Improvvisazioni erotiche

– Solo con la lingua… con la mia lingua ti faccio uscire di testa!

– Non mi è sufficiente una lingua per farmi godere quando sono carica…!

– Sono pronto a dimostrartelo, quando vuoi… anche adesso.

Mentre proferisce queste ultime parole Franco mi stringe con forza i glutei tra le mani.

Mi domando come ho fatto a cacciarmi in questa situazione. Sto ballando con un tipo conosciuto da poco, stretta a lui che mentre sussurra frasi quasi comiche al mio orecchio mi palpa senza pudore. Forse ho bevuto troppo, forse ho dato l’impressione di cercare compagnia questa notte.

Il mio vestito è troppo aderente e troppo corto?

Ho esagerato con il rossetto sulle labbra?

Ancheggiavo in modo inequivocabile quando sono entrata nel locale?

Sicuramente non l’ho scoraggiato, all’inizio trovavo divertenti le sue attenzioni. Sono state le mie amiche a presentarmelo invitandomi a ballare con lui.

Non dovevo uscire questa sera da sola, senza il mio uomo. La sua presenza, in genere, allontana questi maschi in cerca di facile preda ed attira solo quelli disposti a giocare con una coppia decisa a scoprire ogni aspetto del sesso. Questo Franco non è il tipo di uomo con il quale posso anche solo immaginare di sperimentare qualcosa di nuovo. È banale, usa frasi carpite dalla sceneggiatura di qualche film che non riconosco ma che suonano note.

Eppure mi stringo a lui, premo il mio corpo contro il suo e non lo fermo quando le mani scendono ai glutei. Sento il vestito salire, scoprire la pelle, e spingo il bacino contro il suo.

– Provaci!

Mi scopro a sussurrare nel suo orecchio.

Lui si blocca, le sue mani scivolano via dai miei glutei mentre si allontana di un passo da me. Penso d’averlo sconvolto con la mia presunta disponibilità. Sicuramente non pensava fosse così facile avermi. Non può sapere che sono uscita in cerca di sesso questa sera e non può immaginare quale sia il mio gioco. Forse l’ho spaventato, probabilmente non ama le donne troppo decise, attendo la sua prossima mossa fissandolo negli occhi.

– Quando vuoi! – mi risponde dopo un attimo

– Ora! – rispondo spinta dall’adrenalina

– Qui? – mi domanda stupito

– No, a casa mia!

Mi volto e m’incammino decisa verso l’uscita, non mi volto, so che mi sta seguendo.

Poco dopo siamo dinanzi alla porta di casa, mentre infilo la chiave nella serratura l’amico pare riprendere vita. Per tutto il tragitto in auto è rimasto quasi silente limitandosi ad una discussione generica e svogliata. Ora ho nuovamente la sua mano appoggiata sul sedere, pare sia attratto in modo particolare dai miei glutei e non posso dargli torto, ho scelto con cura il vestito e l’intimo.

Entriamo mentre lui mi segue con una mano infilata nella scollatura, appena chiudo la porta lui mi fa voltare e mi bacia.

Rispondo al suo bacio con la passione dettata dalla voglia di sesso che ho dentro e mi premo contro il suo corpo.

– Ora facciamo sul serio! – le sue parole scivolano nel mio orecchio lente e sensuali

– Perché prima stavamo gioando?

Con questa frase lo lascio e mi dirigo verso il divano, senza farmi notare studio l’ambiente e mi chiedo dove sia il mio uomo. So che è qua, o meglio spero che sia qua. Sono uscita promettendogli che avrei portato un amico in casa per il nostro gioco che prevedeva la sua apparente assenza. Non riesco a capire dove sia, scruto in ogni angolo ma non lo vedo, noto solo che la lampada è puntata per illuminare il divano e comprendo.

Guido il mio amico dove c’è più luce e lo faccio accomodare.

– Hai una casa grande e ben arredata. – si complimenta lui

– Sì, grazie. – Rispondo seria mentre inizio a slacciargli i calzoni

– Ci vivi da sola?

– No! – non mi lascio distrarre dalle sue parole

– Con un uomo?

– Sì

– Sei sposata?

– Sì!

– Non porti la fede! – nota lui

– Non la porto mai! – confesso

– E… il tuo uomo non c’è? – domanda con una nota di preoccupazione

– No. – rispondo mentre mi sfilo le spalline del vestito e lo calo lentamente in vita

– Ma lui sa che sei….

– Troia? – domando mentre afferro finalmente il suo membro tra le mani

– Non volevo dire questo ma….

