Dopo la mia ultima avventura ho compreso che il massimo della felicità sarebbe stato fare altre fotografie di nudi.
Incontravo sempre Cristina al lavoro ma non aveva più mostrato alcun interesse per la cosa, ed io ero troppo timido per domandarglielo. Ho pensato che non fosse opportuno rischiare di avvicinare qualcuno sul lavoro perché avevo deciso di tenere segreto il mio piccolo hobby, quindi ho messo un annuncio sul giornale locale. Ho scritto vagamente che cercavo modelli per un lavoro affascinante, gli interessati avrebbero dovuto rispondere fermo posta per permettermi di mantenere l’anonimato; l’annuncio è stato pubblicato per una settimana e poi ho aspettato che arrivassero le risposte.
Al termine della settimana sono andato all’ufficio postale per vedere se qualcuno mi aveva scritto; nel box c’erano cinque lettere, la prima era evidentemente di una puttana, parlava di sesso e di quello che mi avrebbe fatto se fossi stato “generoso.” Ho deciso che non ero così disperato. Un’altra aveva allegato una fotografia e diceva che non intendeva posare nuda ma solo in costume da bagno. L’ho messa da parte sperando di trovare un candidato più promettente. La terza lettera diceva che avrebbe posato per “raffinati” nudi e che la sua tariffa era 400.000 lire l’ora; allegava una fotografia e non mi è sembrata particolarmente bella. Sapevo di non potermi permettere le sue tariffe e cominciavo ad essere un po’ scoraggiato. La quarta era di una studentessa che diceva di chiamarsi Angela, di avere vent’anni e di poter lavorare dopo la scuola; non aveva mai lavorato come modella ma pensava di poter imparare rapidamente; era alta un metro e sessantacinque, misure 90-60-85, diceva anche di avere i capelli biondo chiaro. Questo già si avvicinava di più a quello che cercavo. La quinta lettera era di una ragazza che aveva già fatto la modella, aveva unito una fotografia e sembrava molto bella; elencava i lavori fatti e mi invitava a vedere il suo portfolio. Ho avuto l’impressione che fosse il modello più serio che potessi permettermi ma non per fare le fotografie del tipo che volevo.
Mi sono detto che Angela sarebbe stata la scelta migliore e tornato a casa le ho telefonato. Una piacevole voce femminile ha risposto e mi ha detto che Angela era via per il fine settimana e ci sarebbe stata lunedì. Si è offerta di lasciare detto ma ho replicato che avrei chiamato lunedì sera, perché pensavo che avesse lezioni per la maggior parte della giornata.
Durante il fine settimana ho steso la mia strategia. Lunedì sera ero nervoso. Mi dovevo calmare per sembrare professionale e diminuire le paure che Angela potesse avere. Ho chiamato e mi ha risposto una voce femminile diversa. Ho domandato di Angela e mi ha detto che era lei. Le ho chiesto se era lei che aveva risposto al mio annuncio e che ero interessato a vederla; ha abbassato la voce che è diventata esitante quando ha ripreso a parlare. Mi sono messo d’accordo di incontrarla in un bar fuori dell’università per discutere i dettagli, ho pensato che ciò ci avrebbe dato la possibilità di conoscerci e metterla a suo agio.
Sono andato all’appuntamento con qualche esempio dei miei precedenti lavori; avevo incluso un paio delle foto più discrete di Cristina (il mio solo lavoro di nudo fino a quel momento). Angela è arrivata in ritardo e sembrava un po’ nervosa, ho capito che dovevo agire con tatto. Sembrava più grande di vita (non più grassa)di quanto pensassi, era ben fatta e le sue curve avevano una sorta di molle di rotondità. Ho cercato di farla rilassare per farla parlare di se; ha detto che lavorava dopo la scuola per pagarsi l’università, faceva anche la cameriera ma questo non copriva tutte le spese. Mi ha chiesto quanto poteva rendere il lavoro di modella; le ho detto che avrei potuto pagarla 200.000 lire a seduta e che avremmo potuto aumentare in seguito, ogni seduta sarebbe durata due ore. Lei allora ha domandato cosa che doveva fare e le ho detto che volevo scattare alcune foto di seminudi e nudi (le ho dato il portfolio da guardare). Si è guardata intorno nervosamente ed abbassando la voce ha detto che lo avrebbe fatto. Ci siamo messi d’accordo per giovedì sera e le ho detto di portare oltre al costume da bagno, una camicia da notte ed un vestito.
