L’estate scorsa affittammo un mini appartamento in un residence per trascorrere le nostre meritate vacanze.
L’appartamentino era carino, un salone che fungeva anche da cucina, una camera da letto ed un bagno.
Anche il residence era carino, affacciava sul mare, aveva un’enorme piscina ed in più forniva tutti quei servizi accessori, tipo ristorante, pulizia della camera, ecc…, che solitamente forniscono solo gli alberghi o i villaggi turistici.
Fu proprio per questi servizi che ebbi modo di conoscere Aldo, un uomo sulla trentina, alto circa un metro e ottanta, fisico asciutto e leggermente palestrato. Aldo era il garzone, definiamolo così, della nostra ala di residence; in pratica lui si occupava di effettuare le piccole riparazione negli appartamenti; ritirava i teli mare e così via….
Come dicevo, Aldo bussò alla nostra porta proprio per portarci i teli mare e, in quell’occasione, ci comunicò che lui era il nostro referente per il residence, a lui dovevamo rivolgerci per ogni esigenza e sempre a lui dovevamo rivolgerci per le eventuali lamentele.
Mentre si presentava i miei occhi cadevano di continuo sulla patta disegnata dal costume tipo slip che indossava praticamente tutti i giorni (non sempre lo stesso, ovviamente).
Quando finì la presentazione e ci salutò ed invitandoci a chiamarlo a tutte le ore, se ne andò.
Come se ti chiamo, certo che ti chiamo, pensavo fra me e me mentre Aldo si allontanava.
Infatti nei giorni seguenti ogni scusa era buona per farlo salire sopra:
la luce in bagno non si accende; l’acqua calda non esce; il frigo non funziona; ecc. ecc.
Ogni volta, con una santa pazienza, Aldo saliva sopra e riparava, per modo di dire, i guasti da me causati; ed ogni volta, irrimediabilmente, i miei occhi cadevano sulla sua patta sopratutto quando lui doveva salire sulla sedia per aggiustare le lampadine che io avevo svitato in precedenza. Ogni volta cercavo in ogni modo di provocare Aldo: mi facevo trovare senza reggiseno e con i capezzoli duri; mi chinavo in modo osceno; quando entrava nell’appartamento mi facevo trovare seduta con le gambe aperte e così via…. Ahimè però, non raggiungevo il risultato sperato. Riflettendoci su, pensai che forse era la presenza di mio marito nell’appartamento ad inibire il mio garzone ed allora, decisa a raggiungere il mio obiettivo, ne parlai con mio marito ed insieme organizzammo la “cosa”. Quando Aldo, come tutte le sere, passò per il cambio degli asciugamani, mio marito gli chiese se era possibile affittare una canna da pesca; Aldo si offri di prestargli una delle sue e gli indicò un posto non troppo lontano per andare a pescare.
Il mattino dopo, come da programma, mio marito fece finta di andare a pescare ed io chiamai Aldo perché si era bloccato lo scarico del water. Bussò alla porta ed io andai ad aprirgli con addosso un vestitino corto di maglina nero, molto aderente e senza biancheria intimo. Mi guardò e non mancò di farmi dei complimenti; lo accompagnai in bagno e mentre lui armeggiava con lo scarico mi accomodai sul bordo della vasca ed accavallai le gambe lasciando salire fino all’anca il mio già corto abitino. Vedevo Aldo lanciare sguardi furtivi verso le mie gambe mentre io, tutt’altro furtivamente, gli guardavo il pene e sorridevo.
Quando ebbe finito, mi disse che non gli era mai capitato di fare tanti interventi presso lo stesso appartamento ed allora io, per ringraziarlo gli diedi un bacio sulla guancia come ringraziamento. Tutto questo lavoro e solo un bacio come gratifica? Mi chiese lui ed io rispondendogli che aveva ragione, gli diedi un altro bacio, sul collo questa volta, mi strinsi a lui e gli allungai la mano sul cazzo. E’ più di una settimana che mi provochi, esclamo lui, e se non ci fosse stato tuo marito sai da quanto tempo ti avrei fatto la festa? Continuò. Mi piacciono le feste, gli risposi, e così dicendo strinsi il suo cazzo fra le mani.
