Io e la fotografia – Cristina

Sono sempre stato interessato alla fotografia e per me era il massimo guardare le foto di nudo su Playboy. Così l’autunno scorso, ho deciso di frequentare un corso di una scuola di fotografia. Il corso prevedeva una quantità di materie diverse e fra l’altro bisognava fare una serie di istantanee aventi come soggetto il corpo umano. Ho chiesto a Nadia, una splendida bruna che lavora con me, se voleva essere il mio modello. Sul lavoro sono conosciuto come un uomo gentile e quieto, di discreto aspetto ma non particolarmente eccitante; non sono mai sono stato molto aggressivo con le donne. Nadia sapeva che poteva stare tranquilla e che tutto ciò che volevo erano solo alcune belle inquadrature. Ha acconsentito dopo che le ho promesso che avrebbe potuto avere delle copie delle immagini. Ha indossato un abito da sera blu e si è fatta acconciare i capelli (una spesa che mi sono accollato) per la sessione di riprese. Abbiamo utilizzato due rullini di foto che rivelavano il suo fascino. Dopo averle sviluppate ho portato delle copie a Nadia che si è dimostrata molto compiaciuta del risultato e le ha mostrate ai nostri colleghi. Sono stato molto complimentato sia dai colleghi che a scuola.

Un mese più tardi, Cristina (un’altra collega) mi ha avvicinato e mi ha domandato se accettavo di fotografarla. Ci siamo messi d’accordo di vederci quel sabato a casa mia. Cristina è una bruna alta, molto snella, con un corpo estremamente magro ed un piccolo torace. È molto quieta e riservata sul lavoro. Ho affittato alcune lampade addizionali ed ho installo un fondale nella mia cantina (spero di riuscire ad installare anche una camera oscura prima o poi).

Cristina è comparsa indossando pantaloncini e maglietta e portando una piccola borsa; ha detto che voleva cominciare con quello e così ci siamo messi a lavorare. L’ho fatta mettere in una quantità di pose e dopo che abbiamo finito il primo rotolo, è andata in bagno a cambiarsi. È uscita indossando un piccolo bikini arancione senza spalline che mi ha lasciato a bocca aperta. Dopo aver riguadagnato la calma abbiamo cominciato a riprendere. L’ho fotografata in molte pose per essere sicuro di avere delle foto perfette. Dopo due rullini, Cristina è ritornata in bagno e si è cambiata indossando gli abiti da lavoro; mi ha ringraziato e mi ha detto di ricordarmi delle copie.

Il mercoledì successivo mi sono fermato alla scrivania di Cristina (avevo preso in prestito una camera oscura da un amico per sviluppare) e le ho dato le fotografie; le ha lasciate nella busta e ha detto che le avrebbe guardate più tardi. Non posso biasimarla per non aver voluto che tutto l’ufficio sbavasse su di lei in bikini. Giovedì è venuta alla mia scrivania per ringraziarmi di nuovo e domandarmi se volevo farne ancora. Ci siamo messi d’accordo perché venisse di nuovo sabato per un’altra sessione.

La mattina del sabato ancora una volta ho installato il mio equipaggiamento per le riprese. Inutile dire che ero eccitato al massimo grado. Cristina è comparsa alle 10 indossando un altro completo da palestra ed ancora la borsa. Questa volta si è scusata e si è diretta in bagno per cambiarsi. Io trafficavo con l’equipaggiamento domandandomi che tipo di sorpresa avrebbe avuto per me quel giorno. Speravo che avesse portato un altro bikini. È uscita dal bagno indossando un abbigliamento ridottissimo! Avevo difficoltà a nascondere la mia eccitazione; mi ha spiegato che voleva delle fotografie speciali per il suo ragazzo perché la ricordasse quando era via per lavoro. Si è sdraiata sul set con una mano che sosteneva la testa e l’altra lungo il fianco, i suoi capezzoli marroni erano chiaramente visibili attraverso il top e riuscivo a vedere una piccola chiazza scura attraverso le mutandine bianche quasi trasparenti. Senza dire niente ho cominciato a scattare, l’ho fatta muovere in varie posizioni per avere le migliori fotografie (per non parlare della migliore visione che avevo!). Quando mi sono fermato per cambiare pellicole, mi ha detto che andava a mettersi qualcosa d’altro. Ero deluso, pensavo di aver visto tutto quello che era possibile. Cinque minuti più tardi è uscita indossando una lunga camicia da notte in seta nera e calze bianche. Non era trasparente come ciò che indossava prima ad eccezione dei capezzoli che imprimevano un contorno interessante attraverso la seta. La camicia aveva degli spacchi sui lati da cui si poteva vedere l’orlo delle calze; apparentemente erano sostenute da giarrettiere!

