Io, Lei, Lui

Sono Paolo e sono un ragazzo simpatico, abbastanza serio e pignolo ma di piacevole compagnia…lo dimostra anche il fatto che sono sempre chiamato da amiche e amici per diverse serate in compagnia.

L’unica eccezione del mio carattere aperto rimane il sesso.

Spesso con Marco, il mio migliore amico dalle scuole medie, cerco di lasciarmi andare e chiedere consigli…non so perché ma ho sempre problemi a venire. Già, può sembrare strano e patetico perché magari c’è chi ha problemi ben peggiori ma l’idea di scopare per un’ora e sentirsi dire dalla propria ragazza, “Adesso basta!” non è assolutamente piacevole.

Quando mi masturbo può accadere che alle volte vengo in cinque minuti ma quando ho il pene immerso nella vagina di qualcuna, zero…devo aspettare come minimo un’ora…niente eiaculazione.

Stranezza particolare è che mia madre Sara ha sempre avuto un certo input positivo sul mio pene…mi spiego…è da quando ho 12 anni che me la immagino in veste di donna…credo sia normale o meglio, abbastanza normale visto che è l’unica donna in casa…ed è stata proprio l’adolescenza a mostrarmela sempre bella, sensuale e, nella mia fantasia, porca.

Una mamma comprensiva, via…una madre che entra in bagno, mi vede masturbarmi e mi viene vicino facendomi sborrare sul suo seno…fantasie ricorrenti da quando avevo proprio iniziato a conoscere il sesso, il mio corpo. Ora, ormai diplomato e in cerca di lavoro, mi ritrovo ad immaginarmela sempre come esterna ai miei rapporti, come una sorta di “jolly” che entra in scena nella mia mente quando non riesco a sborrare mentre chiavo in macchina. Allora me la immagino lì, seduta accanto a me, a gambe aperte, con i suoi seni fuori che mi chiede di sperare per lei e così accade…tiro fuori il cazzo dalla troia del momento e sborro…se non penso a lei devo attendere, attendere, attendere…

Marco, dal canto suo, più che stimolarmi facendomi conoscere sempre belle ragazze e, a volte, donne mature che possano in qualche modo contrastare la figura materna così ossessivamente in testa, non può fare e ne sono conscio.

L’altro giorno, mentre entravo in casa, sentivo canticchiare mia madre. Le avevo detto che sarei tornato a casa verso cena e invece, per un colloquio andato male, ero già di ritorno verso le 17.

Non mi aveva sentito e mentre mi avvicinavo alla camera da letto sentii che borbottava da sola e ghignava come se qualcosa la divertisse e la stuzzicava al tempo stesso.

Incuriosito mi avvicinai e la trovai seduta sul water, tutta nuda, con un libro in mano mentre si fumava una sigaretta.

Rimasi dunque un po’ confuso perché non capii bene cosa stesse facendo con la porta spalancata. Osservai meglio e notai una bottiglia di vino vuota, appoggiata al bordo della vasca idromassaggio…pensai si fosse goduta appieno il suo primo giorno di ferie dopo ben due anni senza vacanze. Sorrisi e per non stare a disturbare decisi di tornarmene sui miei passi facendo finta di niente ma qualcosa attirò la mia attenzione. Una frase, una breve, stupida, insensata e ridicola frase detta fra i suoi denti…”Figurati se questa si fa scopare dai due…”.

Tornai indietro, sbirciai. Lei era sempre lì, che sorrideva a leggere quel libro…probabilmente un romanzo erotico o qualcosa del genere…non lo so…so solo che allargò le gambe, gettò la sigaretta tra le sue cosce e rimase a gambe aperte per un po’ sino a quando, leccata la mano aperta sinistra, iniziò a farla scendere e, dopo aver sfiorato le sue grandi tette, iniziò a toccarsi.

Lei nuda, a gambe divaricate, con il libro sulla mano destra e con la sinistra intenta a massaggiarsi la vulva. Iniziava a gemere, sorridere e chiudere gli occhi. Qualcosa che aveva letto la stava eccitando a dismisura e io non potei rimanere freddo di fronte a quella scena.

Rimasi nascosto ma approfittai della scena. Mai mi era capitato di vedere mia mamma così, nuda, vogliosa e bella. Tirai fuori il cazzo e iniziai a toccarmi. Mentre lei continuava a muoversi sul cesso io sborrai sul muro, non riuscendo a resistere ad un gemito soffocato ma udibile.

Mia madre si alzò improvvisamente dal bagno e io rimasi nascosto a braghe calate dietro il muro.

< Paolo? Sei tu?>

Che dovevo fare? se rispondevo mi avrebbe scoperto e per di più la cinta dei pantaloni, ad ogni mio movimento faceva un “dlin dlin” che mi avrebbe fatto scoprire subito.

