzava il centro del suo piacere, il culo aveva cominciato a stringersi sempre più sull’asta vellutata. Aveva gettato la testa indietro e aveva cominciato a lamentarsi. “Ohhhhhhhh” respirava. “Mmmmm…ohhhhhhh!” “Oh oh oh oh!” Il suo corpo impazziva. La sua micia cominciava ad afferrare ed stringere il cazzo che non c’era. I capezzoli si gonfiavano e diventavano irti, di quando in quando strisciavano sull’orlo della tavola, aumentando la sua passione. Il suo sedere era scorrevole e stretto e mungeva il cazzo dell’uomo. Improvvisamente si era alzata lungo tutta l’asta ora completamente imburrata, poi era scivola giù con forza, facendolo immergere completamente in lei. Giorgio aveva sentito il cazzo spingere profondamente dentro di lei, i suoi peli spingevano con forza contro di lei. Il suo cazzo era trattenuto strettamente e profondamente e sentiva il corpo della moglie agitarsi e contorcersi su di lui. Clara aveva abbassato la testa; ad occhi ermeticamente chiusi si spingeva pesantemente su di lui, i piedi completamente sollevati dal pavimento. Era completamente impalata e veniva violentemente. “Ohhhh” aveva emesso un gemito. Aaahhhhrrrrrrrggh!”
Giorgio aveva sentito che il cazzo veniva ulteriormente stretto e cominciava a pulsare. Lei si inarcava e si agitava mentre se lo spingeva dentro il più profondamente possibile. Lui non poteva resistere più a lungo. Spingeva il più dentro possibile e lei spingeva giù su di lui. Erano uniti completamente, come un corpo unico. Giorgio aveva perso la capacità di controllare la sua passione. Lei stava cominciando a farlo venire. Stava cominciando a spruzzare nel suo stretto rifugio un ruscello dopo l’altro di eiaculazione calda, umida. Lei sentiva il culo allentarsi intorno a lui mentre gli spruzzi lubrificavano la loro congiunzione. Ora il cazzo scivolava dentro di lei mentre insieme raggiungevano l’orgasmo. “Arrghhhhh!” aveva urlato Giorgio. “Aaaahhhh!” si era lamentata Clara con lui. Per molto tempo lei aveva spinto pesantemente su lui, trattenendo fermamente nel suo grembo il suo cazzo lungo e duro. Ambedue si agitavano e tremavano tra sensazioni incredibili. Sembrava che l’orgasmo dovesse durare per sempre, i loro corpi erano sopraffatti dall’estasi pura che sentivano.
Ora i loro movimenti rallentavano, mentre le sensazioni diminuivano. Erano completamente immobili. Clara teneva la tavola con una mano, spingeva con forza sul suo monte con l’altra. Qualsiasi movimento sarebbe stato di troppo. Alla fine Giorgio aveva cominciato a osservare altre sensazioni nel suo corpo. La prima era l’esaurimento completo nei suoi polpacci. Aveva spinto le gambe verso l’alto appoggiandosi ai talloni, cercando di spingere più profondamente dentro la moglie. Non sapeva quanto a lungo avesse spinto. Aveva rilassato le gambe e aveva circondato la vita di Clara con un braccio, stringendola con forza. “Wow” aveva detto piano. Per un po’ la stanza era rimasta silenziosa, fino a quando Giorgio non aveva cominciato ad immaginare cosa sentisse la moglie. Stava pensando che era stato un grande errore, un esperimento andato male?
Era dispiaciuta per quanto era accaduto? Era offesa? Clara finalmente aveva cominciato a rispondere al mondo intorno a lei. “Mmmmmm” aveva canticchiato, “…wow” Aveva guardato sopra la sua spalla verso il mezzo sorriso sul viso di Giorgio. “Come hai detto.” aveva bisbigliato. “Come?” aveva risposto Giorgio, incerto su quello che voleva dire. “Hai detto “wow”. Sono proprio d’accordo con te!” Giorgio gli aveva rivolto un sorriso completo. Lei si era chinata in avanti e si era spinta sull’orlo della tavola, facendo in modo che si separassero dolcemente dopo essere stati così completamente uniti. Era rimasta ferma un momento in piedi per riguadagnare la calma e si era girata verso suo marito.
“lo so, lo so. Ho sempre detto che non mi piaceva.” aveva cominciato, seduta sul bordo del tavolo. Aveva guardato nei suoi occhi per un momento, poi aveva guardato in giù, un po’ vergognosa. Non per le sue azioni, ma per quanto aveva perso in tutti quegli anni. Voleva scusarsi con lui per questo. Ma Giorgio conosceva bene sua moglie, e prima che lei avesse la possibilità di parlare, aveva cambiato discorso. “Sono contento che abbiamo rivisitato questa cosa!” aveva detto. “Penso che non eravamo capaci di farlo bene quando eravamo più giovani! Grazie per avermi insegnato tutto ciò! Mi dispiace per quella prima volta. Non sapevo quello che facevo.” Clara l’amava. Lui aveva capito quello che sentiva ed aveva spazzato via tutto con poche parole. Si era curvata ad abbracciargli il collo. “Grazie, bimbo.” Gli aveva detto sottovoce. Lui aveva capito tutto. “Ti amo” aveva risposto.
“Ora, posso aiutarti con questi piatti?” Si erano alzati e avevano sparecchiato la tavola, insieme, completamente nudi.