Ho deciso di andarci piano la prima sera. Angela è comparsa in un abito marrone ed una camicia bianca; sembrava tesa e nervosa. L’ho portata in cantina e le ho fatto fare un rapido giro per mostrarle il bagno dove cambiarsi, la camera oscura (un nuovo acquisto), e finalmente lo studio. Le ho dato un bicchiere di vino e le ho detto di non aver problemi a dirmi, durante la seduta, se c’era qualcosa che non andava. Ho fatto un paio di foto mentre finiva il suo vino e le ho detto che era bella; è sembrata rilassarsi un po’ e l’ho guidata sul set. Praticamente ho continuato a parlare per rassicurarla (con Cristina avevo parlato molto poco).
Dopo dieci minuti di chiacchiere mentre la ritraevo in varie pose, le ho domandato di togliersi l’abito. È diventata tesa ma ben presto ha ripreso il ritmo. Dopo poco ho finito le pellicole di ambedue le macchine fotografiche (avevo comprato una seconda macchina per non dover ricaricare troppo spesso) e ho suggerito ad Angela di andarsi a cambiare il costume da bagno. Nervosamente è trotterellata nel bagno a cambiarsi. Avevo finito di ricaricare e non era ancora comparsa, allora mi sono avvicinato alla porta e ho domandato se andava tutto bene; nervosamente ha risposto che sarebbe uscita in un minuto. Un paio di minuti più tardi è ritornata nello studio con un accappatoio che avevo messo nel bagno per lei. Le ho domandato se era nervosa e ha ammesso di esserlo un po’; le ho detto che stava benissimo e non doveva aver paura di nulla, dopo aver parlato per un paio di minuti per rassicurarla, si è tolta l’accappatoio e ha cominciato a posare di nuovo. Portava un costume ad un pezzo bianco e sebbene mostrasse tutte le curve, non era molto rivelatore. Finalmente ha cominciato a rilassarsi e ben presto mi è sembrato di ottenere delle foto tipo Marilyn Monroe.
Dopo aver sparato altri due rotoli di pellicola, le ho chiesto di andare a mettersi la camicia da notte che aveva portato.
Ricaricando la macchina fotografica mi sono detto che bisognava cambiare ritmo perché stavamo fotografando da più di un’ora e non avevo ripreso niente che non si potesse vedere in tivù.
Angela è ritornata in accappatoio e si è messa subito sul set (un buon segno!). Le ho domandato se si stava divertendo ed ha annuito, le ho fatto un paio di scatti al viso mentre le dicevo che era ora di tornare al lavoro; ha accolto il suggerimento e si è tolta l’accappatoio. Portava una di quelle grandi magliette da football che le arrivava fin sotto la vita, le ventenni universitarie non sanno apprezzare l’abbigliamento da notte sexy (come la camicia che portava Cristina nella seduta precedente); sembrava che portasse ancora il reggiseno; bene, se non potevo cominciare dall’alto avrei cominciato dal fondo. L’ho fatta girare sulla pancia e mentre si sdraiava ho visto che portava delle semplici mutandine bianche. Dopo un paio di scatti le ho chiesto di togliersi le mutandine per qualche foto di semi nudo; era arrivato il momento della verità, o mollava o avremmo cominciato a fare dei progressi.
