Alle 9 e venti di sera squillò il telefono. Il nome sul display ero quello di Naomi, risposi chiedendomi cosa potesse volere da me a quell’ora.
“Ciao Ivan, avrei un problema alla macchina, sono in autostrada vicino Firenze e all’improvviso si sono spente le luci. Ho chiamato te perché credo sia l’unico che possa aiutarmi. Il mio ragazzo è partito per una vacanza con i suoi amici e non torna fino a domani sera”.
“Non preoccuparti, dimmi esattamente dove ti trovi e se la macchina ha solo il problema delle luci”
“La macchina funziona ma sono al buio. Mi trovo ad un paio di chilometri da Firenze Sud.”
“Aspettami e stai tranquilla, tra mezz’ora sarò lì.”
Dopo circa mezz’ora infatti ero già in autostrada e un paio di minuti più tardi notavo ferma sulla corsia d’emergenza una Polo blu.
“Ciao Naomi, direi che forse è meglio se proviamo a raggiungere un parcheggio, così provo a dare un’occhiata alla macchina. Metti in moto e vienimi dietro.
Poco dopo, arrivati in un’area di sosta cercai di trovare il guasto, ma probabilmente si trattava di un problema di elettronica. Purtroppo le auto moderne a volte ti lasciano a piedi per problemi apparentemente semplici ma se il guasto è segnalato alla centralina bisogna andare in officina per fare un chek up ed eliminare l’anomalia.
“Mi dispiace Naomi non riesco a riparare il guasto, cosa vuoi fare? Non possiamo rischiare più di tanto con la tua macchina in queste condizioni. Conviene lasciarla nel parcheggio del mio condominio così domani la porto dal meccanico. Poi ti accompagno a casa”
Dopo quasi mezzora eravamo nel parcheggio davanti casa mia.
“Forse non ha neanche cenato, pensai. Fa degli orari di lavoro quasi impossibili.”
“Hai mangiato?” domandai.
“Sto quasi svenendo dalla fame!” fu la sua risposta.
“Bene, a questo si rimedia, qualcosa in frigo c’è di sicuro. Vieni che ti preparo una cenetta veloce”
Saliti una decina di scalini fummo davanti alla porta del mio appartamento.
“Scusa, ma in questo palazzo ci sono molte pettegole spero che nessuno venga a rompere le scatole suonandomi alla porta, ma ormai sono quasi le 11 di sera, forse anche i ficcanaso saranno a letto”
Ho volta entrati Naomi si è subito seduta sul divano, era stanchissima. Si è tolta la giacca di pelle poi si è distesa socchiudendo gli occhi.
“Se vuoi fai pure un sonnellino mentre ti preparo qualcosa da mangiare.”
In pochi minuti ho preparato una insalatina di pomodori, dei formaggi, un po’ di prosciutto e qualche mozzarella poi l’ho svegliata. In brevissimo tempo come sua abitudine aveva già finito di mangiare. Poi si è nuovamente seduta sul divano ed ha allargato le braccia chiudendo i pugni e piegando la testa all’indietro. Così facendo aveva messo in mostra un’insospettabile seno che il suo maglione aveva sempre nascosto.
“Complimenti Naomi, sei una falsa magra.”
“A cosa ti riferisci? Porto la 6^ di reggiseno.”
“Come la 6^? Pensavo che già la 4^ fosse già abbondante. Comunque non credevo che tu avessi un seno così florido. Se posso fare un commento debbo dire che forse al posto del tuo ragazzo starei più in casa”
“Pensi che lui sia in grado di condizionarmi nelle mie decisioni rinunciando ad andare in vacanza con i suoi amici? L’importante è non portarsi a casa nostra gli amanti. Dopo tutto abbiamo già affrontato questo discorso, lui non deve dar conto a me di quello che fa e io a lui”.
“E questa sera, visto che ti sei già accomodata sul divano pensi di restare qui o vuoi che ti accompagni a casina?”