Finalmente tace. Appena la mia lingua sfiora il glande termina il breve interrogatorio. Lo sento ansimare e gemere al mio stimolo e questo mi eccita.

– Hei! Ero io che dovevo farti impazzire con la lingua!

– Lasciami godere del tuo sesso prima, poi mi farai cosa vuoi!

Ingoio tutto il membro e lo succhio con forza, premo la lingua sul glande e lo seguo mentre lo faccio uscire. Ha un buon sapore, è decisamente eccitato. Torno ad ingoiarlo facendolo scivolare sulle labbra. Lui freme, geme, respira sempre più veloce e gode. Sento sulla lingua il sapore cambiare, un po’ di seme sta uscendo a lubrificare l’asta. Forse lo faccio godere troppo.

Il membro è sempre più caldo ed irrorato, è gonfio… è pronto per me.

Allontano il viso e lo guardo negli occhi.

– Ora tocca a te, fammi godere!

Mi stendo sul divano e allungo le gambe.

– Sfilami le mutandine!

Lui si avvicina e dolcemente mi spoglia. Mentre si inginocchia dinanzi a me apro le gambe e le sollevo in attesa. So di essere spudoratamente invitante ma lo voglio e non sono in vena di compromessi.

Ho fretta di terminare la serata, di godere e di rimanere sola a pensare.

Pensare a cosa poi?

Meglio non fare bilanci, tirare somme, proiettarmi nel futuro per tentare d’immaginare la mia….

La sua lingua sprofonda improvvisamente nel mio sesso, apre le labbra e s’insinua dentro di me e sfiorando il clitoride mi procura un’intensa fitta di piacere. Non voglio gemere subito e contrarmi ai suoi stimoli per non dimostrargli quanto mi piace. Se lo tengo nel dubbio s’impegnerà di più.

È tanto che non mi godo una stimolazione orale portata avanti con calma, lentamente, intensa, eccitante, appagante… Sento che mi infila almeno un dito dentro.

No! Sono due le dita, le percepisco chiaramente ora. Spinge con dolcezza, ruota la mano per entrare senza violarmi, quasi chiedendo il permesso. È delicato ma deciso, in pochi istanti mi ritrovo con tutte le dita dentro, a fondo. Ci sa fare, cerca i miei punti sensibili arcuando le dita in modo da esplorare l’interno del mio corpo.

Non resisto più, devo ansimare: serro gli occhi e mi lascio sfuggire un lungo gemito mentre apro ancora di più le gambe. La lingua e la mano non mi danno tregua, uno stimolo intenso e continuo, senza sosta, senza darmi il tempo di respirare o di riprendere il controllo delle mie sensazioni. Se continua così mi procura un orgasmo immediato.

Non voglio cedere ora, voglio andare a fondo e godermelo con ancora addosso la voglia di godere. Abbasso lo sguardo su di lui per distrarmi e controllare il mio piacere: errore!

Se guardo la sua nuca muoversi su e giù lungo l’inguine e vedo la spalla muoversi a tempo con la mano che mi penetra, mi trovo ancora più eccitata.

– Sì! Sei bravo…

Mi risponde con un mugolio pur di non staccare la lingua dalle mie morbide labbra.

– Sei veramente bravo… – rantolo – ma ora fermati!

Un altro mugolio, diverso in tono ma incomprensibile come il primo, e non si ferma, continua a muovere le due dita dentro di me e a leccarmi o a succhiare il clitoride.

– Fermati! Non voglio venire così!

– E come?

Finalmente allontana la faccia dalla mia vulva e la mano si ferma. Ne approfitto per riprendere fiato mentre gli sussurro:

– Non lo immagini?

Scivolo in avanti sul divano e porto il pube sul bordo del cuscino. Lui è completamente nudo, mi domando quando si è spogliato ma non ha importanza saperlo. Quello che m’interessa ora sta lì dinanzi a me, appoggiato sulla poca peluria che ho lasciato sul pube.

– Prendimi!

Lui indietreggia con il bacino ed io sollevo il mio, i nostri sessi si allineano e si ammirano per la prima volta. Mi sento troppo bagnata, non so se è la sua saliva o sono i miei umori a darmi questa sensazione.

Sento il pene puntare, aprirmi le labbra ed entrare dolcemente per non più di un centimetro.

– Spingi! Ti prego.

Non resisto più: lo voglio dentro.

Lui accoglie la mia preghiera e con un deciso colpo di reni mi penetra a fondo. Lo sento entrare ed aprirmi, lo sento puntare e finalmente riempirmi.

Stupendo!