Ha esitato un momento e poi si è abbassata le mutandine senza mostrare niente; le ho detto di mettersi di profilo e lei è arrossita. A quel punto le ho chiesto di sollevare il bordo della camicia così da continuare a coprirla ma permettere una vista laterale e posteriore della coscia; lo ha fatto lentamente, aveva un posteriore notevole. Le ho detto di nuovo quanto era bella, le ho domandato di girare la testa verso la macchina fotografica e di sorridere; dopo che l’ha fatto le ho detto che avrebbe potuto rimettersi le mutandine mentre ricaricavo la macchina fotografica (avevo usato solo una macchina ma pensavo avesse bisogno di una piccola interruzione).
Quando sono ritornato sembrava più rilassato e le ho detto se era pronta per continuare, lei ha annuito ed io le ho chiesto di togliersi la maglia. Un’espressione di panico le ha attraversato gli occhi ma è stato un momento, avevo visto giusto per quello che riguardava il reggiseno, infatti, dopo aver tolto la maglia è rimasta in reggiseno e mutandine. Ho provato a farla rilassare mentre scattavo alcune foto poi, finalmente, le ho domandato di sganciare il reggiseno; ha accondisceso ed alla fine l’ha lasciato cadere sul pavimento. Fino ad allora non avevo compreso com’era ben fatta, i grandi seni sodi che non si sono abbassati (i vantaggi di gioventù) avevano sulla cima grandi capezzoli rosa scuro. L’ho messa in pose che valorizzassero le sue bellezze e per farla rilassare per il finale dello stage. Era con le spalle alla macchina e le ho chiesto di togliersi le mutandine, lei le ha abbassate fino ai piedi e ha fatto un passo per uscirne. Che bel posteriore aveva!
Dopo alcuni scatti l’ho fatta girare, la sua fica era coperto da uno spesso cespuglio di peli color oro chiaro. L’ho ripresa in un paio di pose differenti e poi le ho permesso di abbandonare il set, avevo deciso di non spingermi oltre per questa volta.
Si è messa l’accappatoio ed è andata in bagno a vestirsi; quando è tornata fuori l’ho pagata e le ho dato una piccola indennità come incoraggiamento. I suoi occhi si sono illuminati mentre contava i soldi ed io le ho domandato se era disponibile per un’altra sessione, non ha esitato e ha risposto affermativamente; le ho detto che l’avrei chiamata la settimana seguente (era troppo costoso farlo spesso).
Ho aspettato una settimana prima di chiamarla per una seconda sessione, è sembrata sinceramente contento di sentirmi e mi ha detto che aveva avuto paura che la sua prova incerta mi avesse deluso; l’ho rassicurata che non era così e che ero impaziente di iniziare un’altra sessione, così ci siamo messi d’accordo per lunedì sera e le ho detto che questa volta speravo di essere più rapido; le ho anche suggerito di regolarsi i peli del pube e ho chiesto le sue misure per poter acquistarle un paio di cose da indossare.
Angela è comparsa lunedì sera in maglione e jeans, era la tipica studentessa. Le ho detto di andare in bagno e di togliersi il reggiseno ma lasciare il resto come stava. Rapidamente abbiamo cominciato a lavorare e le avevo sbottonato un paio di bottoni della camicetta che portava sotto il maglione. Ho fatto un po’ di scatti poi le ho chiesto di togliersi la camicia ma di tenere il maglione. Quando è ritornata dal bagno ho scattato un paio di foto alla scollatura; i capezzoli erano troppo attraenti attraverso il maglione stretto.
Ho deciso che era il momento di provare alcune delle cose che avevo comprato. Le ho dato un piccolo bikini e le ho detto di metterselo, lei ha riso quando ne ha vista la misura. Sembrava che la prima seduta avesse dissolto la sua timidezza, è tornata indossando solo il bikini (non si era preoccupata dell’accappatoio). Era bellissima ed i piccoli pezzi di stoffa celavano a mala pena le sue bellezze. Ha piroettato per mostrare il costume (le stava veramente bene) ed abbiamo ripreso a lavorare. Il rosso era stata una buona scelta ma sfortunatamente, non avendo mai portato un costume così in vita sua, un po’ di pelle bianca non era coperta dal bikini, comunque ero in grado di vedere il bel lavoro che aveva fatto nell’aggiustarsi i peli pubici. Le ho detto che dopo la seduta avrebbe potuto tenersi il costume e lei mi ha ringraziato ma ha detto che non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di portarlo in pubblico.