“Se non ti disturbo resto qui.”
“Va bene adesso prendo qualche coperta e preparo il divano-letto. Qui ci dormo io a te lascio il lettone.”
“Credo che potremmo dormire entrambi nel lettone, come lo chiami tu.” Fu la risposta.
“Va bene, però sappi che non ti garantisco un comportamento da gentiluomo.”
“Se è per questo neanch’io questa sera mi sento una gentildonna. Dipende da quello che nascondi in mezzo alla gambe, spero che tu non voglia deludermi. Andiamo in camera da letto poi vediamo se è meglio dormire o scopare. Vorrei che me la strapazzassi un po’ con il tuo cazzone, che ne dici?”.
“Naomi, non credevo che usassi un linguaggio così esplicito. E’ proprio vero che ha volte un viso così dolce e angelico nasconde una personalità tanto diversa”.
“Cosa credevi che fossi una santarellina? Ho incominciato a farmi scopare molto presto, adesso che ho più di trenta anni sono ancora più esigente. Comunque poche chiacchiere e spogliati credo che tu non vedi l’ora di farti la mia passerina, pensi che non me ne sia mai accorta come mi guardi il culo? Ti piace il mio culo, vero?”
Ormai avevo capito che quella sarebbe stata una notte particolare. Mai avrei pensato che un giorno Naomi sarebbe finita nel mio letto e ora che c’era avrei fatto con lei quello che finora avevo solo desiderato senza troppe speranze.
Dopo essermi spogliato mi sono messo sul letto a gambe aperte con il pene piegato sulla sinistra. Nel frattempo anche Naomi aveva incominciato a spogliarsi sistemando con cura i vestiti sopra una sedia. Mentre si toglieva i pantaloni attillatissimi ho notato il suo tanga bianco che metteva in risalto un culo stupendo, grande, morbido ma sodo. Le sue mammelle gonfie, molto grandi, con i capezzoli scuri e diritti. Poi si è girata verso di me e ancora in piedi si è sfilata gli slip mostrando un pube con pochi peli scuri e arricciati. Ha sorriso e con un gesto inaspettato con due dita si è allargata la figa dicendomi: “Ti piace la mia passera?”
A questo punto ho mostrato il mio gradimento scoprendo con un gesto della mano la punta mio cazzo che era già diritto, duro e ingrossato sulla cappella. Naomi allora si è avvicinata lo ha afferrato con la sua mano un po’ da ragazzina, con le unghie rasate e dopo averlo mordicchiato di lato e bagnato per tutta la sua lunghezza con una passata di lingua lo ha fatto scomparire completamente nella sua bocca. Poi mentre muoveva la lingua bagnata dalla saliva intorno alla cappella del mio cazzo mi ha guardato fisso negli occhi. Aveva due occhi grandi stupendi, verdi, bellissimi. Senza il trucco si potevano notare sotto le palpebre due segni violacei, traccia probabilmente di una precedente notte d’amore. Particolari che mi eccitavano ancora di più perché pensavo che poche ore prima era stata tra le braccia del suo uomo. Poi invece ho scoperto che erano solo i segni della stanchezza della notte trascorsa in servizio al pronto soccorso di una clinica privata dove lei lavorava.
Mentre me lo succhiava mi sorrideva dicendo che non credeva avessi un cazzo così lungo, non troppo grosso ma decisamente lungo di quello di Antonio, il suo ragazzo. Poi mi ha detto che gli sarebbe piaciuto farmi godere con le sue mani. Io ovviamente ho risposto che con le mani potevo farlo anche solo, ma lei ha insistito dicendo che farsi masturbare da una donna è tutta un’altra cosa. Alla fine l’ho accontentata, dopo alcuni colpetti delle sue dita, mentre stavo per venire, gli ho fatto appoggiare le labbra socchiuse sulla punta del mio cazzo godendogli sulla bocca che ha poi aperto per leccarmi con la lingua lo sperma che colava.