Mi prese di peso e mi alzò da terra stringendomi a lui, io gli strinsi le gambe dietro fra il sedere e le cosce.
In questa posizione mi trasportò in camera da letto e mi ci fece stendere. Alzò quel poco di vestitino che rimaneva e affondò la faccia fra le mie gambe.
Alternava sistematicamente baci a colpi di lingua e a morsi al clitoride.
Faceva entrare ed uscire la lingua dalla mia patatina a mo di cazzo. Senza staccare la faccia dalla mia fica, si accomodò sul letto piazzando il suo bacino vicino alla mia faccia; allungai la mano e tirai fuori il suo cazzo: eccezionale, non solo per la lunghezza, un diciotto centimetri buoni, quanto per la larghezza: una circonferenza mai vista! Incominciai a masturbarlo e dopo un pò lo feci stendere e gli presi in bocca la cappella. Succhiavo quel cazzo, ma quello di cui avevo voglia è averlo dentro. Detto fatto, mi alzai, presi un preservativo dal comodino, lo infilai al mio “giocattolo” e lentamente mi impalai su quel cazzo. Lo feci entrare un pò alla volta ed appena fu tutto dentro me, incominciai a cavalcarlo.
Quell’enorme palo mi riempiva tutta, sentivo la mia fica grondare dal piacere.. Mentre lo cavalcavo, Aldo mi schiaffeggiava il culo come per darmi il ritmo; alzava il busto ed alternava morsi a colpi di lingua ai capezzoli. Stanco di essere cavalcato e voglioso di dirigere lui il gioco, mi fece alzare stendere sul letto e divaricandomi le gambe mi infilò da dietro. Dopo alcuni minuti, mi fece rigirare e mi prese nella posizione classica del missionario, in questa posizione venni ed Aldo, accortosi di ciò che era accaduto, sfilò il cazzo dalla fica, si tolse il preservativo, salì sulla mia pancia e stingendo il cazzo fra i seni incomiciò nel suo movimento di va e vieni.
Dal canto mio, io allungavo il viso in avanti nel tentativo di leccargli la cappella.
Dopo un pò anche Aldo venne e mi schizzo sul viso, sul collo e fra i capelli caldi fiotti di sperma.
Assorbito l’orgasmo, mi rialzai e andai in cucina per prendere un tovagliolo di carta per pulirmi.
Ero di spalle quando sentii Aldo arrivare da dietro, ancora con il cazzo in erezione e con in mano un preservativo nuovo. Mi chiese scusa e mi disse che l’avevo provocato tanto che non riusciva a tenerlo buono.
Quasi impietosita, mi inginocchiai e ripresi a pomparlo pulendogli, nel contempo, i residui dell’orgasmo precedente.
Stanco del pompino, mi fece alzare e accomodare sulla tavola dove inizio a leccarmi di nuovo la fica.
Seduta potevo con le mani manovrare la sua testa che tenevo saldamente stretta. Al culmine dell’eccitazione, si alzò e mi stese sul tavolo dove, dopo aver infilato il preservativo, mi infilò violentemente il cazzo nella fica. Mi scopava come una furia, tanto erano forti i colpi che, ad un certo punto, ho temuto che il tavolo cedesse.
Dopo dieci minuti circa di quel violento sbattimento venimmo insieme in un profondo ed intenso orgasmo.
Aldo si tolse il preservativo e svuoto il contenuto sulla mia pancia spalmando il tutto con le dita.
Ci ricomponemmo e lui mi chiese come e quando ci saremmo potuti rivedere, allora io gli risposi che potevamo vederci quando voleva lui tanto mio marito era mio complice…..
A queste parole gli occhi di Aldo si illuminarono e senza null’altro aggiungere mi salutò dicendomi che ci saremmo rivisti presto….