Finita la pellicola delle due macchine mi sono avvicinato alla mia borsa e ho tolto una parure bianca (molto simile a quella che aveva indossato Cristina). Avevo anche preso delle calze bianche ed una giarrettiera da esibirsi sulle belle gambe lunghe di Angela. Mentre ricaricavo è andata a cambiarsi, avevamo iniziato solo da venti minuti ed avevamo prodotto molto. Angela ha ritardato un po’ (mi ha detto di aver dovuto capire come usare le giarrettiere) ma poi è arrivata con l’accappatoio e si è seduta sul set. La parure esaltava il suo corpo. Dopo metà pellicola le ho tolto la parte superiore e l’ho ripresa in altre pose.
Finita la pellicola della prima macchina le ho chiesto di togliersi le mutandine ed ho visto che non si era rasata molto; dopo un paio di scatti le ho detto che era ora di aprirsi un po’, le ho aperto le ginocchia ed ho cominciato a scattare, poi mi sono fermato e le ho detto che ero rimasto deluso del fatto che non si fosse aggiustata meglio i peli pubici; lei è arrossita e si è scusata. Ho deciso che era ora rischiare. Le ho detto che così non andava bene e naturalmente non potevo pagarle l’intera seduta; mi ha guardato sconfortata e mi ha spiegato che non aveva capito bene ciò che desideravo. Le ho detto che l’avrei aiutata e che avremmo potuto porre un rimedio e continuare la seduta. È sembrata esitare ma Natale era alle porte e sapevo che aveva bisogno di denaro. Ha detto di essere d’accordo ed io sono andato in bagno a prendere forbici, un rasoio, unguento lubrificante, crema da barba ed un asciugamano. Stavo per vivere un’altra delle mie fantasie.
Quando sono ritornato le ho detto che con quella piccola operazione saremmo riusciti a fare una buona serie di fotografie, così mi sono messo davanti a lei ed ho fatto alcune foto “prima della cura”. Ho messo l’asciugamano sotto di lei e ho preso le forbici, le ho detto che avrei ridotto il suo cespuglio ad un piccolo rettangolo proprio sopra le labbra della micia che avrei rese calve; le ho detto che questo l’avrebbe migliorata quando indossava il bikini rosso. Lei ha accennato col capo e si è appoggiata indietro. Ho preso i peli e ho cominciato a lavorarle la fica. Li ho resi grosso modo alla forma che intendevo e poi sono sceso alle labbra. Ho fatto altre foto poi ho cominciato ad aggiustare i peli intorno alle labbra.