Poi ha avvicinato la sua figa al mio viso allargandola con le dita della mano destra mentre con l’altra si appoggiava all’indietro per restare in equilibrio mentre era accovacciata sul mio petto. Il suo sesso aperto a pochi centimetri dal mio viso era il massimo dell’eccitazione vedevo il suo clitoride che era già eccitato e la figa umida. Ho subito infilato la mia lingua tra labbra di quel fiore carnoso bevendo i suoi umori. Poi l’ho fatta distendere supina sul letto, ho sollevato le sue gambe finché le ginocchia non gli sono arrivate all’altezza delle spalle. A questo punto gli ho chiesto di provare a mettersi le caviglie intorno al collo fino a formare una grande figa, dove le cosce erano le grandi labbra e la sua bocca il clitoride. Ho iniziato così a possederla in quella posizione, il mio cazzo entrava e usciva dal quel grande sesso, era il massimo dell’erotismo. Mentre ero dentro di lei i suoi occhi stupendi di femmina, resi ancora più grandi del solito dall’eccitazione mi guardavano fisso nei miei, le sue narici si erano allargate, il respiro era diventato più profondo, muoveva la testa scuotendo i capelli rosso rame incitandomi ad aumentare il ritmo, poi al culmine mentre cercavo di uscire da lei ho sentito le sue mani afferrarmi nei fianchi e sulle natiche e stringermi verso di lei. Poi all’improvviso ha abbassato le gambe e con le caviglie si è avvinghiata ancora di più sul mio corpo. Quindi con la voce un po’ roca mi ha sussurrato: “Riempimi, voglio sentire il tuo sperma dentro di me!”.
Quell’invito mi ha fatto godere riempendo la sua figa con fiotti di sperma. Lei, che ormai aveva raggiunto l’orgasmo, ha cominciato a baciarmi sul collo dicendomi: “Non fermarti, non uscire da me continua fallo diventare duro nuovamente, subito!!!”.
Ormai avevo scatenato il suo erotismo, non immaginavo quanto desiderasse il mio sesso. Ma probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa con chiunque, talmente era eccitata. Mentre facevo queste considerazioni, quasi che lei avesse letto i miei pensieri mormorava con una voce dolcissima: “Farlo con un amico è il massimo del godimento, perché so che anche tu mi desideravi, finora mi avevi sempre rispettato ma solo per amicizia, sentivo che mi volevi e una donna difficilmente si sbaglia su queste cose”.
Poi ha avvicinato la sua bocca alla mia è ha iniziato a succhiarmi la lingua, quasi fosse un cazzo nella sua bocca. Ha questo punto il mio sesso era nuovamente pronto per possederla ma all’improvviso Naomi si è alzata dicendomi che doveva andare subito in bagno.
Dopo circa dieci minuti è ritornata in camera indossando il mio accappatoio rosso, poi si è fermata davanti al letto e con un gesto rapido ha aperto l’accappatoio mostrandomi il suo corpo fantastico. Ma c’era una sorpresa, si era completamente depilata il pube mettendo in risalto le grandi labbra della sua vagina che sembrava più carnosa di prima. Poi si è messa a ridere guardando l’espressione di sorpresa della mia faccia.
“Cosa c’è Ivan non hai mai visto una figa depilata? Avevo voglia di radermi qualcosa, spero che ti piaccia.”
E mentre si ammirava carezzando la sua figa senza peli è scoppiata a ridere poi è diventata seria e ha detto: “E adesso ad Antonio cosa gli racconto? Ma… ci penserò domani. Che ore sono?”
“Sono le due di notte.”
“Senti Ivan, domani alle otto devo essere già al lavoro cerchiamo di dormire un po’ tanto credo che non finisca qui, troveremo il modo di incontrarci nuovamente così faremo le cose con più calma. E adesso buonanotte”
“Buonanotte Naomi”.