< Paolo? Sei a casa?>

Non sentendomi rispondere si mosse dal bagno, venne fuori e si diresse verso di me.

Mi vide col cazzo penzolante e sborroso mentre lei, col libro e con i suoi capelli raccolti con gli occhialini sul naso mi guardava senza fiato.

< Ma che…ma che cos’è ‘sta roba Paolo?>

< Io…sì insomma…no è che…stavo cercando di venire in bagno e…poi ti ho vista…>

< Ma Paolo!! Ma che vergogna…che ci fai col coso di fuori? Non ti vergogni?>

< Tantissimo mamma…lasciami stare dai…scusami io…io…>

< Ma…mi stavi spiando Paolo? Stavi spiando me? Cioè…vuoi dirmi che mentre mi guardavi tu…tu…>

< Sì, hai capito benissimo…scusami…>

Mentre alzavo i pantaloni e cercavo di nascondere il rossore che avevo in volto, mi girai per dirigermi verso la camera quando lei esplose in una risata.

< Haa haa! Ma Paolo! Oddio mio…lui che guarda me mentre mi masturbo e si masturba anche lui…nooo, non ci posso credere oh…a 42 anni devo ancora stupirmi…ma cazzo Paolo…ma che ti è preso eh?>

< Eh beh, vedi tu…sei tutta nuda, con le tette al vento…poi ti ho vista lì che ti toccavi e m’è venuto duro…cazzo ti devo dire dai? minkia, non mettermi in imbarazzo!>

< In imbarazzo tu?!? Semmai io dovrei essere in imbarazzo scusami! Ero lì che mi toccavo e tu…e tu che mi spiavi…ma Paolo, oramai sei grande per spiarmi non trovi?>

< Senti mamma…grande o non grande… te tutta nuda mi fai venire la minkia dura, che ti devo dire?>

< La “Minkia dura”? Haa haa haa! Oh gesù, e per fortuna che mi sono sgolata una bottiglia di rosso perché se no sarei svenuta a sentirti dire certe cose…va be dai, ho capito su…siamo in primavera, gli ormoni sono quello che sono e sia tu che io avevamo voglia di sfogarci un po’…ora vai nel tuo bagno e lavati…a cena ne riparliamo…>

Finì pressappoco così la nostra veloce chiacchierata ma l’idea di mia madre che non si scandalizzava a vedermi nudo, appena orgasmato e per di più, per merito suo, mi fece venire una strana voglia di dirle tutto…sì, tutto quanto, dei miei problemi, delle mie immortali scopate, delle mie infinite prestazioni che terminano con il suo sguardo materno su di me…in fondo chi meglio di lei poteva capirmi e consigliarmi?

Chiamai Marco e gli raccontai l’accaduto. Non nascose che gli venne duro e l’idea mi faceva trasalire di gelosia anche se la cosa mi eccitava un sacco. Lui si stava masturbando mentre gli raccontavo di mia madre tutta nuda. Si auto invitò per il dopo-cena a casa mia dicendomi di stare calmo e di fidarmi di lui perché la sera stessa avrebbe risolto il mio problema.

Gli accennai del fatto che volevo parlarne con mia mamma e lui accolse in pieno la proposta invitandomi a raccontarle tutto e cercando di non cadere in maliziose situazioni ma facendola bere, bere e ancora bere…ora che rileggo la mia testimonianza capisco ciò che anche per voi lettori sarà scontato…aveva in mente un piano, un piano di quelli veramente allucinanti ma al momento mi sfuggì qualcosa.

A cena mia madre si presentò con una maglia colorata con le sue tette sempre in bella vista, una gonna corta color beige e le sue splendide ciabatte col tacchetto. Niente trucco sul viso, una mamma qualunque, con tanto di occhiali e capelli raccolti. Niente di esaltante, tutto sommato.

Mangiammo e bevemmo una bottiglia di Chianti, parlammo del più e del meno, dei colloqui e del pomeriggio di masturbazione reciproca. In fondo Marco aveva visto lungo…con un po’ di vino nel sangue, le parole uscivano senza difficoltà e potevo finalmente sentirmi a mio agio e rivelarle il mio problema che mi accompagnava dai miei 12 anni sino ad oggi.

Non starò qui a raccontare per filo e per segno tutto ciò che ci siamo detti ma la mia mammina è stata più comprensiva di quanto immaginassi, cercando di caripre ogni mia parola, cercando di assaporare la mia sincerità e cercando, ove possibile, di indirizzarmi verso persone e/o enti che potessero consigliarmi terapie adatte al mio morboso amore nei suoi confronti.

Non mi fece nemmeno lavare i piatti e si lasciò andare a coccole ed effusioni che mi rassicurarono molto. O forse a rassicurarmi era la seconda bottiglia di vino che avevamo terminato senza nemmeno accorgersene.

Marco giunse alle 21.30 e io e mia mamma eravamo nell’ampio salotto ad attenderlo.