Stavo molto attento perché non volevo tagliarla laggiù. Ho lasciato che la mia mano strisciasse contro la fica, era il momento di estrarre il rasoio. Ho visto che Angela era molto tesa ed aveva chiuso gli occhi. Ho scosso la bomboletta di crema da barba e l’ho schizzata sopra la sua micia, con le mani l’ho sparsa intorno alle labbra scendendo sino all’ano. Ho preso il rasoio e ho cominciato dall’alto. Il rettangolo ha cominciato a prendere forma, poi sono sceso alle labbra; è stato necessario mettere un dito nella fica per evitare di intaccare le labbra. L’ho sentita inspirare profondamente quando l’ho fatto. Ho proseguito eliminando tutti i peli intorno alla micia poi sono sceso verso l’ano ma ho lasciato un dito nella fica e l’ho spinto un po’ più in profondità. Di malavoglia l’ho rimosso e ho fatto un paio di fotografie, poi ho preso l’asciugamano e ho pulito la crema da barba che era rimasta sulla micia. Devo ammettere di aver pensato che avevo fatto proprio un bel lavoro. Un paio di rapide foto e poi ho aperto il flacone di lozione e le ho detto che sarebbe servito a calmare le irritazioni della pelle rasata; l’ho versato e sono tornato a spingere un dito nella micia. Non ha fatto alcuna resistenza, ho versato dell’altro olio sulla fica e ho aggiunto un secondo dito al primo; ho cominciato a muoverli dentro e fuori senza avere alcuna pretesa di lenirle la pelle. Il suo respiro è aumentato d’intensità e le belle mammelle si sollevavano. Ha cominciato un piagnucolio lento che aumentava di volume, alla fine è venuta (sentivo i suoi umori mescolarsi alla lozione) con un forte strillo. Ho rallentato il ritmo delle dita e ho cominciato ad accarezza l’esterno della micia. Ha aperto gli occhi e ha girato lo sguardo per la stanza come per cercare di riguadagnare l’orientamento. Ho fatto un paio di scatti e ho afferrato uno specchio, le ho domandata se voleva guardarsi e le ho messo lo specchio tra le gambe. I suoi occhi si sono allargati, ha detto che quello che vedeva era “elegante” e ha fatto passare la mano tra i peli.
C’era solo un’altra cosa che volevo fare durante quella seduta. Ho ricaricato le macchine fotografiche e mentre Angela continuava ad ammirare il mio abile lavoro, ho raggiunto la mia borsa e ho preso un dildo che avevo comprato per l’occasione. Dopo quello che Angela aveva appena provato, speravo che fosse pronta a fare qualcosa da sola. Finora era stata soprattutto passiva.
Sono tornato sul set e ho depositato il dildo vicino alla gamba di Angela, lei ha alzato lo sguardo e quando l’ha visto ha lasciato cadere lo specchio. Era abbastanza grande (20 centimetri per undici di circonferenza) e rosa. Le ho parlato con calma e le ho domandata se era pronta per altre foto. Mi ha guardato con apprensione ma ha accennato col capo. Ho preso la lozione e l’ho spalmata sul dildo.
Gliel’ho dato e lei l’ha preso esitante. Ho preso la macchina fotografica e ho cominciato a scattare. Dapprima l’ha fatto scivolare intorno alla micia appena rasata, poi finalmente ha messo la punta tra le labbra e ha cominciato lentamente ad inserirlo. Dopo averlo infilato per sette centimetri, l’ha tolto ed è tornata a farlo scivolare intorno alla micia, poi l’ha inserito di nuovo con un po’ più di forza; arrivata a dodici centimetri ha cominciato a muoverlo lentamente dentro e fuori.
Dopo tre colpi il basso lamento è ricominciato, spingeva sempre più dentro ad ogni colpo. Il livello di rumore ha cominciato salire mentre il ritmo aumentava. Era entrato almeno di diciassette centimetri, con un forte grido ha spinto completamente dentro la cosa e l’ha lasciata là. Deve essere venuta di nuovo. Quando ha riaperto gli occhi e mi ha guardato è arrossita. Ha tolto il dildo e l’ha lasciato cadere sul pavimento. Avevo finito tutti e due i rullini di pellicola e le ho detto che aveva fatto un lavoro eccezionale. Lei si è messa l’accappatoio ed è andata a cambiarsi. Dopo che è ritornata l’ho pagata e le ho mostrato alcune foto della seduta precedente. Abbiamo chiacchierato un po’ e le ho domandato se le interessava fare presto un’altra seduta. Ha detto che avrebbe controllato gli impegni ma pensava che non si potesse fare prima della settimana seguente. Le ho domandato se conosceva qualcun altro che potesse essere interessata a fare da modella. Ha esitato. L’ho riassicurata che la volevo ancora. Ha detto che una compagna di stanza di una sua amica poteva essere interessata, gliel’avrebbe chiesto e se n’è andata.