Si è messa a pancia in giù ed io ho cominciato a fotografarle il viso. Se fosse stata un po’ più in carne, avrei potuto avere una bella visione della fenditura tra i seni ma, come ho già detto, Cristina è esile. Le sono girato intorno ed ho visto che la camicia era salita sul suo didietro esponendo una parte delle natiche. Non indossava mutandine! Era sempre più difficile nascondere la mia protuberanza e camminare era doloroso. Sono andato in fondo al set e ho messo la macchina fotografica sul treppiede (cercando di celare il tremolio della mano). Lei si è alzata in una posizione semi inginocchiata e ha sbottonato un paio di bottoni della camicia, poi ha piegato la testa sulla spalla sinistra e ha fissato nella macchina fotografica mentre io facevo alcuni scatti. Che posa eccitante! Quindi si è inginocchiata a 90 gradi rispetto alla macchina fotografica e ha sistemato la camicia per esporre il fianco della coscia (senza esporre niente di “privato”) e la giarrettiera.
Avevo di nuovo finito il rullino (non so neppure come ho fatto ad accorgermene!). Mentre cambiavo la pellicola Cristina si è alzata e ha preso un drink (avevo preparato del vino bianco). Mi ha allungato un bicchiere e mi ha domandato se promettevo di essere discreto. Ho pensato che fosse una domanda un po’ strana dopo che avevo già scattate tante foto, comunque ho promesso che non avrei fatto circolare le copie. Mi ha fatto promettere di darle tutti i negativi ma mi detto che avrei potuto tenere alcune stampe per me. A quel punto ha detto che era ora di ritornare a lavorare. Si è seduta sul set ed ha sbottonato tutti i bottoni ad eccezione di uno; un piccolo seno ha fatto capolino da un lato della camicia. Non sapendo se la cosa era voluta o casuale, rapidamente ho scattato alcune foto. La camicia di Cristina si è abbassata al suo grembo esponendo ambedue le tette. Erano assolutamente splendide, piccole e sbarazzine con i capezzoli marroni eretti. Ero al settimo cielo. Ha sbottonato l’ultimo bottone della camicia e l’ha gettata via. Ora sedeva all’indiana con indosso null’altro che la cintura delle giarrettiere bianche e le calze. Non riuscivo ancora a vedere la micia a causa del modo in cui era seduta. Dopo un paio di scatti si è sdraiata sulla pancia rivolta verso di me. Ho potuto dare un’occhiata di sfuggita alla micia mentre prendeva quella posizione. Aveva un culo veramente stretto e le natiche sembravano veramente sode. Si è girata mostrando il posteriore e guardando verso la macchina fotografica da sopra la spalla. Finalmente si è girata e ho potuto vederla in tutta la sua gloria. Aveva una micia ordinatamente potata con un piccolo cespuglio lanuginoso. Avevo di nuovo finito la pellicola. Praticamente ho sventrato la macchina fotografica e ho ricaricato a tempo di record per non perdere l’opportunità della mia vita. Cristina si era seduta quando mi sono girato verso il set, le ginocchia contro il torace.
Ha detto che voleva degli zoom e ha aperto un po’ le ginocchia mettendo le due mani ai lati della micia. Mi sono accinto alla ripresa ravvicinata mentre lei separava le labbra esponendo il roseo interno. Non riuscivo a credere che Cristina fosse una donna tanto calda sotto un’apparenza tanto quieta. Un dito è entrato tra le pieghe scivolose e si è mosso dentro e fuori un paio di volte mentre scattavo. È rotolata sulla pancia mostrandomi il culo. Ho fatto un altro paio di foto ai suoi buchi rosa e marrone mentre lei continuava a far scivolare il dito dentro e fuori della micia; quando è rotolata sulla schiena ho visto che aveva gli occhi chiusi. Il dito aveva preso il ritmo, io scattavo ed ero rimasto ancora una volta senza pellicola; mentre la cambiavo, ho visto che Cristina non aveva notato la mia assenza (o la mia presenza a quel punto) e muoveva furiosamente il dito dentro e fuori e si tirava i capezzoli con l’altra mano, passando da una tetta all’altra. Sono ritornato proprio in tempo per catturare il suo viso al momento dell’orgasmo.