Inizio a muovermi contro di lui per incitarlo ma lui non accetta e si procede lentamente. Scivola quasi completamente fuori da me e poi rientra piano, poco alla volta come per memorizzare le sensazioni che prova in me. Se alzo lo sguardo vedo i suoi occhi puntati sul mio viso, si sta facendo coinvolgere troppo e non lascia sfogo all’animale che certamente nasconde dentro.

– Ti voglio venire sopra! – gli annuncio tra un gemito e l’altro

Pareva non aspettasse altro. Scivola via da me e viene a sedersi sul divano, mentre mi accarezza il seno tenta di farmi salire su di lui, ma io non voglio un amplesso frontale.

Mi alzo in piedi, mi volto ed indietreggio. Calo su di lui dandogli la schiena, in questa posizione lo sento premere con forza sulle pareti interne del mio sesso, non lo vedo e quindi diventa un semplice attributo maschile che sto usando per il mio piacere. Lui può solo guardare la mia schiena, i miei glutei o i capelli; non i miei occhi. Il nostro è sesso, gli occhi non devono comunicare.

“Solo sesso, puro piacere” è la frase che preferisco per descrivere momenti come questo. Guardo negli occhi il mio uomo, l’unico che amo, quando godo con lui. Anzi, con lui, è necessario lo scambio di sguardi per completare il rapporto. Ma quando cerco solo piacere non voglio vedere gli occhi del mio amante di turno, non voglio coinvolgimenti che vanno al di là del sesso.

Mentre divago mi muovo su di lui, salgo e scendo su quell’asta durissima che mi sventra e godo.

“Vediamo se riesco a prenderlo tutto?” mi domando mentre aprendo le gambe scendo sempre di più.

“Ecco, ci siamo!”, mi fa un po’ male ma lo sento tutto in me. Senza rendermene conto i miei muscoli si stanno stringendo intorno al membro, lo sento sempre meglio, dettagliato. Poi rilascio la stretta e lo perdo nella caverna che l’eccitazione ha creato nel mio ventre.

Voglio venire!

Cerco una posizione più comoda, mi inclino in avanti e le mie mani trovano un punto di appoggio sulle sue ginocchia, ora posso muovere le anche come voglio, salire e scendere su di lui sempre più veloce sin che… finalmente godo. L’orgasmo mi esplode dentro, nel ventre e lì rimane. Provo un piacere intenso ma limitato alla zona genitale anche se il cuore pare impazzire. Respiro a fatica e i miei rantoli fanno gemere lui. Mi sente godere ma non mi vede!

Continuo a saltare su di lui sino a che non crollo esausta.

Non ho perso il controllo, ho gestito il piacere godendomelo ma senza spingermi oltre. Avevo sempre ben chiara la sua situazione, sapevo di potermi muovere come volevo senza rischiare di farlo venire.

Lui non è ancora sazio, non ha goduto!

Mi chiedi di mettermi stesa di pancia sul cuscino, quindi mi accarezza le natiche prima di penetrarmi in quella posizione.

– Vuoi venire così? – gli domando – Puoi venirmi dentro se lo vuoi!

Lui non parla, ansima e mi sbatte con forza anche se non lo sento dentro di me, sono troppo dilatata e sicuramente non sente quasi nulla anche lui. Mi spiace ma quando godo divento una vera caverna li sotto!

Infatti, poco dopo, esce da me; mi fa sedere mentre mi pone il membro dinanzi al viso.

So cosa vuole!

Lo ingoio subito, ci metto tutta la passione per farlo impazzire e penso di riuscirci a giudicare dalle sue parole. La sua voce è sempre più incerta ma non può fare a meno di parlare mentre gli sto strappando tutto il piacere che posso: mi dice che sono brava, che lo faccio impazzire, che so succhiare come una vera… sin che un urlo rauco annuncia il primo fiotto di seme che mi finisce in gola.

Buono!

Aspiro con forza come per svuotargli tutto.

Un altro lungo fiotto in gola poi voglio leccarlo mentre gode per stimolarlo ancora di più, il seme mi finisce sul viso ma non mi importa, mi piace sentire il getto caldo sulla pelle. Lo lecco dolcemente sin che non perde consistenza, sin quando non gli ho strappato tutto ciò che poteva darmi.

Lui mi guarda con occhi sgranati mentre mi rivesto e gli lancio i suoi vestiti. Poco dopo lo accompagno alla porta, rifiuto con eleganza il suo bacio di commiato e finalmente mi godo la breve solitudine mentre ripenso a cosa ho appena fatto.

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