Mia madre barcollava e io accolsi il mio amico del cuore con un abbraccio dicendogli in un orecchio “Le ho spifferato tutto…ora tocca a te…”. Sara diede i soliti due bacini ridendo come un’oca per poi rimettersi seduta sul grande divano.

Io e Marco ci sedemmo ai suoi lati e io le stavo praticamente appoggiato sulle sue enormi tette.

Marco prese in mano la situazione, dicendo a mia madre che era il momento di cercare un rimedio alla mia morbosa attitudine a spiarla e a farmi le seghe pensando a lei. Rimasi di sasso…ma che cazzo di soluzione era?

Mi alzai di scatto ma mia madre non sembrava essersela presa e anzi, chiese spiegazioni al mio amico…

< …e io cosa dovrei fare secondo te?>

< secondo me signora Sara, dovremmo vedere da vicino questo problema e inviterei Paolo a togliersi i pantaloni e a tirare fuori l’uccello…se ti da fastidio Paolo, lo faccio anche io così stiamo in due nudi…ti va?>

Rispose mia madre per me.

< Sì, gli va…calati i jeans Paolo, cuccioletto mio…e tu Marco, li togli anche te?>

< Sì…ecco fatto, signora Sara…>

< Non chiamarmi signora…dammi del tu…stiamo cercando di fare del bene per Paolo no? Dai forza, mettetevi a vostro agio…so io cosa vi serve a voi due…>

Mia madre ci tastò i boxer e toccò i nostri due membri come se fosse una cosa normale. Sorrise e ci diede un bacio casto sulle labbra sia a me che a Marco. Lui accettò di buon grado e rincarò la dose assumendo la parte del dottore…

< Sara, ascoltami bene…lo sai cosa prova per te questo ragazzo…credo che una terapia d’urto potrebbe aiutarlo molto sai? Prendi due piccioni con una fava nel senso che così gli risolvi i problemi che ha, sia per quelli che concernono la tua immagine fissa nelle sue fantasie perverse che quelle che ti vedono magari distante da lui mentre fai certe cose…fossi in te non mi tirerei indietro…prendi i nostri cazzi…prendi tuo figlio Paolo e aiutalo a fargli scomparire il dramma…dai…fai tutto tu…so che ne sei in grado>

Mia madre si spostò dal divano dandoci piena visione del suo culo. Intanto non si staccava dai nostri due cazzi che erano ormai in tiro.

Si girò,si strizzò le tette, prese i due membri e per salutarli li leccò una volta per ciascuno, sino a quando prese il cazzo di Marco in bocca e iniziò a spompinarlo ben bene.

< Ti piace Paolo come gli succhio il cazzo?>

< Tantissimo mami…sento che sto già per venire…finalmente…un orgasmo veloce, sicuro e forte…quello che ho sempre desiderato…e soprattutto farlo con te…>

Mentre parlavo aveva deciso di spostare la sua attenzione materna sul mio pene e lo avvolse tra le sua enormi tette, sputandogli sopra e masturbandolo.

< Però Paolino mio aspetta, non sborrarmi subito in faccia…voglio sentirlo tutto dentro se ti va…così potrai sfogarti dentro di me…sarebbe eccezionale no, piccolo mio?>

<Oh sì mamma, grazie…allora siediti sopra di me…dai…fatti scopare…voglio venirti dentro e inondarti di sborra>

< Sì, scopami piccolo maialino della mamma…fottimi…Marco…vieni qui, non lascirci soli!>

E mentre la stantuffavo nella figa lei spompinava diabolicamente l’uccello di Marco, sino a quando non resistei e liberai il mio primo vero orgasmo fugace….cinque minuti di scopata e venni, tutto dentro di lei.

< Non ti staccare adesso però…la tua sborra calda la voglio tenere dentro ma tu continua a scoparmi piccolo mio…sbattimi ancora un po’…dai, piccino…>

La girai e la scopai ripetutamente mentre Marco le sollazzava sempre il bigolo in faccia, facendogleilo uscire dalla bocca e schiaffeggiandoglielo sulle guance.

Finché non giunse il suo turno.

mentre finivo di fottermela ancora venendo per la seconda volta, Marco le sborrò addosso.

Mia madre sorrideva e piangeva allo stesso tempo. Mi abbracciò e mi sussurrò parole forti nell’orecchio:

< Come mamma voglio essere tua amica, tua confidente e anche la tua piccola maiala come questa sera…ogni volta che vorrai sbattermi, fallo, ti prego…erano anni che desideravo lo facessi…>

Da quel giorno me la chiavo ogni giorno e, se ancora vi state chiedendo cosa stesse leggendo in bagno, la risposta è: “Il taboo di avere due figli maschi”…era già vogliosa d’incesto e lo scoprii quasi per caso.

Buona sega a tutti.

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