Mentre veniva ho fatto un paio di riprese della sua mano vicino alla fica spalancata con gli umori chiaramente visibili. Dopo un paio di minuti ha riaperto gli occhi, mi ha guardato ed è arrossita leggermente. Aveva fatto poco rumore durante tutta la performance (solo un piagnucolio di tanto in tanto ed un respiro affannoso, Cristina non era sicuramente un’urlatrice!).
Lei poteva vedere chiaramente la mia protuberanza e mi ha detto che si sarebbe presa cura del mio problema e che mi ringraziava per le fotografie e per la promessa di non divulgarle. Mi ha detto che non si sarebbe lasciata chiavare ma che mi avrebbe fatto un pompino. Mi si è avvicinata, mi ha abbassato la chiusura lampo e si è chinata. Ha infilato una mano nei boxer e mi ha tirato fuori il cazzo. Ho un pene nella media (sedici centimetri ed un po’ più grosso di altri) e si è complimentata. Mi ha portato ad un sedile e mi ha fatto sedere per avere l’opportunità di abbassarmi pantaloni e mutande; quando sono stato seduto li ho calciati via. Si è inginocchiata e ha preso il cazzo in bocca.
Era incredibile, succhiava delicatamente sulla punta e scendeva ogni volta più in basso. L’ha tirato fuori e ha leccato la parte inferiore vicino alle palle. Ha ingoiato la testa ed è scesa fino alla base. Ha alzato di nuovo la testa alla punta e ha cominciato a toccarla con la lingua mentre la sua mano ha afferrato la base e ha cominciato a masturbarlo. Ho ripreso la macchina fotografica ed ho terminato la pellicola fotografandola mentre mi succhiava il cazzo.

Dopo essere stato eccitato per un’ora (mi sembrava molto di più), non potevo più resistere ed ero pronto a sparare il mio carico giù per la sua gola. Era evidentemente esperta e l’ha preso tutto senza sprecarne una goccia. Sono rimasto seduto sulla sedia completamente esausto mentre lei mi accarezzava delicatamente il cazzo con le sue piccole mani. Dopo aver ripreso la forza di parlare, l’ho ringraziata. Cristina mi ha fatto promettere che non avrei detto a nessuno della nostra performance (di nessuna parte) e mi ha ricordato che le avevo promesso i negativi.

Si è alzata ed è andata in bagno. Quando è uscita (indossava ancora la tenuta da palestra), mi ero rimesso i pantaloni, stavo spegnendo le luci e poi avrei fatto pulizia. Mi ha ringraziato di nuovo e mi ha baciato dolcemente prima di andarsene.
La domenica sono andato a casa dei miei amici a sviluppare le pellicole, ho impiegato la maggior parte del giorno per farlo ma volevo che venissero bene. Volevo essere sicuro che tutte le foto fossero il massimo perché Cristina aveva detto che avrei potuto tenerne una serie, dovevo riuscire perché avevo promesso di renderle i negativi e non avrei avuto una seconda opportunità. I risultati erano piuttosto impressionanti ed ho fatto parecchi ingrandimenti.
Lunedì, in ufficio, ho detto a Cristina che avevo stampe e negativi in macchina (non volevo che qualcuno le vedesse). Dopo il lavoro siamo usciti e glieli ho dati. Mi ha ringraziato di nuovo ed io ho detto che avrei dovuto essere io a ringraziarla, ogniqualvolta avesse voluto delle foto, sapeva dove trovarmi.

Il giovedì mi ha avvicinato in ufficio, ha detto che aveva dato le foto al suo ragazzo come regalo di compleanno. Lui (e lei) erano entusiasti dei risultati; ha ammesso di non avergli dato le fotografie in cui si sditalinava e mi faceva il pompino, pensava che non gli avrebbero fatto piacere.

Ancora non posso credere che questa esperienza mi è accaduta veramente, non solo è stata eccezionale, ma mi ha permesso anche di migliorare la mia capacità fotografica.

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